L'opposizione dei concetti di concreto e astratto (v.) comincia ad apparire tipicamente nel linguaggio filosofico nei secoli XII e XIII, quando, con Gilberto Porretano e con Duns Scoto, essi furono usati [...] riferisse all'oggetto in sé inteso, affermandolo diversamente da quel che è; se invece si rapporta al modo d'intendere immateriale dell'intelletto diverso dal modo d'essere materiale delle cose, non si cade nel falso, come non si cade nel falso se di ...
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GREGORIO da Rimini
Roberto Lambertini
A. Tabarroni
Alessandro Conti
Le informazioni relative alla provenienza familiare di G., nato probabilmente a Rimini agli inizi del Trecento, sono pressoché inesistenti: [...] forma sostanziale di un corpo che ha la vita in potenza, G. ha buon gioco nel confutare la tesi averroistica che l'intelletto possibile è unico per l'intera specie umana, separato e autosussistente, e si unisce ai singoli uomini solo nel momento del ...
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svelare
Antonio Lanci
Occorre una sola volta nella Commedia, con il ‛ si ' passivante, nel significato di " manifestare ": Pg III 33 A sofferir tormenti, caldi e geli / simili corpi [aerei] la Virtù [...] [divina] dispone / che, come fa, non vuol ch' a noi si sveli, " manifestetur " (Benvenuto), " non si scopri e tolga via lo velo de l'ignoranzia da l'intelletto nostro " (Vellutello). V. anche DISVELARE; rivelare. ...
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Filosofo francese (Parigi 1867 - Fontenay-aux-Roses 1956). Ha avversato ogni forma di misticismo, intuizionismo, romanticismo, sia nel campo della filosofia (Le bergsonisme, 1912), sia nel campo della [...] Posizione che si ritrova nei romanzi del B., L'ordination (1912) e Les amorandes (1922). Lo stesso culto per l'intelletto puro lo ha condotto a polemizzare contro i "chierici" (quelli la cui attività, per essenza, non persegue fini pratici: artisti ...
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Filosofo e teologo scolastico, detto il doctor resolutus (n. Baconthorpe, Norfolk - m. Londra prob. 1346). Provinciale (1327-33 circa) dei carmelitani, prof. a Oxford e Cambridge, fu considerato come il [...] di Averroè e per la sua difesa di alcune dottrine fondamentali dell'averroismo latino; non ammetteva, tuttavia, l'unità dell'intelletto possibile. Autore di un commento alle Sentenze di P. Lombardo, di commenti alla Scrittura e ad Aristotele, in gran ...
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TMAN Termine della filosofia indiana. Qualunque sia il significato etimologico, tuttora controverso, della parola ātman, la sua più antica accezione è quella di "sé stesso" in antitesi con ciò che sé stesso [...] sia per la prima volta nettamente distinta dalla materia. La luce d'intelligenza che rischiara ogni essere emana dall'intelletto cosmico, nel quale la coscienza si dilegua quando sopraggiunge la morte. "Non c'è coscienza (saṃjñā) dopo morte" afferma ...
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familiare (famigliare)
Domenico Consoli
È adoperato sia come aggettivo che come sostantivo. Come aggettivo vale " che concerne la famiglia ", " domestico ": cura familiare e civile (Cv I I 4; e v. anche [...] integrazione del Witte, accettata dagli editori posteriori). Nell'occorrenza di Cv II XV 5, riferito a intelletto assume il senso di " familiarizzato " col ragionamento filosofico, abituato a filosofare.
Come sostantivo indica " chi appartiene ...
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sensato
Lucia Onder
Aggettivo neutro sostantivato che indica il " sentito ", cioè " ciò che è percepito dai sensi ". Il termine è volgarizzazione del latino sensatum che traduceva il corrispondente [...] II IV 17 dal quale [senso] comincia la nostra conoscenza, e III II 13 questa sensitiva potenza è fondamento de la intellettiva, cioè de la ragione: e però ne le cose animate mortali la ragionativa potenza sanza la sensitiva non si truova.
Il termine ...
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dibrancarsi
Col significato di " diramarsi ", " suddividersi ", in Cv IV XXIII 3 [il seme divino della nobiltà] Germoglia dunque per la vegetativa, per la sensitiva e per la razionale; e dibrancasi per [...] tutte a le loro perfezioni, cioè per ciascuna potenza di ogni singola parte sostanziale dell'anima: nella razionale, per l'intelletto e la volontà; nella sensitiva, per i sensi interni ed esterni; e nella vegetativa, per la nutritiva, ecc. Vedi anche ...
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Filosofo (Wrington, Somersetshire, 1632 - Oates, Essex, 1704), uno dei promotori dell'Illuminismo inglese ed europeo, il primo teorico del regime politico liberale, l'iniziatore dell'indirizzo critico [...] de tolerantia, poi i Two treatises of government (1690) e il suo capolavoro, Essay concerning human understanding ("Saggio sull'intelletto umano", 1690). Dal 1691 L. visse quasi sempre nel castello di Oates (Essex), ospite di Sir F. Masham, lavorando ...
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intelletto1
intellètto1 part. pass. [dal lat. intellectus, part. pass. di intelligĕre «intendere»], letter. ant. – Inteso, conosciuto dalla mente: O luce etterna che sola in te sidi, Sola t’intendi, e da te intelletta E intendente te ami e...
intelletto2
intellètto2 s. m. [dal lat. intellectus -us, der. di intelligĕre «intendere», part. pass. intellectus]. – 1. a. In filosofia, la facoltà, propria dello spirito, di intendere le idee, di formare i concetti, di formulare giudizî,...