Teologo calvinista (Bruges 1563 - Groninga 1641); la famiglia si rifugiò (1578) nel Palatinato ed egli studiò a Strasburgo, a Neustadt, a Cambridge e a Heidelberg. Fu pastore della comunità fiamminga a [...] Francoforte sul Meno (1587), quindi (1593) professore a Leida. Qui, dopo la venuta di J. Arminius, G. venne a conflitto con lui sulla dottrina della salvezza e della predestinazione, accusandolo di pelagianismo, e, dopo la sua morte (1609), col ...
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Famiglia di giuristi olandesi, che diedero molti contributi eruditi allo studio storico del diritto romano. Jacobus (n. 1698 - m. 1768) fu prof. alle univ. di Franeker e Utrecht; suo figlio Bavius (n. [...] Franeker 1729 - m. 1799) alle univ. di Franeker e Leida; l'altro suo figlio Johannes Henricus (n. Utrecht 1732 - m. 1814) alle univ. di Utrecht e Franeker. ...
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Bibliotecario olandese (Sneek 1879 - Hilversum 1966). Dal 1913 presso la biblioteca della Handelshogeschool di Rotterdam, quindi (1916-28) presso quella universitaria di Amsterdam, divenne nel 1928 bibliotecario [...] della Lega delle Nazioni, a Ginevra. Dal 1938 al 1947 diresse la biblioteca universitaria di Leida. Fu segretario della Fédération internationale des associations des bibliothécaires. ...
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Nome italianizzato (dalla latinizz. Nicolaus Steno) del medico e geologo danese Niels Steensen (Copenaghen 1638 - Schwerin 1686). Dopo un periodo trascorso a Copenaghen per studiare medicina con [...] ) per studiare con F. de le Boë e J. Horne. Durante la permanenza ad Amsterdam scoprì il dotto parotideo (ductus stenonianus). A Leida entrò in contatto con J. Swammerdam e R. de Graaf. Nel periodo leidense (1660-64) dette alle stampe 11 trattati che ...
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Puritano (Scrooby 1567 - Plymouth, Massachusetts, 1644). Al servizio di W. Davison (1585-87), lo accompagnò nei Paesi Bassi. Ritiratosi poi a Scrooby (presso Doncaster), nel 1602 cominciò a riunire intorno [...] a sé dei fedeli, costituendo (1606) una Chiesa Separatista. Nel 1608 passò con molti seguaci a Leida, dove fece il tipografo, stampando libri puritani. Condusse i negoziati per lo stabilimento d'una colonia in America, e con J. Robinson e W. Bradford ...
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Incisore, attivo fra il 1490 circa e il 1520. Vissuto nell'Italia settentrionale, si trasferì (1509 circa) a Roma dove rimase a lungo. Attento in un primo periodo ai modi del Mantegna, guardò poi alle [...] soluzioni di Marcantonio Raimondi. Copiò anche da Dürer e da Luca di Leida. ...
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Fisico inglese (Stroud 1718 - Londra 1772); membro della Royal Society di Londra. Nelle sue esperienze sull'elettricità atmosferica, trovò, contemporaneamente a B. Franklin, che le nuvole possono essere [...] cariche di elettricità, negativa o positiva; studiò l'effetto piroelettrico e varie questioni connesse con le proprietà della bottiglia di Leida; eseguì varie esperienze sulla compressibilità dell'acqua. ...
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Anabattista (Münster, Vestfalia, 1490 circa - ivi 1536). Mercante di panni, si legò dapprima (1524) con M. Hofmann; capeggiò la rivolta antinobiliare a Münster (1532) dove con B. Rothmann introdusse l'anabattismo; [...] borgomastro di Münster (1534), partecipò alle vicende del "regno di Dio" con Jan Matthys (o Matthysen) e Giovanni di Leida. Passata la città in mano dei cattolici, K. fu imprigionato, torturato e ucciso. ...
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Architetto (Dolzago 1747 - Rotterdam 1819). Costruì a Rotterdam la chiesa di S. Rosalìa (1776), interessante all'interno per l'adattamento del tardo barocco italiano a un ambiente nordico. Eresse la borsa [...] di Schiedam ed eseguì disegni per varî edifici. Nel 1807 fu preposto da Luigi Bonaparte alla ricostruzione della città di Leida. ...
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Filologo e sanscritista olandese (Purworedjo, Giava, 1833 - Utrecht 1917). Fu, per il sanscrito, discepolo di A. Weber a Berlino. Dopo un soggiorno a Londra dedicato allo studio di manoscritti sanscriti, [...] e una permanenza di quasi tre anni in India, occupò (1863-1903) la cattedra di sanscrito e grammatica comparata nell'univ. di Leida. ...
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leida
lèida s. m. [dal nome della città olandese di Leida (oland. Leiden)], invar. – Formaggio semicotto dell’Olanda centrale, di latte magro, spesso aromatizzato con chiodi di garofano, anici, ecc.; è detto anche cacio aromatico.
cacio
càcio s. m. [lat. caseus] (raro il pl. caci). – 1. Formaggio (è parola pop. in Toscana e Umbria; in altre regioni, spec. in quelle settentr., è sentita come letter.): c. fresco, secco, pecorino, parmigiano, stracchino, ecc.; una forma...