La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] , a cura di G.C. Lepschy, Bologna, il Mulino, vol. 2º, pp. 313-395.
Tavoni, Mirko (1984), Latino, grammatica, volgare. Storia di una questione umanistica, Padova, Antenore.
Trabalza, Ciro (1908), Storia della grammatica italiana, Milano, Hoepli (rist ...
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Lo studio dell’italiano a scuola si affermò tra la fine del Cinquecento e il Settecento (Manacorda 1980; Marazzini 1985; De Blasi 1993; Matarrese 1993: 21-40) con un processo che modificò l’iter della [...] lingua). La riflessione che culmina nella codificazione di ➔ Pietro Bembo porta al riconoscimento del volgare come lingua da insegnare, al pari del latino, attraverso lo studio. Cruciale per tale svolta fu la Grammatichetta di ➔ Leon Battista Alberti ...
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L’alfabeto italiano è l’insieme dei segni grafici o ➔ grafemi (o in termini usuali, lettere) che servono a trascrivere la lingua italiana. L’alfabeto italiano prosegue l’alfabeto della lingua latina, che [...] k, presente anche nella formula del Placito Capuano del 960 (la prima testimonianza scritta in cui il volgare italiano è consapevolmente contrapposto al latino):
Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte sancti ...
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Nella grammatica tradizionale il termine attributo indica un aggettivo che serve a determinare o caratterizzare un nome da cui dipende (Dardano & Trifone 1997: 127-129). In un’accezione più ampia (che [...] ampio ricorso a complementi preposizionali, che ricalcano genitivi di qualità del latino:
(35) Poi che di doglia cor [cuore dolente] Malacoda, Barbariccia, Falsembiante). Nei trattati scientifici in volgare espressioni composte da un nome e da un ...
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Il raddoppiamento sintattico è un fenomeno di ➔ sandhi esterno (o di ➔ fonetica sintattica), di natura assimilatoria (almeno in origine: cfr. § 3; ➔ assimilazione), che si verifica nell’➔italiano standard [...] fonosintattiche, cioè a confine di parola, sono inoltre testimoniate anche da scrittori latini e dagli stessi grammatici: ad es., cu [nː]obis per cum nobis segg.).
Passando a considerare l’epoca volgare, accanto a sporadiche testimonianze in area ...
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La punteggiatura (lat. interpunctio) è un sistema di segni convenzionali impiegato nello scritto per segnalare le relazioni logiche e sintattiche tra le diverse parti della frase, le pause della lettura [...] Isidoro di Siviglia (VII sec.), il testo in lingua latina in cui la descrizione dell’interpunzione è più accurata. Isidoro visioni contrapposte: una prima, contenuta nelle Osservationi della volgar lingua (1550) di Lodovico Dolce e negli Avvertimenti ...
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Il termine deriva dal gr. apóstrophos «rivolto altrove, indietro», da apostrépho «volgo indietro o in senso contrario». Apóstrophos (o -us) compare nel latino tardo, con significato unicamente grammaticale. [...] la pronuncia unificata di parole contigue).
È complesso tracciare la storia dell’apostrofo nei secoli di trapasso dal latino al volgare come lingua scritta. Di fronte alla congerie di abitudini presenti nei manoscritti, si può affermare che l ...
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L’accento grafico è il segno diacritico che si pone sopra le vocali per evidenziarne la maggiore intensità fonica e, talvolta, il grado di apertura (➔ vocali). L’italiano ha tre tipi di accento grafico: [...] Per i secoli che precedono la codificazione grammaticale del volgare è impossibile dare un quadro omogeneo dell’uso degli parole tronche e l’acuto in corpo di parola. Nella scrittura del latino è diffuso l’accento su alcuni avverbi (come eó e uná) e ...
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Il passato remoto è un tempo semplice (➔ tempi semplici; ➔ coniugazione verbale) dell’➔indicativo, che esprime un evento avvenuto nel passato senza che ci sia relazione tra il momento dell’enunciazione [...] conclusi, accaduti in un passato lontano (Bonomi 2002).
Sin dai primi testi in volgare il passato remoto appare con la funzione aoristica del perfetto latino, cioè quella di designare un processo interamente concluso (Tekavčić 1972: 507). Dall ...
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La classe delle parole interrogative comprende aggettivi (tecnicamente, determinanti) e pronomi (tecnicamente, sostituti del nome) usati nelle interrogazioni dirette e indirette.
Le domande parziali o [...] che possono esser rafforzati da mai e, nel linguaggio colloquiale (o volgare), da diamine, diavolo, cavolo, cazzo, ecc.:
(25) chi : 221 segg.).
Chi non risale al pronome interrogativo latino quis ma all’aggettivo interrogativo quī, confusosi con quis ...
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volgare1
volgare1 (ant. vulgare) agg. [dal lat. vulgaris, der. di vulgus «volgo»]. – 1. non com. Del volgo, degli strati socialmente, culturalmente ed economicamente inferiori della popolazione: usi, tradizioni, pregiudizî v.; nell’uso ant.,...
latino
agg. e s. m. (f. -a) [lat. Latīnus]. – 1. a. Relativo o appartenente all’antico popolo di origine indoeuropea che in età storica abitava il Lazio; del Lazio antico, o di Roma, dei Romani: i popoli l. (sostantivato, i Latini); la stirpe...