Genere musicale sorto negli USA intorno all’inizio del 20° sec., frutto di un lungo processo di sincretismo tra forme musicali occidentali e poetiche africane, che risalivano alla memoria culturale degli [...] si sviluppa una dialettica tra scrittura e improvvisazione destinata a diventare un’altra caratteristica saliente e duratura del jazz. F. Henderson è il primo caporchestra a sancire l’evoluzione dal j. tradizionale alla cosiddetta era dello swing ...
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Titolo di un disco (1960) del sassofonista O. Coleman passato a indicare uno stile di jazz caratterizzato dalla ricerca di un’estrema libertà armonica e ritmica – data dall’improvvisazione individuale [...] e/o collettiva – e dal rifiuto di schemi formali precostituiti. Il f. si distinse per una forte componente di protesta sociale e politica (A. Ayler, C. Taylor, D. Cherry). In seguito gli elementi trasgressivi ...
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Stile di jazz proprio di complessi formati da musicisti non afroamericani. Nato come imitazione della musica nera tipica di New Orleans, e anch’esso basato sul largo uso dell’improvvisazione, il d. rappresenta [...] un’evoluzione del linguaggio jazzistico, dovuto principalmente alla maggiore padronanza tecnica degli strumenti.
Fra le orchestre di d. la Original D. jazz band, che incise nel 1917 il primo disco di jazz. ...
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Termine utilizzato nel jazz dopo il 1950 per indicare uno stile basato su convenzioni comunemente accettate, in cui confluiscono contributi di quasi tutte le varie scuole.
Modern m. Maniera jazzistica [...] ricavata da lessico e sintassi del jazz moderno, tra il be bop e le tendenze modali. ...
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Variante stilistica del jazz, inizialmente nota come jazz-rock. Si è affermata all’inizio degli anni 1970 in seguito alle sperimentazioni di M. Davis e dei suoi seguaci (J. McLaughlin, C. Corea ecc.) con [...] gli strumenti elettrici e i ritmi binari del rock e del rhythm and blues. Nel corso di quel decennio e poi del successivo ha continuato a fare proseliti e ha allargato le sue proposte di contaminazione ...
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Nel linguaggio del jazz, breve figura improvvisata, melodica o ritmica, durante la quale il ritmo fondamentale viene sospeso, anche se continua a essere percepito. ...
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Nel jazz, ripetizione ostinata da parte dei fiati o della sezione ritmica di una breve frase. Lo stilema conobbe un uso intenso nell’era dello swing. ...
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Nel jazz e nella musica leggera, l’insieme delle operazioni di armonizzazione, strumentazione e strutturazione formale di un tema musicale dato.
Il termine indica anche l’adattamento di un brano musicale [...] a organici strumentali diversi da quello cui esso era originariamente destinato ...
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Stile pianistico del jazz tradizionale, del blues strumentale, del boogie woogie. Fortemente percussivo, legato alla funzione d’uso della musica presso le classi diseredate afroamericane degli anni 1920 [...] e 1930, sorse dalla necessità di rendersi udibile nel baccano delle bettole e dei lupanari di New Orleans e di Chicago, popolarmente designati con il medesimo nome ...
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Genere musicale afroamericano influenzato dal jazz e dalla musica gospel e basato sulle strutture armoniche del blues. Il canto, dal ritmo marcato, motorio e ballabile, di solito è accompagnato da sax [...] categoria confluirono varie forme di blues cittadino (come il boogie woogie di Kansas City), e anche forme semplici di jazz, che il pubblico preferì al difficile bebop. Promosso da piccole etichette indipendenti, il r. trionfò negli anni 1950, per ...
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jazz
‹ǧä∫› (in origine jass) s. ingl. [voce gergale di etimo incerto], usato in ital. al masch. – 1. Genere di musica sorto all’inizio del sec. 20° negli Stati Uniti d’America dall’incontro fra la sensibilità musicale della comunità negro-americana...
jazzare /dʒe'ts:are/ v. tr. [der. di jazz]
(mus.) Adattare o eseguire un brano musicale con le movenze e lo stile proprio del jazz. ◆ Part. pass. jazzato, anche agg. (v.).