In senso generale, errore o incertezza che risulta dall’uso di termini equivoci. In questa accezione il termine viene usato da Aristotele (Elenchi sofistici, cap. 4) per segnalare specificamente l’ambiguità [...] ’Analitica, che reca come titolo Dell’anfibolia dei concetti della riflessione, a causa dello scambio dell’uso empirico dell’intelletto con l’uso trascendentale. La riflessione è l’attività grazie alla quale decidiamo se un concetto abbia la sua sede ...
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Concetto presente nella Critica della ragion pura (➔) (1781) di Kant. Il termine, desunto dal linguaggio giuridico, viene adoperato allo scopo di spiegare con quale pretesa di legittimità i concetti puri [...] . Lo scopo della d. t., in sostanza, è quello di dimostrare come soltanto in riferimento ai concetti puri dell’intelletto siano possibili ‘oggetti di esperienza’ ossia ‘giudizi di esperienza’. Kant procede dimostrando, in successione, che i sensi non ...
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radicale
Dal latino radicalis, è aggettivo che vale " fondamentale " nel senso di ‛ cosa che sta alla radice, alla base ': cfr. Cv IV IV 1 lo fondamento radicale [cioè basilare] de la imperiale maiestade; [...] XXII 13 lo radicale amore, cioè " fondato ", " radicato " nell'intelletto. In IV XXIII 7 umido radicale è espressione del linguaggio medico (humidum radicale) con riferimento alla ῥίζα-radix come principium o elementum. In particolare la locuzione si ...
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Nelle religioni monoteistiche, essere supremo, concepito e spesso adorato universalmente come eterno, creatore e ordinatore dell’Universo. Nelle religioni politeistiche, ciascuno degli esseri venerati [...] (e in pari tempo ontologica), per cui D. è oggetto di un’apprensione immediata dell’intelletto, e quella agnostica o dell’inconoscibilità di D. per l’intelletto umano: onde le correnti fideistiche o pragmatistiche, e simili, che insistono tutte sul ...
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Filosofo (Bologna 1461 - Pavia 1511). Alunno a Bologna di A. Achillini, fu lettore di filosofia naturale a Bologna (1493), a Padova (1499), come concorrente del Pomponazzi, e infine (dal 1503) a Pavia; [...] fu convinto sostenitore dell'interpretazione sigieriana delle più discusse dottrine averroistiche: unione dell'intelletto all'uomo, conoscenza delle sostanze separate e conseguente problema della felicità. ...
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averroismo
Cesare Vasoli
Con questo termine, non del tutto proprio, si suole indicare quella corrente o tendenza del pensiero filosofico occidentale dei secoli XIII e XIV che, in sede di interpretazione [...] gli eventi mondani alla fatale influenza dei corpi astrali, a sostenere, sia pure con sottili e abili sfumature, che l'intelletto possibile e materiale era proprio unicamente dell'intera specie umana. Ciò indusse papa Giovanni XXI, l'ex professore di ...
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Prima parte della Dottrina trascendentale degli elementi, che insieme alla Dottrina trascendentale del metodo forma l’opera maggiore di Kant, la Critica della ragion pura (➔) (1781, 2a ed. 1787). Secondo [...] . Nell’estetica, Kant si propone di «isolare» la sensibilità, cioè di separare tutto ciò che l’intelletto pensa mediante i suoi concetti da ciò che è invece dato alla conoscenza umana tramite l’intuizione sensibile. L’estetica è dunque intesa ...
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Scienza indiana. Il pensiero indiano
Raffaele Torella
Il pensiero indiano
Una 'filosofia' indiana?
I diversi modi in cui nel tempo si è articolata questa domanda e le risposte date a essa sono da inquadrare, [...] a quello yoga. Tutti e due formano un'unica strada, entrambe sono dette essere prive di fine. Mentre gli uomini di meschino intelletto li vedono come due cose separate, per certo, o re, noi li vediamo come una cosa sola. Quella stessa cosa che gli ...
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LARRA y SÁNCHEZ DE CASTRO, Mariano Josè de
Mario Casella
Letterato e giornalista spagnolo, nato il 29 marzo 1809 a Madrid, dove si uccise il 13 febbraio 1837. Breve vita, continuamente travagliata da [...] passioni, che acuirono la feconda attività di un nobile intelletto; il quale gettò lo sguardo sul mondo, ne osservò le antinomie, e per sé non trovò una norma sì da conquistarsi quella piena libertà a cui romanticamente aspirava. La sua prima ...
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Anima
J. Le Goff
J. Baschet
INQUADRAMENTO GENERALE
di J. Le Goff
I problemi filologici, teologici, filosofici e storici posti dall'a. sono di straordinaria complessità. Ci si limita qui a indicare [...] 'a. che esercitò a sua volta una grande influenza sulle concezioni cristiane. L'a., una delle tre ipostasi divine (Uno, Intelletto, Anima), è immateriale ed eterna. Discesa nel corpo terreno, essa aspira all'ascesi e alla morte, a 'fuggire verso l ...
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intelletto1
intellètto1 part. pass. [dal lat. intellectus, part. pass. di intelligĕre «intendere»], letter. ant. – Inteso, conosciuto dalla mente: O luce etterna che sola in te sidi, Sola t’intendi, e da te intelletta E intendente te ami e...
intelletto2
intellètto2 s. m. [dal lat. intellectus -us, der. di intelligĕre «intendere», part. pass. intellectus]. – 1. a. In filosofia, la facoltà, propria dello spirito, di intendere le idee, di formare i concetti, di formulare giudizî,...