In filosofia, nella sua accezione generale, il termine è stato usato per indicare le varie forme che nella storia del pensiero ha assunto la polemica contro la ragione intesa come facoltà che procede per [...] soprattutto in sede polemica, il termine si è caricato di significati diversi, in rapporto al diverso valore dato a ragione, intelletto, razionalità ecc. Più in particolare, tra Otto e Novecento, è servito a indicare la filosofia di F.W. Nietzsche, l ...
Leggi Tutto
POMPONAZZI, Pietro (latinizz. in Petrus Pomponatius)
Guido Calogero
Pensatore italiano del Rinascimento, nato a Mantova il 16 settembre 1462, morto a Bologna il 18 maggio 1525. Dopo avere studiato all'università [...] come destinata anch'essa a perire. Il P., approfondendo l'analisi gnoseologica, insiste nel dimostrare come l'attività dell'intelletto non sia concepibile senza quella della fantasia o immaginazione, e questa a sua volta senza quella del senso: un ...
Leggi Tutto
Filosofo, nato verso il 1270 (secondo alcuni, il 1266, secondo altri, il 1274). Sul luogo della sua nascita nulla si sa di sicuro: c'è chi lo fa nativo d'Irlanda, e chi di Scozia o d'Inghilterra. Secondo [...] un senso più largo e più profondo del reale. Duns Scoto non si appaga di un universale che sia semplice prodotto dell'intelletto: se così fosse, non si potrebbe porre nessuna differenza fra la metafisica e la logica, anzi la scienza sarebbe la stessa ...
Leggi Tutto
giudizio (giudicio; iudicio)
Alfonso Maierù
Designa l'atto del giudicare e il risultato dell'atto, ma è termine portatore di valori provenienti da più tradizioni.
D. attinge a tradizioni legate tutte [...] in speculativis quam in practicis ".
Con il recupero del De Anima di Aristotele, si parla di g. del senso e dell'intelletto: è dottrina aristotelica che ogni senso giudica il suo oggetto senza errore (Anima II 6, 418a 14; cfr. Averroè Comm. magnum ...
Leggi Tutto
Ruggero di Marston
Filosofo e teologo (m. Norwich, Est, 1303 ca.). Francescano, studiò a Parigi (forse tra 1269-72), dove fu discepolo di Giovanni Pecham. Lettore a Cambridge nello studio dell’ordine [...] della volontà, ecc. In partic., interessante la sua rigorosa ripresa della dottrina agostiniana dell’illuminazione: la lux increata irraggia direttamente l’intelletto umano e lo rende capace di conoscere le «verità eterne», sicché Dio stesso è l ...
Leggi Tutto
attributo
Nella logica, ciò che si afferma o si nega del soggetto di un giudizio. In questo senso è sinonimo di predicato. Nella scolastica medievale, si designavano come «a. dialettici» i cinque universali [...] , a. è un carattere essenziale di una sostanza e quindi opposto ad accidente (➔). Spinoza lo definì «ciò che l’intelletto apprende della sostanza come costituente la sua essenza» (Ethica ordine geometrico demonstrata, post. 1677, I, def. IV). ...
Leggi Tutto
brucare
Andrea Mariani
Unica occorrenza in Rime CIII 33 ciò è che 'l pensier bruca / la lor vertù [dei denti d'Amore] sì che n'allenta l'opra: vale propriamente " rodere come fa un bruco, un coniglio, [...] e altro erbivoro ". Qui in uso traslato (e in rima difficile) con metafora assai efficace: soggetto è infatti la vertù (la potenza) dei denti d'Amore, la quale " rode il mio intelletto (pensier) sì da rallentarne le operazioni " (Pazzaglia). ...
Leggi Tutto
NIFO, Agostino (Augustinus Niphus)
Guido Calogero
Filosofo, nato nel 1473, morto nel 1538 o 1545. Controverso è il luogo della sua nascita, non essendo certissimo che egli sia nato a Sessa, nonostante [...] et daemonibus (Padova 1492), in cui considerava come immortali solo le intelligenze motrici degli astri e l'unico ed universale intelletto umano. A tale interesse del N. per Averroè si riconnette anche l'edizione delle sue opere, da lui curata tra ...
Leggi Tutto
L'Alfarabi o Alpharabius o Avennasar, ecc. degli scritti latini medievali, uno dei più famosi filosofi musulmani, soprannominato in arabo al-mu‛allim ath-thānī "il secondo maestro" (il primo essendo Aristotele), [...] emana dunque l'esistenza del secondo, anch'esso sostanza incorporea immateriale; questo secondo è la prima delle intelligenze, è l'"intelletto attivo", il quale dispensa al mondo le forme esistenti ab aeterno nella mente di Dio; da esso, in quanto ...
Leggi Tutto
memoria
Il termine designa la capacità di conservare e riproporre le immagini delle esperienze passate, siano esse sensibili o intellettuali; ma designa anche le stesse immagini o ricordi di quelle esperienze. [...] Alano di Lilla, loc. cit.); v. anche MENTE.
La M. degli angeli. - In Pd XXIX 71-81 si pone il problema se gli angeli abbiano intelletto, m. e volontà (l'angelica natura / è tal, che 'ntende e si ricorda e vole, v. 72) e si risponde che essi non hanno ...
Leggi Tutto
intelletto1
intellètto1 part. pass. [dal lat. intellectus, part. pass. di intelligĕre «intendere»], letter. ant. – Inteso, conosciuto dalla mente: O luce etterna che sola in te sidi, Sola t’intendi, e da te intelletta E intendente te ami e...
intelletto2
intellètto2 s. m. [dal lat. intellectus -us, der. di intelligĕre «intendere», part. pass. intellectus]. – 1. a. In filosofia, la facoltà, propria dello spirito, di intendere le idee, di formare i concetti, di formulare giudizî,...