Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] toscanizzato degli strati medi e popolari della città.
Sull’interpretazione generale del fenomeno esistono opinioni divergenti. iniziare a essere stigmatizzate nel momento in cui la norma prescrittiva si irrigidì attorno al canone toscano: dal Sei ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] , p. 32)
Con altri aggettivi la scelta della preposizione segnala una differenza di interpretazione. Ciò vale, per es., per l’aggettivo e quella completiva non corrisponde di norma a una differenza di interpretazione (Skytte 1983: 443-452):
(72 ...
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Nel linguaggio comune si dice che una frase, un discorso, una lingua hanno una propria ‘musicalità’. Naturalmente, questa è un’affermazione tutt’altro che chiara e rigorosa. Probabilmente, è ispirata da [...] ma di norma all’inizio si dell’italiano parlato. Atti delle VII giornate di studio del Gruppo di fonetica sperimentale (AIA) (Napoli, 14-15 novembre 1996), a cura di F. Cutugno, Roma, Esagrafica, pp. 27-49.
Frascarelli, Mara (2004), L’interpretazione ...
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Giacomo Leopardi (Recanati 1798 - Napoli 1837) ricevette nell’infanzia un’educazione tradizionale, affidata a istruttori ecclesiastici. L’analisi linguistica degli scritti del periodo 1809-1810 non a caso [...] Francesco Petrarca con l’interpretazione di Giacomo Leopardi, 1826 (per es., il pronome personale eglino «essi», la desinenza dell’imperfetto indicativo io era, il condizionale saria, ecc.) o , ecc.), secondo una norma classica applicata anche nelle ...
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D'OVIDIO, Francesco
Lucia Strappini
Nacque da Pasquale e da Francesca Scaroina il 5 dic. 1849 a Campobasso, da dove la famiglia si trasferì nove anni dopo a Napoli. Qui compì gli studi secondari nel [...] di adottare come norma il fiorentino, secondo l'indicazione manzoniana, ma corretto dalla lingua della tradizione letteraria: della soppressione di una parte consistente della narrazione; un capitolo di carattere critico-estetico sull'interpretazione ...
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Insieme a nomi, verbi e aggettivi, gli avverbi costituiscono una delle classi aperte di parole nel lessico dell’italiano.
Uno degli aspetti più difficili nell’analisi degli avverbi riguarda la loro definizione [...] gli avverbi vengono realizzati all’interno della frase è legata alla loro interpretazione. Ciò implica che, qualora una gli esempi in (48-49), nell’italiano di oggi non precede di norma gli avverbi come mai e più (sui quali ha ‘portata’: cfr. supra ...
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Contrariamente a ciò che avviene per altre lingue (per es., francese, tedesco, inglese), non è abituale periodizzare l’italiano. Tuttavia il concetto di italiano antico, opposto a quello di italiano moderno [...] nel Quattrocento e che non erano stati inclusi nella norma di Pietro Bembo, come breve e trova per l’assenza della -n finale va interpretata probabilmente come una sua assimilazione alla l successiva [nolːarˈdiskon]. L’apocope delle vocali finali ...
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Le frasi causali sono frasi subordinate che esprimono la causa (➔ causalità, espressione della) o il motivo dell’evento codificato nella principale; più in generale, esse rientrano tra le costruzioni sintattiche [...] consiste nell’«arrischiare l’interpretazione di un dato» giugno 2006)
(44) L’unica strada è proprio quella della corporeità, poiché il corpo è ciò che l’umanità ha dalla locuzione tant’è vero che segue di norma la principale:
(46) mangio perché ho ...
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Il gerundio è un modo verbale non finito invariabile, formato con i suffissi -ando (prima coniugazione) e -endo (seconda e terza). Ha una forma semplice (cantando) e una forma composta (avendo cantato).
Il [...] delle interminabili sere (Dino Buzzati, Il segreto del bosco vecchio, p. 136)
Si prestano in particolar modo a interpretazione italiano moderno, eventuali complementi e avverbiali si collocano di norma dopo il verbo al gerundio. Nei secoli passati, ...
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I verbi sintagmatici sono verbi polirematici (cioè composti da più elementi; ➔ polirematiche, parole) come andare giù, tirare su, venire fuori, mettere sotto, ecc., che hanno la struttura verbo + particella. [...] neutrale sala (Baricco 1995: 78)
(6) Pin ha scantonato fuori dal mucchio delle vecchie case (Calvino 1993: 23)
(7) identici a quelli che dal bar del parlato, per molti secoli accantonati dalla norma scritta, benché presenti già nell’italiano antico: ...
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norma
nòrma s. f. [dal lat. norma «squadra» (come strumento) e fig. «regola»]. – 1. In origine, con sign. non più in uso, strumento adoperato da tecnici e operai per tracciare misure e rapporti di linee e di angoli; squadra: fare a norma,...
interpretazione
interpretazióne (tosc. o letter. interpetrazióne) s. f. [dal lat. interpretatio -onis, lat. pop. interpetratio]. – 1. L’atto e, più spesso, il modo d’interpretare, cioè, in genere, di scoprire e spiegare quanto in uno scritto...