Vi sottopongo il neologismo “crealizzare”, da me ideato, che unisce i significati di creare e realizzare, mantenendone le distinzioni ma fondendoli in un’unica azione concreta e completa. Crealizzare significa [...] ma non dovrà sfuggire, a chiunque si cimenti nell’escogitare neoformazioni e, in particolare, parole nuove, che bolli e imprimatur nulla possono nel promuovere la validazione nella lingua italiana delle suddette parole: se non c’è prima un uso ...
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Vi scrivo questa mail per chiedere il vostro aiuto al fine di evidenziare l'errore evidente presente in un quesito per il superamento della prova scritta del concorso DS, riguardante l'art 15 del CCNL [...] da affrontare. Non è il sito Treccani.it la sede per dirimere una controversia o dare una sorta di imprimatur a una interpretazione di un passo testuale; interpretazione che possa poi essere adoperata in sede di contenzioso giuridico-amministrativo ...
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imprimatur
v. lat. [3a pers. sing. del cong. pres. passivo di imprimĕre, nel sign. mod. di «stampare»; quindi «si stampi»], usato in ital. come s. m. – Parola apposta dal competente vescovo, o più spesso per delega dal suo vicario generale,...
nihil obstat quominus imprimatur
‹nìil òbstat ku̯òminus ...› (lat. «nulla osta a che si stampi»). – Formula che viene stampata in principio o alla fine di libri, fogli o immagini editi con la prescritta licenza dell’autorità ecclesiastica...
Parola che può trovarsi apposta al principio o alla fine dei libri per i quali, a norma del Codex iuris canonici (can. 824-828), è necessaria la licenza di pubblicazione da parte dell’autorità ecclesiastica.
IMPRIMATUR
È la parola latina ("si stampi") apposta dal vescovo competente a un libro che gli sia stato sottoposto per la censura ecclesiastica e sia da lui approvato. Può essere stampata o in principio o in fine del libro. V. censura; indice.