Nome con il quale è noto il filosofo averroista M. A. de' Passeri (m. Padova 1563); figlio di Niccolò (m. 1522) che aveva insegnato arti e poi medicina all'univ. di Padova, occupò dal 1517 la cattedra [...] Fisica e al De anima (post., 1576) di Aristotele (ove intende dimostrare il perfetto accordo fra Averroè e Simplicio sulla dottrina dell'unità dell'intelletto); da un punto di vista averroistico polemizzò contro P. Pomponazzi e gli alessandristi. ...
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Scienza greco-romana. La filosofia della Natura tra VI e V secolo
Giulio Lucchetta
La filosofia della Natura tra VI e V secolo
Problemi di metodo
Nel Libro I della Metafisica, Aristotele traccia un [...] : essi dicono infatti che gli animali e le piante né sono né si generano per fortuna ma per natura o a causa dell’Intelletto, o altra causa simile (non si attua generazione da qualche seme a caso, ma da quel seme nasce un ulivo, da quest’altro ...
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Filosofo (Tetenbüll, Holstein, 1736 - Copenaghen 1807). Professore di filosofia all'univ. di Kiel dal 1776, nel 1798 si trasferì a Copenaghen, dove occupò alte cariche amministrative. La sua opera principale, [...] la filosofia e la metafisica esclusivamente sulla matematica e sui suoi metodi, e sottolinea la funzione svolta dall'intelletto nella stessa attività percettiva, come poi farà Kant. Altre opere: Gedanken über einige Ursachen, warum in der Metaphysik ...
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VESPIGNANI, Alfonso Maria
Vescovo e filosofo scolastico, nato a Imola il 19 dicembre 1825, morto a Cesena l'11 febbraio 1904. Ordinato sacerdote, passò attraverso tutte le cariche della curia diocesana, [...] circa l'origine dell'anima umana, con una terza sulla mente di San Tommaso intorno al concepimento di Maria SS. (1887); Il rosminianesimo ed il lume dell'intelletto umano (1887); Della materia prima (1887); Dell'esemplarismo divino (1887); Dell ...
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Progresso
Gennaro Sasso
di Gennaro Sasso
Progresso
sommario: 1. Introduzione. 2. Diversità d'accenti nella critica dell'idea di progresso. a) Il ‛tramonto dell'Occidente' e l'avvento degli ‛uomini metallici'. [...] immediatezza. Non è affatto vero che, come Burckhardt aveva scritto, la storia sia uniforme, e senza sviluppo l'animo e l'intelletto dell'uomo. Non è affatto vero che il triste fardello di sofferenze, di crudeltà e di errori, di cui essa offre tante ...
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La scienza bizantina e latina prima dell'influsso della scienza araba. La concezione agostiniana del sapere...
Pasquale Porro
La concezione agostiniana del sapere e la tradizione neoplatonica latina
La [...] e sulle dottrine musicali degli Antichi (Libro V). La funzione principale che Boezio assegna alla musica è quella di condurre l'intelletto a riconoscere l'armonia del mondo, e dunque l'ordine provvidenziale che sussiste nelle cose al di là della loro ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Dante Alighieri
Cesare Vasoli
La mirabile costruzione della Comedia è l’esito del passaggio, attraverso le cosiddette opere minori, dal momento esistenziale e poetico della Vita nuova alla meditazione [...] », l’uomo poteva raggiungere in questa vita un ‘fine quasi perfetto’; e che l’uso pratico e quello speculativo dell’intelletto erano le due vie «espedite e dirittissime» (Convivio, cit., p. 404) per ottenere la felicità completa e perfetta nella vita ...
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DELLA VOLPE, Galvano
Nicolao Merker
Nacque a Imola il 24 sett. 1895, secondogenito del conte Lorenzo e di Emilia Scali. Ufficiale di cavalleria negli anni della prima guerra mondiale, si laureò in filosofia [...] regredì al leibnizianismo, ma lo combinò, aggravandolo, con la concezione romantico-mistica del senso e il disprezzo dell'intelletto. A il tema del secondo capitolo, la cui ultima sezione contiene poi un inedito elemento nuovo, destinato in seguito ...
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Filosofo (sec. 13º), il maggiore rappresentante dell'averroismo latino. Manchiamo di notizie biografiche precise; fu forse discepolo di Alberto Magno; sappiamo che insegnò alla facoltà delle arti a Parigi [...] per sé sussiste nel suo essere, indipendente dalla materia". Nel perduto De felicitate sviluppava la dottrina averroistica della copulatio con l'intelletto agente. La fama di S. è testimoniata anche da Dante che lo pone nel cielo del Sole (Paradiso X ...
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Filosofo (n. Chieti 1420 circa - m. Vicenza 1499). Allievo di Paolo della Pergola e di Gaetano da Thiene, si addottorò in artibus a Padova nel 1452 (da vecchio conseguì la laurea in medicina, 1496); succedette [...] Di orientamento aristotelico-averroistico sebbene cauto nelle soluzioni più controverse, aderì alla tesi di Averroè sull'unità dell'intelletto possibile; ma, dopo l'editto del vescovo P. Barozzi (1489), che vietava le discussioni attorno al problema ...
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intelletto1
intellètto1 part. pass. [dal lat. intellectus, part. pass. di intelligĕre «intendere»], letter. ant. – Inteso, conosciuto dalla mente: O luce etterna che sola in te sidi, Sola t’intendi, e da te intelletta E intendente te ami e...
intelletto2
intellètto2 s. m. [dal lat. intellectus -us, der. di intelligĕre «intendere», part. pass. intellectus]. – 1. a. In filosofia, la facoltà, propria dello spirito, di intendere le idee, di formare i concetti, di formulare giudizî,...