HELVÉTIUS, Claude-Adrien
Rodolfo Mondolfo
Filosofo, nato a Parigi nel gennaio 1715, morto ivi il 26 dicembre 1771. È uno dei tipici rappresentanti del pensiero francese del sec. XVIII. Nobile e ricco, [...] con Montesquieu e Rousseau l'importanza del problema delle istituzioni e dell'educazione, ma lo imposta sulla visione di Hobbes e La Rochefoucauld dell'egoismo umano, tramutata però con Mandeville in rivendicazione dell'interesse e delle passioni, e ...
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giustizia, teorie della
Marco Boccaccio
Teorie che hanno per oggetto l’identificazione delle condizioni necessarie per l’esistenza di una società giusta. Possono essere ricondotte ad alcune grandi correnti [...] ordine sociale.
Il concetto di giustizia nel contrattualismo
La teoria del contratto sociale è riconducibile al pensiero di T. Hobbes, J. Locke, J.-J. Rousseau e I. Kant. Il contrattualismo parte dall’idea che la legittimità delle regole morali ...
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Tirannide
Giovanni Giorgini
La tirannide antica
La tirannide è una forma di gestione del potere e quindi una realtà della politica, ma il concetto di tirannide non è l'immediato rispecchiamento di questa [...] secondo cui "gli uomini sono soliti significare con i nomi non solo le cose ma, insieme, anche le loro passioni", Hobbes ritiene che i nomi 'regno' e 'tirannia' esprimano semplicemente pareri diversi sul potere di uno solo, e riconduce agli scrittori ...
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BARZELLOTTI, Giacomo
Virginia Cappelletti
Nacque a Firenze il 7 luglio 1844. Conseguita la laurea, si dedicò all'insegnamento della filosofia. Ancor prima aveva cominciato a pubblicare saggi di argomento [...] spiritualismo.
Nell'opera La morale nella filosofia positiva (Firenze 1871), in cui si esponevano criticamente le dottrine etiche inglesi da Hobbes e Locke fino a H. Spencer, e in cui si negava che compito proprio del filosofo fosse la ricerca di un ...
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Gioberti, Vincenzo
Marcello Mustè
Filosofo e uomo politico, nato a Torino nel 1801 e morto a Parigi nel 1852. Da poco ordinato sacerdote, nel 1825 G. implorava papa Pio VII di concedergli «la facoltà [...] . una mancanza di senso morale che lo accomunava a Thomas Hobbes (Pensieri di Vincenzo Gioberti. Miscellanee, 2° vol., 1860, note dedicate al pensiero di M. osservava che, a differenza di Hobbes, «l’immoralità del M. non è un sistema chiaro» (Scritti ...
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Filosofo (Drumalig, Irlanda del Nord, 1694 - Glasgow 1746). Figlio di un pastore dissidente scozzese trasferitosi in Irlanda, ricevette la prima educazione in famiglia. Conseguito il dottorato presso l’univ. [...] un viaggio a Dublino. L’importanza di H. è legata in partic. alle sue ricerche di filosofia morale. In polemica con Hobbes e con quella che veniva definita la morale del selfish system, e soprattutto con Mandeville, che aveva attaccato l’etica ...
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Scrittore, pensatore, medico (Dordrecht 1670 - Hackney 1733). Nella sua opera più famosa, The fable of bees, or private vices, publick benefits (1714) M. sostenne che gli impulsi derivanti dal naturale [...] poema) di M., che, combattendo specialmente Shaftesbury e la sua dottrina dell'innato senso morale, si riconnette a Th. Hobbes nel riconoscere il fondamentale egoismo dell'uomo e sostiene che tale egoismo non va represso e che ogni prosperità sociale ...
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Statista e storico inglese (Dinton, Wiltshire, 1609 - Rouen 1674); nominato consigliere privato e cancelliere dello scacchiere da Carlo I (febbr. 1642), rappresentò il re nelle trattative con il parlamento. [...] nov. emigrò in Francia ove passò il resto della vita. Scrisse: Contemplations on the Psalms (1672), una critica del Leviathan di Hobbes (1676), e la History of the Civil War (post., 1702-04), ricca di dati, ma ispirata nella loro interpretazione a ...
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INGHILTERRA (ingl. e ted. England; fr. Angleterre; sp. Inglaterra; denominazioni che si equivalgono per il significato, che è "terra degli Angli"; in lat. Anglia; A. T., 47-48)
Roberto ALMAGIA
Pietro [...] il cui elastico empirismo meglio s'adattava alla natura del popolo inglese dello spietato razionalismo materialistico del Hobbes: il Leviathan del Hobbes, scritto prima del 1660, aveva precorso il cinismo e l'assolutismo della corte di Carlo II. (Al ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Carla Casagrande
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento in Gran Bretagna si sviluppa [...] circa l’utilità pratica della rivelazione in quanto dono, e non obbligo, divino. I bersagli di Clarke sono il materialismo di Hobbes, il panteismo di Spinoza e il deismo di Toland. Contro di essi Clarke intende dimostrare in modo geometrico e perciò ...
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hobbesiano
hobbeṡiano ‹o-›; all’ingl. ‹ho-› agg. – Del filosofo Thomas Hobbes ‹hòb∫› (1588-1679), uno dei massimi esponenti dell’empirismo inglese, la cui opera più nota e più importante è il Leviathan, espressione del suo pensiero politico:...
primum vivere, deinde philosophari
〈... vìvere dèinde filo∫ofàri〉 (lat. «prima [si pensi a] vivere, poi [a] fare della filosofia»). – Frase ripetuta talvolta, anche con sign. estens., come richiamo a una maggiore concretezza e a una maggiore...