Filosofo e scienziato (Lipsia 1646 - Hannover 1716). Dopo aver studiato filosofia a Lipsia, matematica a Jena e diritto a Altdorf, entrato in rapporto con i Rosacroce conobbe Johann Christian barone di [...] ), mondi in sé conchiusi ciascuno dei quali rispecchia a suo modo Dio e l'universo. La sostanza individuale, in quanto incarnazione di una nozione perfetta di Dio, contiene in sé, e sviluppandosi esplicita, la completa serie dei suoi accadimenti, l ...
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Filosofo e mistico svedese (Stoccolma 1688 - Londra 1772). Dotato di preparazione scientifica e ripetutamente soggetto di esperienze estatiche, volse la propria speculazione al sensibile e al rapporto [...] infinita e la creazione come eterna emanazione. La volontà umana è libera di scegliere tra il bene e il male; l'incarnazione di Cristo ha avuto come fine quello di glorificare l'umanità e salvare il libero arbitrio. La resurrezione della carne è ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Egidio Romano
Gian Carlo Garfagnini
Egidio Romano fu uno dei più brillanti e influenti intellettuali e uomini di Chiesa tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento. Il suo De regimine principum [...] , rende l’uomo rivestito di tale incarico, benché ‘indegno’ in quanto uomo, il più vicino a Dio e per ciò stesso l’incarnazione stessa della Chiesa; in lui infatti è depositato l’intero potere delle chiavi, che lo rende simile a Dio e al vertice di ...
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Ideologia
Georges Burdeau
di Georges Burdeau
Ideologia
sommario: 1. Introduzione. 2. L'ideologia come fatto sociale. 3. Funzione delle ideologie. 4. Politica e ideologia. 5. Imprevedibilità della fine [...] che, sulla base della fede in determinati valori, stabilisce l'ineluttabilità dell'avvenire del gruppo nel quale quei valori s'incarnano. Che cos'è il proletariato, se non una creazione ideologica? È certo vero che, nel disordine creato dall'avvento ...
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Neurofilosofia
Patricia S. Churchland
Paul M. Churchland
Gli sviluppi conoscitivi delle basi neurobiologiche della percezione, dell'attenzione, della memoria, dell'apprendimento, del linguaggio, del [...] , invece, il sé pensante è un'entità non fisica ma sovrasensibile, con un'esistenza indipendente dalla sua incarnazione transeunte nella materia.
Nel XVII sec., questo stesso conflitto ha caratterizzato il dibattito tra Thomas Hobbes, sostenitore ...
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Filosofo (Mirandola 1463 - Firenze 1494). Si propose di raggiungere una sintesi tra le dottrine più diverse, non solo quelle di ispirazione cristiana e pagana, ma anche quelle di derivazione ebraica e [...] ultimo, alla congiunzione con Dio; tema questo, dell'ultimo fine e felicità dell'uomo (che si raccorda con quello dell'incarnazione del Verbo come mediazione che ha reso possibile il recupero della dignità e dell'ultimo fine dell'uomo), in cui ancora ...
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Filosofo e teologo (sec. 9º) di origine irlandese (donde i soprannomi Scotus e Eriugena che sono sinonimi). Già noto alla corte di Carlo il Calvo, nell'850-51 fu sollecitato a intervenire nella controversia [...] Dio. Questo ritorno di ogni essere al suo principio è la restauratio o adunatio naturarum in Christo, resa possibile dall'incarnazione. Col ritorno radicale e totale degli esseri molteplici a Dio si chiude il processo circolare Uno-molteplice. Tale ...
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Scienza indiana. Il pensiero indiano
Raffaele Torella
Il pensiero indiano
Una 'filosofia' indiana?
I diversi modi in cui nel tempo si è articolata questa domanda e le risposte date a essa sono da inquadrare, [...] di un divino creatore e all'atteggiamento spesso molto critico verso il Veda, che ha fatto vedere nel Sāṃkhya l'incarnazione del razionalismo indiano (è il sottotitolo del pionieristico saggio che R. Garbe nel 1917 dedicò a questo sistema), facendo ...
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ANTONI, Carlo
Michele Biscione
Nato a Senosecchia (Trieste) il 15 ag. 1896, era studente in Francia allo scoppio della guerra mondiale. Riparò in Italia, e a Firenze, dove riprese gli studi di lettere, [...] , collettivo, necessario: la storia. Poiché però lo spirito che anima la storia trova, secondo Hegel, la sua incarnazione nello stato, Hegel teorizzava l'alienazione dell'individuo al leviatano, la subordinazione della coscienza morale alla ideologia ...
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Il Rinascimento. Scienza e religione
John Monfasani
Scienza e religione
Il rapporto tra religione e scienza è stato condizionato, nel Rinascimento, almeno da tre fattori. Il primo è la pervasiva influenza [...] delegazione greca, che si recava al Concilio di Ferrara. Niccolò Cusano terminò il De docta ignorantia con una discussione sull'Incarnazione, la Risurrezione, il Giudizio Finale e la Chiesa, ma vi pervenne a partire dalla sua intuizione di Dio come ...
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incarnazione
incarnazióne s. f. [dal lat. tardo, eccles., incarnatio -onis; v. incarnare]. – 1. In genere, l’atto per cui un essere spirituale, per lo più divino, assume corpo fisico; in partic., nel cristianesimo, l’unione ipostatica, realizzata...
incarnare
v. tr. [dal lat. tardo, eccles., incarnare (der. di caro carnis «carne», col pref. in-1) «mutare in carne» e nel passivo «prendere carne, assumere corpo umano»]. – 1. Dare corpo e vita umana; usato quasi esclusivam. nel rifl., riferito...