profondarsi
Bruno Bernabei
Voce rara, esclusiva dell'uso poetico; ricorre due sole volte nel Paradiso, in forma intransitiva pronominale e nel senso traslato di " addentrarsi ", " immergersi profondamente [...] creati nasce alla contemplazione e penetrazione delle verità supreme: I 8 appressando sé al suo disire [Dio], / nostro intelletto si profonda tanto, / che dietro la memoria non può ire (" correlativo alla sottintesa e usitata metafora biblica di ...
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Vespignani, Alfonso Maria
Vescovo e filosofo italiano (Imola 1825 - Cesena 1904). Ordinato sacerdote, passò attraverso tutte le cariche della curia diocesana, fino a che, per i suoi meriti come assertore [...] si ricordano: Sul saggio della teorica sopra gli universali secondo i principi di S. Tommaso D’Aquino (1867); Il rosminianismo ed il lume dell’intelletto umano (1887); Discussioni sulla materia prima (1887); Dell’esemplarismo divino (1887); Dell ...
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Diritto
1. Diritto civile
Nel diritto civile l’e. costituisce una ipotesi di anormalità nella esplicazione dell’autonomia privata e nei relativi regolamenti d’interessi, i quali conseguentemente si presentano [...] Anche per Aristotele l’e. si dà solo là dove elementi diversi vanno combinati e quindi può verificarsi quando l’intelletto, che deve effettuare detta sintesi, non opera rispettando la struttura sostanziale dell’essere. In tal modo l’e. viene ascritto ...
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Nella gnoseologia aristotelica, l’attività mentale che viene messa in atto dalla διάνοια, cioè dal pensiero discorsivo, il quale scinde nella dualità giudicante del soggetto e del predicato l’unità dell’oggetto [...] della νόησις.
Virtù dianoetiche Nella dottrina morale aristotelica, sono le virtù (arte, scienza, saggezza, sapienza, intelletto) che, a differenza di quelle etiche, attinenti più propriamente all’attività pratica, si riferiscono al retto ...
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Coppia di termini, dei quali il primo indica, in senso estremamente generico, ciò che è stato isolato da altre cose con cui si trova in un rapporto qualsiasi, allo scopo di farne uno specifico oggetto [...] di Storia e coscienza di classe (1923), opera nella quale a. torna a essere definito, al modo di Hegel, l’intelletto scientifico, e c. il processo storico nella sua totalità, scandito secondo i ritmi della dialettica hegeliana. Sull’importanza dell’a ...
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MARCHENA y RUIZ, Josè
Uomo politico, giornalista e letterato spagnolo, noto come l'"Abate Marchena": nacque a Utrera nel 1768, morì a Madrid nel 1821. Studioso di Voltaire e delle nuove ideologie, dovette, [...] per le sue idee avanzate, esulare in Francia, dove arrivò nel momento della Rivoluzione. La prontezza del suo intelletto e la vivacità del suo stile lo misero in prima piano nel giornalismo militante e nella politica parigina. Dapprima con Marat, ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Luigi Catalani
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Muovendo dalla controversia sull’uso dell’aristotelismo come base per l’insegnamento [...] piacere dei sensi, perciò finisce per disprezzare i piaceri sensibili. […] La terza ragione è data dal fatto che nell’uso dell’intelletto e nella speculazione non vi è alcuna colpa, poiché nelle cose per loro natura buone non vi è eccesso, né colpa ...
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materia/forma
Distinzione utilizzata in un preciso senso gnoseologico (a parte l’uso che ne ha sempre fatto la speculazione metafisica: ➔ materia) da J.H. Lambert e Tetens, e sviluppata da Kant, nel [...] ha un ruolo essenziale, consentendo, anche per questo verso, la contrapposizione tra sensibilità (molteplice sensibile) e intelletto (categorie come funzioni attive del soggetto nell’unificazione del molteplice). La coppia di concetti viene mantenuta ...
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In filosofia, dottrina secondo la quale le entità astratte (generali o universali) non esistono di per sé, ma si risolvono nei nomi che designano classi di individui, gli unici considerati esistenti.
Nel [...] predicabile di più res, e nella voce è segno convenzionale significante più cose. Il concetto è segno naturale prodotto nell’intelletto dall’azione delle cose che, presenti e intuite, forniscono le notizie e poi danno luogo alle nozioni comuni, che ...
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Filosofo italiano nato a Cigliano il 7 febbraio 1828 e morto a Torino il 14 dicembre 1905. Professore e poi preside nelle scuole medie, fu nominato nel 1877 professore di storia della filosofia nell'università [...] di Padova e nel 1879 in quella di Torino. La sua opera principale (La dottrina dell'intelletto in Aristotile e nei suoi più illustri mterpreti. Torino 1896) fu premiata dall'Accademia dei Lincei. Tra gli altri numerosi suoi scritti ricordiamo: Esame ...
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intelletto1
intellètto1 part. pass. [dal lat. intellectus, part. pass. di intelligĕre «intendere»], letter. ant. – Inteso, conosciuto dalla mente: O luce etterna che sola in te sidi, Sola t’intendi, e da te intelletta E intendente te ami e...
intelletto2
intellètto2 s. m. [dal lat. intellectus -us, der. di intelligĕre «intendere», part. pass. intellectus]. – 1. a. In filosofia, la facoltà, propria dello spirito, di intendere le idee, di formare i concetti, di formulare giudizî,...