Linguistica
L’a. è il rafforzamento o elevazione del tono di voce (a. tonico in senso largo) con cui si dà a una sillaba maggior rilievo rispetto ad altre della stessa parola (a. di parola), della stessa [...] atoni e si appoggiano nella pronuncia alla parola precedente o seguente. L’a. italiano in generale continua l’a. latino, con limitate deviazioni.
Nella scrittura, in italiano, la posizione dell’a. tonico viene indicata, limitatamente ai casi che ora ...
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Fenomeno linguistico consistente nella scomparsa di vocale finale davanti a vocale iniziale di parola seguente per evitare che si formi iato. In italiano, dove è segnata con l’apostrofo, è normale negli [...] ; è indicata dall’apostrofo; nella pronuncia doveva esserci piuttosto la fusione delle due vocali, cioè la sinalefe. In latino l’e., che nella scrittura non è indicata, avviene nella pronuncia mediante la soppressione della vocale finale di una ...
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L’area umbro-marchigiana, anche a causa della sua conformazione geografica, è stata interessata da vicende storiche piuttosto complesse, sebbene la geografia non le abbia assegnato confini naturali rigidamente [...] volgare *illod), associato in primo luogo a sostantivi che non ammettono una forma plurale, e che spesso erano neutri già in latino: [lu ˈmunːu] «il mondo» (lat. mundus), ma [lo ˈferːu] «il ferro», cioè il metallo (lat. ferrum);
(iv) il ➔ betacismo ...
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BAFFI, Pasquale
Armando Petrucci
Carlo Francovich
Nacque l'11 luglio 1749 a Santa Sofia d'Epiro (Cosenza), un villaggio fondato da profughi greco-albanesi alla fine del sec. XV, e l'origine greca del [...] e un'ampia descrizione intema, con l'"incipit" delle opere anonime o poco note; l'elenco è inoltre completato da un accurato indice latino dei nomi.
Con pari cura fu compilato dal B. e dal suo collega Andrea Belli, fra il 1792 e il 1798, il Librorum ...
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Vittorio Alfieri (Asti 1749 - Firenze 1803) è il maggior scrittore italiano di tragedie. Nacque nel Piemonte sabaudo, da nobile famiglia e studiò alla Reale Accademia di Torino, dove compì, come dice egli [...] traduzioni (per es., Terenzio e Virgilio). Decise di imparare il greco da autodidatta, a quarantasette anni, aiutandosi con traduzioni latine dei principali testi letterari e con grammatiche. Dopo due anni di studio fu in grado di leggere e tradurre ...
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In genere, ciò che si enuncia, si dichiara, si afferma, e la frase stessa che contiene l’enunciato.
Filosofia
P. ed enunciato
Nella logica e nella filosofia del linguaggio contemporanee si distingue p. [...] al significato di un enunciato dichiarativo. Aristotele chiamava λόγος ἀποϕαντικός o πρότασις, tradotti nel latino medievale rispettivamente con enuntiatio e propositio, il discorso dichiarativo provvisto di significato e distinto dalle ...
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Glottologo (Bröndekilde, Fionia, 1787 - Copenaghen 1832), dal 1812 impiegato nella biblioteca dell'univ. di Copenaghen, dal 1831 prof. di lingue orientali. Recatosi in Islanda (1813-15), per rispondere [...] scrisse l'Undersögelse, R. non conosceva ancora il sanscrito, tuttavia, basandosi sulle concordanze morfologiche, fin da questa sua opera scoprì le relazioni di parentela che corrono tra le lingue germaniche, le baltoslave, il latino e il greco. ...
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INTERNAZIONALI, LINGUE (XIX, p. 396)
Bruno Migliorini
L'uso internazionale delle lingue naturali è stato fortemente sconvolto dalla seconda Guerra mondiale: l'inglese e il russo hanno molto guadagnato; [...] continua ad avere il primo posto fra gli altri nelle applicazioni pratiche (periodici, radiofonia, ecc.), l'Ido e il Latino sine flexione sono in regresso, il Novial è scomparso, l'Occidental è in progresso. Singoli studiosi hanno continuato a ...
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Per contrastare l’interpretazione riduttiva della questione della lingua, considerata come un dibattito sulle varie denominazioni fiorentino, toscano, lingua comune o italiano, cioè equiparata a un’oziosa [...] ridurre l’imitazione delle Tre Corone a un fatto casuale e non sistematico. Oltre al resto, Bembo non amava i crudi latinismi grafici e lessicali di cui la lingua cortigiana faceva largo uso. Di fatto, la teoria cortigiana, fantasma o no, fu spazzata ...
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La coerenza è la proprietà che definisce il testo come unità fondamentale della comunicazione linguistica (➔ testo, struttura del). Si tratta di una caratteristica che riguarda l’organizzazione del significato [...] che li rendevano a priori i più adatti ad assicurare all’Italia un’unità linguistica. Forse perché lì il latino si era sovrapposto all’etrusco, lingua geneticamente molto diversa (e dunque era rimasto meno soggetto alle interferenze, frequenti tra ...
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latino
agg. e s. m. (f. -a) [lat. Latīnus]. – 1. a. Relativo o appartenente all’antico popolo di origine indoeuropea che in età storica abitava il Lazio; del Lazio antico, o di Roma, dei Romani: i popoli l. (sostantivato, i Latini); la stirpe...
latinismo
s. m. [der. di latino]. – 1. Elemento linguistico (parola o locuzione) adottato stabilmente o occasionalmente dal latino in una lingua diversa, sia nella sua forma originaria (iunior e senior, excursus, lapsus, raptus, ab origine,...