Vittorio Alfieri (Asti 1749 - Firenze 1803) è il maggior scrittore italiano di tragedie. Nacque nel Piemonte sabaudo, da nobile famiglia e studiò alla Reale Accademia di Torino, dove compì, come dice egli [...] italiani di pensieri francesi» (Vita IV, 1), iniziò un lavoro di lettura dei grandi autori italiani di tutti i secoli, e Beccaria (in Alfieri 1983: 11) il «primo vocabolarietto domestico dell’uso toscano»: una raccolta di vocaboli ed espressioni ...
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FABRIZI, Aldo
Sisto Sallusti
Nacque a Roma il 1º nov. 1905 da Giuseppe e da Angela Petrucci, fruttivendoli in Campo de' fiori. All'indomani dell'improvvisa morte del padre, rinunciò a frequentare la [...] del vetturino Totò come quella che imprimeva l'anima al lavoro dalla prima all'ultima sequenza (nel 1952 R. gioie più innocenti, a cominciare da quelle del desco domestico (un preannuncio di questo specifico interesse può essere ravvisato nei ...
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PEA, Enrico
Giona Tuccini
PEA, Enrico. – Secondogenito di Mattia, marmista, e di Giuseppa Gasperetti, nacque a Seravezza (Lucca) il 29 ottobre 1881.
I primi anni della vita di Pea furono segnati da [...] il vecchio non intraprese un periodo di vagabondaggio e la donna dovette abbandonare i bambini per andarsi a cercare lavoro come domestica. Il più grande, Gino, venne accolto dallo zio Giuseppe Pea, che era direttore di piazzale presso le segherie ...
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BONSANTI, Alessandro
Renato Bertacchini
Nacque a Firenze il 25 nov. 1904 da Giuseppe e da Lavinia Lelli. Studente della facoltà di ingegneria, dissesti famigliari lo costrinsero a troncare gli studi. [...] quotidiano La Nazione di Firenze, giustificativi spesso dei proprio lavoro di narratore (Ilbinocolo alla rovescia, 8 maggio 1958; donne in rilievo Mara Grazia e Lidia, l'invidioso domestico Eustachio e il cameriere Melchiorre di bonaria e innocente ...
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BONAZZI, Luigi
Sisto Sallusti
Nacque a Perugia il 3 marzo 1811, quartogenito di Giuseppe e di Celeste Carattoli. A undici anni scrisse per giuoco una tragedia che attirò su di lui l'attenzione dei marchesi [...] di Sorbello, di cui il padre era domestico, e per il loro interessamento entrò in seminario, donde uscì nel 1825, dal 1868 o dai primissimi del 1869 sino alla vigilia della morte lavorò alla Storia di Perugia dalle origini al 1860, edita a Perugia in ...
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Lirici del Settecento - Introduzione
Mario Fubini
Due poeti che il lettore cercherà invano in questo volume vanno considerati quasi i poli della nostra raccolta: Metastasio e Parini. Ne son rimasti [...] soggetti, motivi che il passato gli offre ormai fìssi e definiti lavora in un assiduo e sterile esercizio di letteratura, in cui vien o il sonetto a Sirmione, o il tono familiare e domestico di questo esordio e del sonetto tutto, che si chiude ...
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Scienziati del Seicento - Introduzione
Maria Luisa Altieri Biagi
Di Bruno Basile
Scriveva Antonio Vallisneri, citando letteralmente Bacone: «Pare che abbiano le loro stelle, ora avverse ora benigne, [...] ), in cui «la familiarità del dire facilita e domestica assai la severità e maestà delle demostrazioni geometriche» ( morte poi del Gran Duca Ferdinando cessorno li regali, e mancorno i lavoranti, e lui per non spendere non si curava più di nulla. ...
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Giandomenico Romagnosi, Carlo Cattaneo, Giuseppe Ferrari: Opere
Ernesto Sestan
Che cosa significhi Gian Domenico Romagnosi nella storia della cultura italiana è rimasto alquanto nel vago, anche dopo [...] al Valeri nel settembre del '24 «credo che tutto il lavoro antecedente abbia acquistato il suo giusto valore. Questo valore poi non di nazione armata, se lo richiamava all'esempio domestico della Svizzera, dove era presidio delle libertà politiche, ...
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Motti e Facezie del Piovano Arlotto: Prefazione
Gianfranco Folena
Le cose che a fanciulli e ad ignoranti
vanno per man, soglion perder sua forma
e mutar spesse volte soi sembianti.
Vien poi chi per [...] pieve rustica col suo povero popolo e la miseria dei «lavoratori», l'ignoranza dei villani e l'avidità dei proprietari ricchi cammin facendo: se lo cerca, resterà deluso. Perché è tanto domestico, tanto noto, che l'autore non si cura di descrivercelo ...
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Giovanni Verga: Opere
Luigi Russo
Giovanni Verga è nato il 1 settembre 1840 a Catania ed è morto nella stessa città il 26 gennaio 1922. Noi non abbiamo voluto partecipare a quel dibattito che si è fatto [...] della femmina, ma per la tutela della santità del focolare domestico. Così anche l'amore è umiliato sotto la legge dura della che fu è soltanto una triste follia, non c'è che il lavoro nuovo che crea la «roba». Accanto ai Trao, c'è la baronessa ...
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domestico
domèstico agg. e s. m. [dal lat. domestĭcus, der. di domus «casa»; propr. «che appartiene alla casa»] (pl. m. -ci). – 1. agg. a. Appartenente alla casa, intesa come sede della famiglia: mura, pareti d.; tradizioni d., le virtù d.;...
lavoratore
lavoratóre s. m. (f. -trice, pop. -tóra) [der. di lavorare]. – 1. a. In genere, chi lavora esercitando un mestiere o una professione e sim.: i. l. manuali; i. l. intellettuali; i. l. della penna, del cervello, del pensiero, i l....