SEMIOLOGIA (v. semiotica, App. III, 11, p. 697)
Emilio Garroni
Per "semiologia" o "semiotica" s'intende in linea generale la scienza o, meglio, la teoria dei segni, di qualunque tipo essi siano, verbale [...] dei segni come scienza autonoma e generale si trovano solo a partire dai secc. 17° e 18°, con Bacone, Hobbes, Locke, Leibniz, Lambert.
Non che Locke, sia chiaro, vada di fatto molto più in là della semiotica antica, nei pochi cenni che egli dedica ...
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FUNZIONALI
Luigi Fantappiè
. 1. Definizioni. - Il concetto di "funzionale" (termine dovuto a J. Hadamard, e derivante dalla locuzione più precisa "operatore funzionale") è uno dei più importanti dell'analisi [...] , ha ricevuto questo calcolo simbolico, dagl'inizî dell'analisi infinitesimale fino a tutto il secolo scorso. Se ne occuparono, oltre il Leibniz, il Lagrange, L. J. Arbogast, F.-J. Servois, A. Cauchy, G.V. Oltramare e una numerosa serie di matematici ...
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VOLONTÀ (fr. volonté; sp. voluntad; ted. Wille; ingl. will)
Giovanni Calò
Può intendersi in due sensi: come specifica facoltà di volizione, distinta da ogni forma inferiore di attività pratica (tendenza, [...] prevalentemente intellettualistico è il semi-misticismo medievale di Meister Eckardt. Nella filosofia moderna, già in Berkeley e in Leibniz è il concetto che volontà o appetito è il fondo ultimo dell'anima. Posizione speciale è quella kantiana ...
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Si dice cerchio o circolo (circulus; κύκλος) la superficie piana racchiusa da una curva luogo dei punti equidistanti da un punto interno detto centro: codesta curva prende anche lo stesso nome di cerchio, [...] in serie atti a calcolare π partono dallo sviluppo scoperto dal Gregory e dal Leibniz:
Facendo x = 1 si ottiene la cosiddeta serie del Leibniz
la quale può convenientemente trasformarsi in altre più rapidamente convergenti: p. es. nella serie ...
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. 1. Ha importanza fondamentale, in tutta la matematica, lo studio della variazione delle funzioni di una o più variabili quando alle variabili stesse si attribuiscono determinati incrementi. Nel calcolo [...] non consentono maggiori particolari.
Cenno storico. - Un primo accenno alle differenze finite di una funzione si trova in una lettera di Leibniz, del 1673: vi è accennato che la terza differenza di x3 è costante. Nel 1711 Newton fa conoscere la sua ...
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TANGENTE
Giuseppe SCORZA DRAGONI
. Data una circonferenza c, la nozione di retta a essa tangente in un suo punto P è di dominio comune: la tangente alla c in P è quella, fra le rette passanti per P, [...] algebrica.
L'altro indirizzo invece, seguito da P. Fermat, R.-F. De Sluse, I. Barrow, I. Newton, G.W. Leibniz, porta alla definizione comunemente adottata nell'analisi infinitesimale, che qui si riporterà, e che insieme con la nozione di velocità ha ...
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SPELEOLOGIA (dal gr. σπήλαιον "caverna" ted. Höhlenkunde)
Michele GORTANI
La speleologia, o scienza delle caverne, studia le grotte e caverne naturali, la loro origine ed evoluzione, fenomeni fisici, [...] l'escavazione delle grotte stesse ai flutti del diluvio. Quegli avanzi fossili venivano interpretati nello stesso modo dal Leibniz. Tra la fine del Seicento e il principio del Settecento, mentre si vengono moltiplicando le descrizioni di grotte ...
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INTUIZIONE (lat. intuitio; ted. Anschauung)
Ferdinando D'Amato
È un atto conoscitivo semplice, istantaneo, sinottico; designa perciò una forma di conoscenza immediata, in contrapposto a ogni conoscenza [...] la deduzione a una serie di atti intuitivi. Si riattaccano, in sostanza, a siffatta concezione Spinoza e Locke. Per Leibniz sono oggetto d'intuizione tutte le verità primitive, sia di ragione sia di fatto. L'intuizione, insieme con la dimostrazione ...
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Filosofia. - Con il termine di attualismo o idealismo attuale s'indica la concezione di Giovanni Gentile (v.), il cui principio fondamentale è nel nuovo concetto di atto o di atto puro (G. Gentile, Riforma [...] di Castello 1921); F. D'Amato (Il pensiero di Bergson, Città di Castello 1921); G. Carlotti (Il sistema di Leibniz, Messina 1923); V. Benetti Brunelli (Leon Battista Alberti e il rinnovamento pedagogico nel Quattrocento, Firenze 1925; Il rinnovamento ...
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È la consapevolezza che il soggetto ha del suo oggetto, e non può separarsi da quella che il soggetto ha di sé come oggetto. Il problema della sua interpretazione filosofica viene in primo piano nella [...] popolare e letterario, che la considerava sorgente delle valutazioni morali. Bisogna forse giungere alle considerazioni di Leibniz sulla percezione e sull'appercezione per trovare l'inizio sistematico di quelle determinazioni di significato che ...
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leibniziano
‹laib-› agg. e s. m. – 1. agg. Che si riferisce al filosofo e scienziato ted. G. W. von Leibniz (1646-1716), alle sue dottrine, ai suoi principî: il sistema monadologico l.; l’opera matematica leibniziana. 2. s. m. Fautore, seguace,...
monade
mònade s. f. [dal lat. tardo monas -ădis, gr. μονάς -άδος «unità», der. di μόνος «solo»]. – 1. In filosofia, termine usato per indicare l’unità in quanto principio di molteplicità o le unità costitutive del reale; in questo senso il...