Nome d'arte di Frederic Austerlitz, attore cinematografico e celebre ballerino americano, nato a Omaha, Nebraska, il 5 maggio 1900. Cominciò la sua carriera come attore di teatro a Broadway. Nel 1933 fu [...] chiamato a Hollywood, dove s'ebbe affidate delle parti in cui potesse eccellere il suo virtuosismo nelle danze moderne. Questa sua dote lo rese presto uno dei "divi" più ammirati e famosi dello schermo americano, e per tre anni di seguito - dal 1935 ...
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Pattinatrice norvegese (n. Oslo 1912 - m. in viaggio tra Parigi e Oslo 1969). Ha portato la tecnica del pattinaggio artistico su ghiaccio a un alto grado di perfezione; campionessa mondiale per dieci anni [...] d'oro alle Olimpiadi invernali: 1928 (Saint-Moritz), 1932 (Lake Placid), 1936 (Garmisch-Partenkirchen). Dal 1936 a Hollywood, interpretò numerosi film, sempre esibendosi nella sua specialità sportiva: Thin ice (1937); Happy landing (1938); Sun Valley ...
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Griffith, Melanie
Altiero Scicchitano
Attrice cinematografica statunitense, nata a New York il 9 agosto 1957. Ha ottenuto i suoi migliori risultati in Something wild (1986; Qualcosa di travolgente) [...] of vanities, 1990, Il falò delle vanità), Woody Allen (Celebrity, 1998), John Waters (Cecil B. demented, 2000, A morte Hollywood!). Il marito Antonio Banderas l'ha diretta in Crazy in Alabama (1999; Pazzi in Alabama) dove è la stravagante Lucille che ...
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ISHERWOOD, Christopher
Salvatore Rosati
Scrittore inglese, nato a Disley (Cheshire) il 26 agosto 1904. Laureatosi a Cambridge (Corpus Christi College), fu tutore privato a Londra (1926-27), studente [...] con W. H. Auden un viaggio in Cina (Journey to a war, 1939), poi si trasferì negli Stati Uniti, dove vive a Hollywood.
La sua narrativa risentì all'inizio sia del suo lavoro giornalistico sia dello stile di reportage messo di moda da E. Hemingway ...
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Melodramma
Massimo Marchelli
Genere non omogeneo ma consolidato nella tradizione culturale ‒ teatrale, musicale e letteraria ‒, il m. si è imposto anche sullo schermo da quando il cinema ha cominciato [...] In particolare, fu il tema della famiglia che si impose con maggiore evidenza rispetto al passato. Ciò vale a proposito di Hollywood, ma ancora di più per il caso che segnò vistosamente il cinema italiano dei primi anni della decade. Accanto ai primi ...
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Der blaue Engel
Alessandro Cappabianca
(Germania 1929, 1930, L'angelo azzurro, bianco e nero, 109m); regia: Josef von Sternberg; produzione: Erich Pommer per UFA; soggetto: dal romanzo Professor Unrat [...] , malmena Mazeppa, poi fugge per andare a morire sulla cattedra del suo vecchio liceo.
Nel 1929, Josef von Sternberg tornò da Hollywood in Europa, in Germania, chiamato da Emil Jannings, l'attore tedesco che voleva girare con lui un altro film (dopo ...
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Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano (n. Milano 1951). Figlio del noto regista Dino, ha iniziato la sua carriera nel cinema come aiuto regista prima dello zio Nelo, poi per A. Sordi, [...] e soggettista, ha lavorato insieme al padre. Ha esordito alla regia nel 1978 con il documentario sul cinema americano Appunti su Hollywood. All’inizio degli anni Ottanta si è dedicato alla commedia con i film, interpretati da J. Calà, Vado a vivere ...
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Casa di produzione statunitense. Fu fondata nel 1923 dai fratelli Harry, Albert, Sam e Jack Warner, che fin dal 1907 avevano avviato diverse attività nel settore cinematografico, gestendo una sala e distribuendo [...] , decisero di realizzare My four years in Germany, di W. Nigh, e iniziarono a costruire uno studio a Hollywood. In seguito la W., compartecipe di attività radiofoniche, nell’industria discografica e nell’editoria musicale, introdusse il sonoro ...
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Attore (Southsea, Portsmouth, 1925 - Londra 1980); dal varietà passò al cinema ove conquistò rapidamente grande popolarità interpretando ruoli comici o grotteschi, caratterizzati da un mimetismo a tratti [...] : Ladykillers (1955); The mouse that roared (1959); Lolita (1962); Dr. Strangelove (1963); The pink panther (1964, primo episodio di una fortunata serie); Casino Royale (1966); The party (Hollywood party, 1968); Being there (Oltre il giardino, 1979). ...
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Commediografo britannico (n. Fayal 1946). Esordì giovanissimo con When did you last see my mother? (1966), quindi fu drammaturgo stabile al Royal court theatre (1968-70). È autore di commedie intelligenti [...] realmente vissuti (Total eclipse, 1968, su Verlaine e Rimbaud; The philanthropist, 1970; Savages, 1973; Treats, 1976; Tales from Hollywood, 1982, sull'immaginario esilio americano di Ö. von Horváth; White chameleon, 1991), e di fortunate traduzioni e ...
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hollywoodiano
〈ollivud-〉 agg. – Di Hollywood 〈hòliu̯ud〉, quartiere periferico della città di Los Angeles, in California, centro dell’industria cinematografica americana; spesso è usato con intonazione leggermente spreg., alludendo alle forme...
hollywoodita
s. m. e f. e agg. Chi o che appartiene alla grande tribù di Hollywood, al mondo del cinema americano, condividendone stili di vita, logiche e strategie. ◆ Come previsto, il FilmFest [di Berlino] si è confermato ancora una volta...