esperienza
Stefano De Luca
Conoscenza personale e diretta di una situazione
Per esperienza si intende, nel linguaggio comune, qualsiasi forma di conoscenza derivante dalla partecipazione personale a [...] (16°-17° secolo), fondatore dell'empirismo moderno ‒ bensì l'esperimento, ossia l'esperienza guidata e disciplinata dall'intelletto. Un altro filosofo inglese, John Locke (17° secolo), allargò il concetto di esperienza, includendo al suo interno ...
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La civilta islamica: scienze della vita. La tradizione galenica
Gotthard Strohmaier
La tradizione galenica
La letteratura medica del Medioevo arabo-islamico è una continuazione diretta di quella greca; [...] greco il tentativo di ricondurre i fenomeni visibili ad alcuni elementi semplici che ne costituiscono il fondamento e che solo l'intelletto è in grado di cogliere. Nella medicina come nell'astronomia e in altri campi del sapere, la realtà è quindi ...
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stimativa
Alessandro Niccoli
Secondo la psicologia scolastica la s. (o aestimativa) è una delle facoltà o ‛ sensi interni ' dell'anima (cfr. Alb. Magno An. III I 9 " sunt quinque sensus interiores, [...] e con la fantasia (v.) o immaginazione (v.) nel discriminare le sensazioni particolari. Dato che oggetto proprio dell'intelletto è l'intenzione (v.) universale, cioè l'idea (intentio universalis), oggetto dei sensi interni è l'intentio individualis ...
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risolvere (resolvere)
Andrea Mariani
Tre sole occorrenze, nella Commedia. In senso proprio, come intransitivo pronominale, per " dissolversi ", " dissiparsi ": al soffio del maestrale si purga e risolve [...] " la coscienza, ossia la " memoria ", dalle impurità dei ricordi terreni. Ma per gli antichi la coscienza era invece l'intelletto, nel quale la grazia stessa di Dio (de la mente il fiume, v. 90) sarebbe scesa, dopo averlo " purificato " delle ...
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assoluto
Vincenzo Laraia
. L'aggettivo ha in Pd IV 109 e 113 il significato comune di " senza alcun vincolo ", " incondizionato ", " libero ": Voglia assoluta non consente al danno; / ma consentevi [...] volere una cosa e assoggettarvisi in rispetto a un timore o a una speranza o altro fine ".
In Cv IV XXI 8 assoluta è la virtù intellettiva (cioè l'intelletto possibile, v.), in quanto " libera " o " sciolta " da ogni ombra corporea; qui D. dice che l ...
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trasmodarsi
Marisa Cimino
Neoformazione verbale parasintetica (v. NEOLOGISMI), usata da D., nella forma intransitiva pronominale, solo in Pd XXX 19 La bellezza ch'io vidi [di Beatrice] si trasmoda / [...] La bellezza di Beatrice non solo trascende il limite, la possibilità di noi mortali, ma certamente anche in cielo solo Iddio può goderla in pieno (Benvenuto: " transit modum et mensuram "; Landino: " passa il modo e la misura dell'intelletto umano ") ...
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apodissi
Dal gr. ἀπόδειξις «dimostrazione». Termine assunto dalla logica aristotelica per indicare il rigoroso processo di prova della validità di una singola proposizione mediante la sua deduzione da [...] all’infinito, nell’esigenza di provare le premesse di ogni singola deduzione; Aristotele pone quindi all’origine le «premesse immediate», «principi» dell’a., che devono essere percepite senz’altro come vere dalla conoscenza noetica dell’intelletto. ...
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In senso ampio, quel ramo della filosofia che si occupa di qualsiasi forma di comportamento (gr. ἦθος) umano, politico, giuridico o morale; in senso stretto, invece, l’e. va distinta sia dalla politica [...] non il ricordo di una forma immutabile, ma l’immagine stessa di Dio, presente a ciascuno con la luce dell’intelletto e della grazia.
E. moderna
Nell’Umanesimo e nel Rinascimento l’accentuarsi degli interessi ‘civili’, la polemica contro aspetti ...
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Filosofo (n. Chieti 1420 circa - m. Vicenza 1499). Allievo di Paolo della Pergola e di Gaetano da Thiene, si addottorò in artibus a Padova nel 1452 (da vecchio conseguì la laurea in medicina, 1496); succedette [...] Di orientamento aristotelico-averroistico sebbene cauto nelle soluzioni più controverse, aderì alla tesi di Averroè sull'unità dell'intelletto possibile; ma, dopo l'editto del vescovo P. Barozzi (1489), che vietava le discussioni attorno al problema ...
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Filosofo (Monaco di Baviera 1874 - Francoforte sul Meno 1928). Professore nelle univ. di Jena, di Monaco, di Colonia e di Francoforte. Dopo un saggio ispirato ancora alle prospettive del suo maestro R. [...] materiale Wertethik (1916). Il metodo fenomenologico consente infatti, secondo S., d'individuare degli oggetti completamente inaccessibili all'intelletto e disposti tra loro in un ordine eterno e gerarchico: i valori. L'accertamento del loro ordine ...
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intelletto1
intellètto1 part. pass. [dal lat. intellectus, part. pass. di intelligĕre «intendere»], letter. ant. – Inteso, conosciuto dalla mente: O luce etterna che sola in te sidi, Sola t’intendi, e da te intelletta E intendente te ami e...
intelletto2
intellètto2 s. m. [dal lat. intellectus -us, der. di intelligĕre «intendere», part. pass. intellectus]. – 1. a. In filosofia, la facoltà, propria dello spirito, di intendere le idee, di formare i concetti, di formulare giudizî,...