Legislatore spartano, che secondo la tradizione sarebbe stato figlio di Eunomo, nel quale è probabilmente da riconoscere una ipostasi del buon governo (εὐνομία). La sua cronologia era incerta anche per [...] gli antichi: o contemporaneo dell'emigrazione dorica (12º sec. a. C.), o del sec. 10º-9º, o (come vuole Aristotele) contemporaneo della fondazione dei giochi olimpici (776). L'attribuzione a L. dell'ordinamento ...
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Filosofo della scuola neoplatonica di Alessandria, dove insegnò dal 420 circa d. C. in poi. Il sistema di I., rifiutando le complicate gerarchie d'ipostasi plotiniane e postplotiniane, torna a una sintesi [...] di elementi platonici, peripatetici e stoici, che ricorda quella operata dal cosiddetto medio platonismo, salvo elementi di probabile influsso cristiano. Ci restano: il commentario ai neopitagorici Versi ...
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Filosofo ispano-romano del sec. 1º d. C., seguace dell'indirizzo neopitagorico, in cui sono sensibili influssi platonizzanti, che preannunciano il neoplatonismo e le sue "ipostasi". Nelle sue Lezioni pitagoriche, [...] di cui restano alcuni frammenti, dette un significato simbolico alle concezioni pitagoriche dei numeri, vedendo significate, per es., nell'uno (la "monade") l'unità, l'identità e l'armonia, nel due (la ...
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Dionigi, santo
Manlio Simonetti
Fu eletto vescovo di Roma il 22 luglio del 259 (o, meno probabilmente, del 260), qualche tempo dopo il martirio di Sisto II avvenuto durante la persecuzione di Valeriano, [...] sua critica. Probabilmente la questione si chiuse con questa replica. Quel che è certo è che la dottrina delle tre ipostasi continuò a rappresentare l'indirizzo dottrinale ufficiale della sede di Alessandria e gradualmente, tra la fine del III e gli ...
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Filosofo neoplatonico (sec. 3º d. C.), discepolo di Ammonio Sacca. L'ipotesi secondo la quale sarebbe da identificarsi con l'O. padre della Chiesa è stata dimostrata priva di fondamento da K. O. Weber [...] opera ῎Οτι μόνος ποιητὴς ὁ βασιλεύς ("Che il solo facitore è il re"), egli, contro la tendenza a moltiplicare le ipostasi divine (suprema unità, pensiero, anima del mondo) via via discendenti verso il mondo sensibile, identificava Dio con il Demiurgo ...
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Filosofo, teologo ed economista russo (Liven´, Orël, 1871 - Parigi 1944), amico di N. Berdjaev, fu dapprima marxista, e insegnò economia politica alle univ. di Kiev e Mosca. Ordinato sacerdote (1918), [...] di teologia ortodossa di Parigi. Come teologo ha elaborato una teoria di ispirazione neoplatonica circa il ruolo demiurgico di un'ipostasi divina, la Sofia, assimilabile all'anima del mondo. Questa teoria gli procurò l'accusa di eresia e la condanna ...
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Filosofo (3º sec. d. C.), nato in Etruria, come si crede per il soprannome Tusco. Entrato (246) nella scuola di Plotino a Roma, vi rimase 24 anni. Si ricavano sue notizie dalla Vita di Plotino di Porfirio [...] è già evidente la tendenza, caratteristica nell'evoluzione del neoplatonismo plotiniano, a moltiplicare le ipostasi. Così il νοῦς è da lui diviso in tre ipostasi concepite come tre "demiurghi": l'Intelletto che è ("ente"), quello che ha ("possedente ...
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Giulio I, santo
Manlio Simonetti
Il Liber pontificalis, nr. 36, lo dice romano di nascita, "ex patre Rustico". Fu consacrato vescovo di Roma il 6 febbraio 337. In quell'anno venne a mancare Costantino, [...] di Cesarea nell'affermare una dottrina cristologica insistente sulla divinità di Cristo in quanto Figlio reale di Dio, distinto per ipostasi da Dio Padre, a lui subordinato e unito per l'identità del volere e dell'agire, creatore e redentore del ...
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Liberio
Manlio Simonetti
Il Liber pontificalis, nr. 37, la cui informazione, per altro, risulta in complesso largamente inattendibile, lo dice "natione Romanus, ex patre Augusto". Quando venne a mancare [...] generico e più rispettosa, rispetto al simbolo niceno, della sussistenza individuale del Figlio, in quanto lo affermava dotato di ipostasi propria, distinta da quella del Padre. Ma già verso il 355 da una parte Atanasio aveva rilanciato il simbolo ...
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Filosofo greco (n. Licopoli, Egitto, 203-206 - m. in Campania 269-270), massimo rappresentante del neoplatonismo antico. P. è autore delle Enneadi, cioè di sei gruppi di nove scritti ciascuno, raccolti [...] e della gnoseologia precedenti, manifestano il processo di discesa dal principio supremo fino ai limiti del sensibile. Oltre tali ipostasi è solo la materia, indeterminata e indefinibile, puro non essere e tenebra, in quanto privazione di luce. Il ...
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ipostasi1
ipòstaṡi1 s. f. [dal lat. tardo hypostăsis, gr. ὑπόστασις «sostanza», comp. di ὑπό «sotto» e στάσις «lo stare»]. – 1. Nella filosofia greca, sostanza, natura, ciò che resta fermo dietro il fluire dei fenomeni transeunti. Nel linguaggio...
ipostasi2
ipòstaṡi2 (o ipostàṡi) s. f. [dal gr. ὑπόστασις (v. la voce prec.), nel sign. di «sedimento, materia condensata»; la pronuncia piana della parola, che nell’uso medico è più frequente di quella sdrucciola, è dovuta al senso della...