dado
Beatrice Guidi
Appare solamente nel Fiore. In senso proprio è in LXIII 4 ell'è [la donna amata] la migliore / dadi gittante. Il gioco d'azzardo con i d. era talmente diffuso nel Medioevo, che B. [...] Latini (Tesoretto 1430) ne mette in guardia gli uomini: "Ma tuttavia ti guarda / d'una cosa che 'mbarda / la gente più che 'l grado, / cioè gioco di dado " (cfr. Angiolieri Tre cose 3 " Tre cose solamente m'ènno in grado / ... cioè la donna, la ...
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Giovanni Asen II
Zar di Bulgaria (m. 1241). Figlio dello zar Giovanni I, salì al trono nel 1218 abbattendo l’imperatore Boril; con lui la Bulgaria riacquistò la potenza e l’estensione che aveva conosciuto [...] di Nicea, attaccando la capitale bizantina che resistette per l’aiuto dei veneziani e dei genovesi. Nel 1237 si staccò da Giovanni III di Nicea e si accostò ai latini concludendo una lega con Baldovino II. Morendo lasciò il trono al figlio Koloman I. ...
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Nome col quale è noto in Occidente il filosofo, matematico, medico e musicista arabo musulmano di Spagna Ibn Bāggia (Saragozza fine sec. 11º - Fez 1139). Nel campo filosofico ebbe soprattutto grande rinomanza [...] l'umano intelletto materiale recepisce le forme, divenendo così intelletto in atto per congiungersi infine con lo stesso intelletto agente. A. è anche noto col nome di Ibn aṣ-Ṣa'igh (tradotto con Filius aurifici negli scritti latini del Medioevo). ...
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In genere, parola o locuzione nuova, non appartenente cioè al corpo lessicale di una lingua, tratta per derivazione o composizione da parole già in uso o introdotta con adattamenti da altra lingua oppure [...] formata con elementi greci o latini (sono di questo tipo la maggior parte dei n. tecnici, scientifici e di altri linguaggi settoriali). Costituisce n. anche l’aggiunta di un significato nuovo a parola già esistente; si parla allora di n. semantico, ...
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Poeta tedesco (Lunden, Dithmarschen, 1618 - Schleswig 1669). Rettore delle scuole di Heide (1652), Norden (1660) e Schleswig (1667), fu con J. Lauremberg il poeta satirico più celebrato del tempo per le [...] sue Teutsche satyrische Gedichte (1664), concepite su modelli latini (Giovenale, Persio) secondo i dettami della poetica di M. Opitz. Spesso frenata da un eccessivo rigore formale, altrove la sua poesia si abbandona a espressioni popolareggianti non ...
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Giurista (Schiffelbach, Marburgo, 1808 - Heidelberg 1870), prof. nelle univ. di Marburgo (1833-40) e di Heidelberg (dal 1840). La sua opera maggiore è il Lehrbuch der Pandekten (3 voll., 1838-46; rist. [...] 1875). Tra le altre opere: Über die Latini Iuniani (1833); De furto concepto ex lege XII tabularum (1845); Lex Voconia (1864). Condirettore (dal 1841) della rivista Archiv für die civilistische Praxis, nella quale pubblicò numerosi studî. ...
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Filologo classico (Parigi 1813 - Royat 1885); prof. di letteratura greca dal 1865 al 1884 all'univ. di Parigi. Pubblicò fra l'altro: L'hellénisme en France (2 voll., 1869), studî di grammatica comparata [...] e apprezzate edizioni di classici greci e latini. ...
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(Bălgarija; A. T., 16 bis, 81).
Sommario. - Geografia: Il nome, i confini (p. 66); Storia della conoscenza del paese (p. 66); Geologia (p. 66); Morfologia (p. 67); Clima (p. 69); Acque continentali (p. [...] obbligarono Ivan Asen II da una parte a rompere l'alleanza con Nicea e dall'altra a riannodare i rapporti con i Latini e a sostenerli contro Nicea. Per evitare il pericolo ungherese, Ivan Asen II sollevò di nuovo la questione dell'unione con la ...
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Letterato (Siracusa 1760 - ivi 1842); seguì nel 1798 il re Ferdinando IV in Sicilia, e ne divenne per breve tempo ministro della Guerra. Accademico della Crusca e grandemente stimato dai letterati suoi [...] contemporanei, spese la sua vita sui classici latini, alcuni dei quali (Odi di Orazio, Uffizi di Cicerone, Satire di Giovenale) tradusse con plauso; ammirò grandemente e imitò nei suoi versi V. Alfieri, G. Parini, U. Foscolo, G. Leopardi, che tentò ...
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Ventesima lettera dell’alfabeto latino. linguistica Ha la stessa origine remota di v, w, y, da un’unica lettera dell’alfabeto fenicio; e con v ha una storia comune fino a tempi molto vicini ai nostri. [...] una u chiusa (l’originaria ū). Perdutosi il senso della quantità vocalica, la u chiusa conservò il suono della u del latino classico e lo trasmise inalterato all’italiano; la u aperta invece, già prima della fine dell’unità romana, si confuse con la ...
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latinismo
s. m. [der. di latino]. – 1. Elemento linguistico (parola o locuzione) adottato stabilmente o occasionalmente dal latino in una lingua diversa, sia nella sua forma originaria (iunior e senior, excursus, lapsus, raptus, ab origine,...