DONATI, Alamanno
Paolo Viti
Nacque a Firenze il 20 maggio 1458 (Arch. di Stato di Firenze, Tratte, 444 bis, f. 174r) dal notaio ser Marchionne. Fu scolaro di Giorgio Antonio Vespucci, che, apprezzato [...] , cosi come è da lei che deriva la bontà; ed essere buoni è più importante che essere dotti. La volontà poi comanda sull'intelletto, il quale è mosso dalla volontà, mentre questa si muove di moto proprio ed è fonte e origine di ogni moto. Inoltre la ...
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Critica della ragion pura (Kritik der reinen Vernunft)
Critica della ragion pura
(Kritik der reinen Vernunft) Opera (1781; 2a ed., con importanti modifiche, 1787) di I. Kant con la quale si inaugura [...] conosce gli oggetti in quanto «fenomeni», non i «noumeni», ossia le «cose in sé», intuizioni del puro intelletto, cui non possono applicarsi le categorie. La metafisica, non potendo cogliere mediante l’esperienza i suoi oggetti (Dio, anima, mondo ...
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Il concetto di inconscio fa la sua prima esplicita apparizione nella storia della filosofia in Leibniz, che in polemica con Locke – per il quale non esiste nulla di cui non abbiamo sempre attualmente coscienza [...] «spirito i.» o uno «spirito nascosto», uno spirito cioè della cui presenza le scienze naturali, governate dall’intelletto, non hanno consapevolezza. Ma è soprattutto dopo Schopenhauer e Nietzsche che l’i. diventa una importante chiave interpretativa ...
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Dante Alighieri, Opere minori: Convivio - Introduzione
Cesare Vasoli
I. - L'opera che si ripresenta in questo volume, a conclusione dell'edizione ricciardiana dell'Alighieri, è forse quella che, nel [...] «l'umano seme» e le «virtù» che esso reca producano un'anima più o meno pura, capace più o meno di accogliere l'«intelletto possibile» e ciò che vi è "in potenza". Se l'anima che lo riceve è pura, la sua «vertude intellettuale» è, dunque, «astratta ...
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intra (in tra)
Aldo Duro
Più vicino, per significato, a " tra " che a " entro ", esprime anzitutto posizione di mezzo tra due persone o luoghi o elementi della stessa natura; e il complemento che ne [...] dipende è spesso determinato dal numerale ‛ due ': Parlan bellezza e virtù a l'intelletto, / e fan quistion come un cor puote stare / intra due donne con amor perfetto (Rime LXXXVI 11); vidi lume in forma di rivera / fulvido di fulgore, intra due ...
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Potere insito nell’uomo di scegliere e realizzare un comportamento idoneo al raggiungimento di fini determinati.
La v. costituisce già nell’antichità uno dei principali problemi filosofici, soprattutto [...] amplia il raggio di azione della v., che conduce all’adesione alle verità di fede, indipendentemente dalle conoscenze dell’intelletto.
Nel pensiero moderno il problema del rapporto ragione-v. si ripropone con Cartesio, il quale concepisce la v. come ...
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Filosofo peripatetico (sec. 1º a. C.), insegnò a Mitilene, poi ad Atene, dove forse successe nello scolarcato ad Andronico di Rodi. Unica fonte delle sue concezioni è Cicerone, che fu suo amico, e che [...] nel De divinatione riferisce la difesa compiuta da C. del valore profetico dei sogni, i quali sono prodotti dall'intelletto (νοῦς) nel momento in cui più si stacca dal corpo e quindi è più vicino alla verità. ...
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PURO
Guido Calogero
. Aggettivo largamente usato nella terminologia filosofica, specie dall'età di Kant in poi. Già nel sec. XVII il termine era stato usato dagli gnoseologi per designare l'attività [...] "Intuizione pura" fu quindi la forma trascendentale (spazio e tempo) di ogni intuizione empirica; "concetto puro dell'intelletto" la categoria operante la sintesi delle intuizioni nel giudizio; "ragion pura" il sistema universale dello spirito (tanto ...
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filosofia analitica
In senso lato, ogni impostazione metodologica basata su tecniche concettuali che, pur differenziandosi a seconda dei vari campi di applicazione, s’imperniano tutte sull’analisi, concepita [...] come strumento essenziale dell’indagine. In questo senso si può parlare di f. a. a proposito del Saggio sull’intelletto umano lockiano, delle ricerche di Hume, di certe analisi kantiane, herbartiane e husserliane. In senso specifico, l’espressione ...
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Processo con il quale il pensiero, nella sua attività conoscitiva, tende ad aderire pienamente alla realtà. Per gnoseologie dell’a. s’intendono quindi tutte le teorie del conoscere basate sul presupposto [...] sé, ma in quanto fenomeni, vale a dire in quanto prodotti della sintesi operata dall’Io penso fra categorie dell’intelletto e dati dell’intuizione sensibile. Nella filosofia contemporanea il concetto di a. – intesa soprattutto come a. della teoria e ...
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intelletto1
intellètto1 part. pass. [dal lat. intellectus, part. pass. di intelligĕre «intendere»], letter. ant. – Inteso, conosciuto dalla mente: O luce etterna che sola in te sidi, Sola t’intendi, e da te intelletta E intendente te ami e...
intelletto2
intellètto2 s. m. [dal lat. intellectus -us, der. di intelligĕre «intendere», part. pass. intellectus]. – 1. a. In filosofia, la facoltà, propria dello spirito, di intendere le idee, di formare i concetti, di formulare giudizî,...