Umanista spagnolo (n. Madrid 1588 - m. 1654). Commentò con grande erudizione autori latini (Petronio, Pomponio Mela, Plinio il Vecchio) e le prime sei Musas del suo amico F. Quevedo. Una mentalità più [...] duttile e più moderna che in queste opere rivela nella Nueva idea de la tragedia antigua (1633) che è una libera interpretazione della poetica d'Aristotele, della quale nega il rigore precettistico e il ...
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Pseudonimo dello scrittore sloveno Jacob Frass (Cerovac, Stiria, 1810 - Zagabria 1851). Traduttore dei classici latini, esordì come poeta nel dialetto della sua regione natale e aderì all'illirismo di [...] L. Gaj. La sua raccolta poetica Djulabije ("Mele rosse", 1840), ispirata a modelli petrarcheschi, costituì il manuale amoroso della gioventù illirica. Fu anche critico letterario e diede vita a Kolo (1842-51), ...
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Console nel 501 e nel 498 a. C., anni nei quali avrebbe rispettivamente combattuto contro i Latini e Fidene; primo dittatore secondo Livio (nel 501, ma secondo Dionisio di Alicarnasso nel 498); dopo la [...] battaglia al Regillo si sarebbe adoperato in favore dei Latini, e in favore della plebe dopo la prima secessione. ...
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Filologo (Wolfenbüttel 1820 - Dresda 1899), collaboratore e seguace di F. Ritschl; studiò soprattutto i comici latini (notevole l'edizione di Terenzio, 1857) e diresse dal 1855 al 1897 gli Jahrbücher für [...] classische Philologie ...
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Figlio illegittimo (m. 1215 circa) del protosebaste Giovanni; alla caduta di Costantinopoli in mano dei Latini (1204), riuscì a impadronirsi dei territorî dell'Occidente balcanico (Albania merid. ed Epiro) [...] creando il despotato di Epiro con capitale Arta, che durò sino al 1358. Morì assassinato ...
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Grammatico latino (sec. 5º-6º d. C.), autore di un glossario condotto sui principali autori latini, da Plauto a Virgilio fino a Gellio e Macrobio, e poi spesso citato. Non è da confondersi con Lattanzio [...] Placido, lo scoliasta di Stazio, come alcuni fecero in base a dei codici dove è chiamato Luctatius Placidus ...
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Successe a Oshin e durante il suo regno (1320-42) intensificò i contatti con i Latini, che però gli inviarono ben scarsi aiuti quando il sultano d'Egitto, Nasir, invase l'Armenia. Dopo averlo costretto [...] a rompere ogni contatto con l'Europa, Nasir lo lasciò regnare sino alla morte ...
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Letterato (S. Marcello Pistoiese 1807 - Prato 1855), sacerdote. Collaborò attivamente a una collezione di classici latini commentati, curandovi l'edizione di Virgilio e di alcune opere di Cicerone; tradusse [...] gli inni di Callimaco e, fra l'altro, la Lucrèce di F. Ponsard. Negli anni 1847-48 scrisse, con lo pseudonimo di Lorenzo Selva, su varî giornali e riviste di tendenza liberal-moderata. Fu accademico della ...
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Scrittore e avventuriero (Benevento 1515 - Roma 1570). Dopo alcuni scritti mediocri (Hisabella, 1535: cento epigrammi latini) o addirittura plagiari (Tempio di amore, 1536, a esaltazione delle donne veneziane, [...] plagio dell'omonimo poemetto di Iacopo Campanile), fu a Venezia segretario e poi acerrimo nemico di Pietro Aretino, contro cui inveì (Pistole vulgari, 1538; Dialoghi piacevoli, 1539). Ferito da Ambrogio ...
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Tipografo (n. Savigliano metà sec. 15º), attivo a Venezia (1490-1517). Stampò principalmente edizioni di classici latini (notevoli il Plinio del 1497, e il Plauto del 1511), opere di religione (Meditazioni [...] per lo più di carattere ascetico, teologico e filosofico; diffuse scritti di Gioacchino da Fiore, di Savonarola, e, fra i classici latini, di Terenzio. L'ultima sua opera è una Bibbia in volgare (1517), edita in collaborazione con Bernardino Benalio. ...
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latinismo
s. m. [der. di latino]. – 1. Elemento linguistico (parola o locuzione) adottato stabilmente o occasionalmente dal latino in una lingua diversa, sia nella sua forma originaria (iunior e senior, excursus, lapsus, raptus, ab origine,...