Filologo classico e storico (Jurków, Poznań, 1852 - Cracovia 1925), studiò la letteratura latina imperiale e l'umanesimo polacco. Tra le opere principali, oltre l'edizione critica dei carmi latini di A. [...] Krzycki (Cricius) e una monografia sullo storico cinquecentesco P. Nidelcki (1884), la Historia Universytetu Jagiellońskiego ("Storia dell'univ. Iagellonica [di Cracovia]", 2 voll., 1900) e la Historia ...
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Linguistica
Ripetizione, esatta o approssimativa, spontanea o ricercata, di lettere o sillabe, di solito iniziali, di due o più vocaboli successivi. Non è rara presso gli antichi autori latini; nell’antica [...] poesia germanica è elemento fondamentale del verso; nelle lingue odierne si conserva anche in alcune locuzioni consuetudinarie (bello e buono, senza capo né coda).
Musica
Per analogia con l’a. verbale ...
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Celebre famiglia di tipografi e librai francesi che ebbero larga rinomanza, specialmente in tutto il secolo XVI, per le numerose e ottime edizioni di classici latini e greci e di lessici monumentali, a [...] caratteri greci e il re Francesco I lo nominò nel 1539-40 "tipografo regio". Pubblicò oltre 40 edizioni critiche di classici latini curate da lui stesso e varie grammatiche e lessici. L'opera sua più notevole è il Thesaurus latinae linguae (1ª ed ...
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Umanista (San Gimignano 1460 circa - Roma 1490), fratello di Paolo. Scrittore apostolico, autore di un poemetto in lode di Mattia Corvino, re d'Ungheria, e di pochi altri scritti latini. Insieme con Paolo, [...] e con l'altro fratello Lattanzio, fu amico del Poliziano e in rapporti epistolari con lui ...
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Scrittore latino di agrimensura (inizî sec. 2º d. C.). Scrisse un manuale di gromatica in tre parti: delimitazione, condizione dei campi, controversie possibili; si trova nel Corpus dei gromatici latini. [...] Un'altra opera sulla delimitazione dei campi, a lui attribuita, sembra di un autore più tardo ...
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Wiese, Berthold
Theodor W. Elwert
Filologo e dantista tedesco (Rostock 1859 - Halle 1932), studiò filologia romanza a Berlino e si laureò con una tesi sulla lingua del Tesoretto di Brunetto Latini (Berlino [...] delle origini. Ottimo filologo e critico del testo, curò un'edizione critica del Tesoretto e del Favolello del Latini (" Zeit. Romanische Philologie " VII [1883] 236-389; nuova ediz. Strasburgo 1910), delle poesie di Leonardo Giustiniàn (Bologna 1883 ...
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Nisa
Clara Kraus
Nome geografico. Uno dei due vertici del Parnaso, monte della Tessaglia, ai confini con la Beozia, ricordato di frequente assieme all'altro, Cirra, dai poeti latini (cfr. Ovidio Met. [...] I 316 ss., II 221; Lucano Phars. V 73).
Senza esplicita menzione vi si allude come alla sede delle Muse in Pd I 16-18 Infimo a qui l'un giogo di Parnaso / assai mi fu; ma or con amendue / m'è uopo intrar ...
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Componimento letterario formato dalla giustapposizione di parole, frasi, emistichi o versi di qualche famoso autore. I primi c. omerici (ὁμηρόκεντρα) sono di argomento cristiano, storico e mitologico.
I [...] c. latini furono numerosi e tratti specialmente da Ovidio, Lucano, Stazio; i più celebri furono i c. virgiliani, fino dal 2° sec. d.C. (per es., la Medea di Osidio Geta; i due c. della poetessa Proba Petronia); poeti centonari furono Ausonio, ...
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(ebr. Pĕlishtīm) Antica popolazione stabilita sulle coste della Palestina, che dà il nome a tutta la regione (dai Pĕlishtīm i Greci la chiamarono Συρία παλαιστίνη, e poi i Latini Palaestina). I F. giunsero [...] in Palestina per mare (da Creta) verso la fine del 13° sec. a.C., come contingente dei ‘popoli del mare’ che invasero in quel periodo il mondo egeo-microasiatico. Dopo la sconfitta degli invasori da parte ...
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Teologo e polemista (secc. 16º-17º), noto anche come Massimo Studita. Al secolo Manuele, scolaro di Melezio Pegàs, patriarca di Alessandria, si distinse come predicatore e controversista contro i latini. [...] Arcidiacono nel 1596, prete nel 1602, fu a Giannina (1614) e infine a Gerusalemme (1620). Fra le sue opere, che hanno avuto vasta eco nella Chiesa bizantina, ricordiamo solo la più importante, ᾿Εγχειρίδιον ...
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latinismo
s. m. [der. di latino]. – 1. Elemento linguistico (parola o locuzione) adottato stabilmente o occasionalmente dal latino in una lingua diversa, sia nella sua forma originaria (iunior e senior, excursus, lapsus, raptus, ab origine,...