Atto dell’intelletto (gr. νοῦς) o conoscenza intellettiva che Aristotele distingue dal sapere discorsivo (gr. διάνοια); la n. compone e dispone i noemi (nozioni conosciute immediatamente dall’intelletto) [...] nei giudizi e nelle argomentazioni. È quindi il presupposto della διάνοια, in quanto fornisce le prime nozioni che costituiscono il fondamento delle sintesi e deduzioni dianoetiche. Di qui la superiorità ...
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percezione
percezióne [Der. del lat. perceptio -onis "l'atto del percepire", dal part. pass. perceptus di percipere:(→ percettibilità)] [FAF] Il prendere coscienza della realtà esterna mediante l'analisi [...] P. immediata: concetto base del percezionismo. ◆ [FME] Velocità di p.: la prontezza con la quale l'apparato sensoriale-intellettivo percepisce la realtà esterna; in partic., velocità di p. auditiva, visiva, ecc., dipendenti in maniera complessa dall ...
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Il neoplatonismo
Sviluppi filosofici nel pensiero pagano fra III e IV secolo
Elena Gritti
La vita di Costantino coincide con il momento in cui la filosofia greca, dominata dal neoplatonismo, conosce [...] al di sopra di ogni altro intelligibile me stesso, una volta che sono disceso dopo una tale sosta nel mondo divino dall’intelletto alla ragione discorsiva, non so spiegarmi come mai discendo ancora una volta, e in che modo mai l’anima mi si sia ...
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sensismo In filosofia, la dottrina gnoseologica che considera ogni contenuto di conoscenza, non esclusi quelli tradizionalmente fatti procedere da superiori facoltà conoscitive, come derivato, o direttamente [...] in età postaristotelica, dalla reazione contro la precedente tendenza a svalutare la conoscenza dei sensi a vantaggio di quella intellettiva: così sensisti sono gli epicurei e gli stoici, e a loro modo anche gli scettici. Nel Medioevo la repressione ...
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ragione
Anna Lisa Schino
Guida della conoscenza e della condotta dell’uomo
La ragione è la facoltà di ragionare, ossia di mettere in rapporto i concetti. È quindi la facoltà di giudicare, cioè di [...] vivere secondo ragione.
In epoca medievale si cominciarono a operare alcune distinzioni: per Tommaso la ragione si differenzia dall’intelletto ed è di valore inferiore. La ragione è infatti l’attività di argomentare: è cioè la sede del pensiero ...
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Nell’accezione più generica, come del resto nella coscienza comune, è il principio vitale dell’uomo, di cui costituisce la parte immateriale, che è origine e centro del pensiero, del sentimento, della [...] platonica (Fozio); le dottrine di Pietro di Giovanni Olivi, il quale, contro s. Tommaso, negava che l’a. razionale o intellettiva fosse la forma del corpo (la condanna di questa dottrina, emanata dal Concilio di Vienne nel 1311, fu ribadita dal V ...
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Nato a Molfetta (Bari) il 6 luglio 1877. Laureato in lettere a Napoli (1900) e in filosofia a Roma (1905), insegnò prima le une e poi l'altra nelle scuole medie, nelle quali rimase fino al 1922 anche come [...] di oggettività, per concludere a una concezione ontologistica e teistica della realtà.
Scritti principali: La teoria della percezione intellettiva di A. Rosmini (Bari 1907), L'Essere e il problema religioso (ivi 1914), La coscienza morale (La Spezia ...
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verità Conformità o coerenza a principi dati o a una realtà obiettiva.
Filosofia
Definizione e criterio di verità
Nella storia della filosofia il concetto di v. è stato concepito in almeno due diverse [...] di un criterio di v. è parte integrante del problema gnoseologico, cioè di quale tipo di evidenza (sensibile, intellettiva, induttiva, deduttiva) possa costituire la garanzia di un’autentica conoscenza. Di là dal più generale problema gnoseologico ...
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Filosofo (Rovereto 1797 - Stresa 1855). Patriota e liberale, fu inviato (1848) dal governo piemontese presso papa Pio IX. La sua ricerca filosofica prende le mosse da un'impostazione gnoseologica kantiana [...] sua metafisica dell'"essere", distingue dall'oggetto in sé (l'"estra-soggetto") l'oggetto del conoscere: questo è "percezione intellettiva", come sintesi di un dato intuitivo soggettivamente elaborato ("percezione sensibile") e dell'unica forma dell ...
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La scienza bizantina e latina: la nascita di una scienza europea. La scienza della materia e della vita secondo la tradizione
Stefano Caroti
Baudouin van den Abeele
Graziella Federici Vescovini
La [...] si basa sull’interpretazione del noto passo del capitolo 5 del Libro III del De anima, in cui Aristotele afferma l’esistenza di un intelletto che diventa tutte le cose e di uno che le produce tutte (430a 10-17); in altri passi del De anima e del De ...
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intellettibile
intellettìbile agg. [dal lat. tardo intellectibĭlis, der. di intellectus, part. pass. di intelligĕre «intendere»]. – Nel linguaggio filosofico ant., che può essere compreso con l’intelletto, intelligibile; con senso attivo,...
intellettivo
agg. [dal lat. tardo intellectivus, der. di intellectus, part. pass. di intelligĕre «intendere»]. – 1. Che riguarda l’attività dell’intelletto, la capacità d’intendere con l’intelletto: l’atto, il momento i.; percezione, virtù,...