Poeta e letterato (Atene 1848 - Torino 1913). Cofondatore (1883) del Giornale storico della letteratura italiana e collaboratore assiduo della Nuova Antologia, coniugò nei suoi studi metodo rigoroso e [...] sensibilità romantica (Attraverso il Cinquecento, 1888; Foscolo, Manzoni, Leopardi, 1898). La sua complessa personalità si riflette soprattutto nella sua poesia, improntata a un pessimismo fra romantico e positivista, che tuttavia dalle tenebrose ...
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Figura retorica, di chiarificazione, con cui si esprime esitazione, incertezza tra due o più possibili interpretazioni di un fatto, evento, stato di cose, si vagliano circostanze e opinioni contrastanti [...] (non so se il riso o la pietà prevale, Leopardi); la d. si manifesta anche come la difficoltà di formulare un giudizio (Fu vera gloria? Ai posteri / l’ardua sentenza, Manzoni). ...
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Balzano, Marco. – Scrittore italiano (n. Milano 1978). Insegnante di liceo, ha esordito nella scrittura nel 2007 con Particolari in controsenso, raccolta di poesie che ha ricevuto il Premio Gozzano. Nel [...] 2008 il saggio I confini del sole. Leopardi e il Nuovo Mondo ha vinto il Premio Centro Nazionale di Studi Leopardiani, mentre il suo primo romanzo Il figlio del figlio (2010) è arrivato finalista ai Premi Dessì 2010 e Brancati 2011. A questo sono ...
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Letterato (Trieste 1833 - ivi 1897). Fondò La Ciarla, un periodico che, in forma scherzosa, contribuì a difendere l'italianità delle regioni del confine orientale; la sua opera più diffusa è Dello amore [...] della patria (1861). Profondo ammiratore di Leopardi, ebbe le più ampie lodi da Carducci; il suo Galateo letterario del sec. XIX (1877) può dirsi una tarda ripresa della polemica degli Amici pedanti. ...
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OYUELA, Calixto
Letterato argentino, nato a Buenos Aires il 3 febbraio 1857. Si avviò all'insegnamento, esercitando un'efficace influenza nella vita culturale del suo paese. Movendo da esperienze classiche, [...] l'O. fu soprattutto studioso della poesia del Leopardi e del Foscolo, i cui echi si ritrovano nel volume dei Cantos (1891), la sua migliore raccolta lirica. L'O. ha scritto inoltre: Canto al arte (1881); Eros (1882); Crónicas dramáticas (1884); ...
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Poeta (Roma 1825 - ivi 1898); appartenne al cenacolo poetico della scuola romana della quale egli fu, in certo senso, lo storico. La sua poesia (quattro raccolte dal 1856 al 1886), letterariamente elaboratissina, [...] riecheggia la tradizione (soprattutto lo stil novo e Leopardi) mentre per una sua commedia (Gliceria, 1864) qualcuno volle vedere in lui un precursore di P. Cossa. ...
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Letterato italiano (Teramo 1890 - Roma 1939); collaboratore del Marzocco e di altri periodici e giornali. Pubblicò varî volumi di critica (La critica letteraria italiana negli ultimi cinquant'anni, 1914; [...] Il teatro italiano dalle origini ai giorni nostri, 1925; Tasso, 1933; Leopardi, 1938; ecc.); alcuni romanzi e racconti (Tormento, 1924; La cattedrale sommersa, 1925); qualche commedia (Crepuscolo, 1920). ...
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Filosofo (3º sec. d. C.), nato in Etruria, come si crede per il soprannome Tusco. Entrato (246) nella scuola di Plotino a Roma, vi rimase 24 anni. Si ricavano sue notizie dalla Vita di Plotino di Porfirio [...] (e il Leopardi, che la tradusse, diede il nome di Amelio al "filosofo solitario" del suo Elogio degli uccelli). Pubblicò in cento libri le lezioni di Plotino e varî scritti in difesa delle dottrine del maestro e probabilmente commenti al Timeo e alla ...
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Figura retorica per cui un concetto viene espresso con due termini coordinati al posto di due termini in rapporto di subordinazione, di solito due sostantivi al posto di un sostantivo determinato da un [...] aggettivo o da un complemento: Notte e ruina (Leopardi) «tenebrosa rovina». ...
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(o inarcatura) Superamento logico e sintattico del limite ritmico del verso, ottenuto con la collocazione nel verso successivo di un termine strettamente connesso ad altro del precedente (Ma sedendo e [...] mirando, interminati / spazi di là da quella, e sovrumani / silenzi, G. Leopardi). Mentre poeti come Dante tendono a far coincidere l’unità metrica del singolo verso con l’unità sintattica e concettuale di una frase, di modo che ogni singolo verso ha ...
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leopardato
agg. [der. di leopardo, sul modello di tigrato]. – Di tessuto trattato in modo da assumere l’aspetto maculato proprio della pelle di leopardo.
leopardiano
agg. e s. m. (f. -a). – Di G. Leopardi, il grande poeta di Recanati (1798-1837): i Canti l., la prosa l.; o che concerne il Leopardi e la sua opera: la critica l.; Centro di studî leopardiani; e con riferimento ai caratteri proprî...