Filosofo italiano (Palmi 1902 - Bologna 1977); ha insegnato nelle univ. di Siena e di Bologna (della quale è stato anche rettore). Socio naz. dei Lincei (1965). Si è occupato di studî storici relativi [...] (1949); Moralità e storia nella prospettiva spiritualistica (1954); I valori della pratica e l'esperienza storica (1959); Il concetto del diritto (1962); Heidegger e la filosofia dei valori (1967); Rosmini tra l'Essere e i valori (1973). ...
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Betti, Emilio
Giurista e filosofo italiano (Camerino 1890 - Camorciano 1968). Insegnò nelle univ. di Firenze, Milano e, dal 1948, Roma, dove fondò (1955) e diresse l’Istituto di teoria dell’interpretazione. [...] a una teoria generale dell’interpretazione costruita sui fondamenti dell’ermeneutica tradizionale, in aperta polemica con Heidegger. Nucleo della dottrina bettiana, come dispiegata nella Teoria generale dell’interpretazione (1955; 19902), sono i ...
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Lugarini, Leo
Filosofo italiano (n. Parma 1920). Prof. dal 1966, insegnò nelle univ. di Milano, L’Aquila e Roma. Studiò con impegno teoretico vari momenti e problemi di filosofia antica e dell’idealismo [...] ; Esperienza e dialettica, 1977; Prospettive hegeliane, 1986; Orizzonti hegeliani di comprensione dell’essere: rileggendo la Scienza della logica, 1998; Hegel dal mondo storico alla filosofia, 2000; Hegel e Heidegger: divergenze e consonanze, 2004. ...
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Filosofo tedesco (Etzenbach 1884 - Frontenhausen 1966). Professore nell'univ. di Würzburg (1922), fondatore (1925) delle Forschungen zur neueren Philosophie und ihrer Geschichte; le sue ricerche storico-teoretiche, [...] Philosophie, 1962); Thomas von Aquin. Sein System und seine geistes geschichtliche Stellung (1938); Geschichte der abendländischen Weltanschauung (5 voll., 1947-50); Systematische Philosophie (3 voll., 1955-60); Heidegger und Thomas von Aquin (1964). ...
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(XIV, p. 447)
La riflessione etica degli ultimi decenni del 20° sec. si presenta estremamente variegata e soggetta ad alcune importanti svolte che rispecchiano spesso mutamenti di sensibilità intervenuti [...] erano risultate prevalenti sia nelle diverse versioni dell'esistenzialismo (per es., in J.-P. Sartre, A. Camus e M. Heidegger), sia nel marxismo, che vedeva nella moralità solo un fenomeno sovrastrutturale (così, per es., sia pure in modi diversi ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Umberto Eco
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Usata come parola tecnica già nel Settecento e da Hegel, la fenomenologia è, insieme all’ermeneutica, [...] ci fa cogliere il senso possibile ma non l’ essere extracoscienziale dell’oggetto.
Il più noto allievo di Husserl, Martin Heidegger (1889-1976), intese la fenomenologia come via di accesso al vero filosofare in quanto chiede come accade e quale ...
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LUPORINI, Cesare
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Nacque a Ferrara il 20 ag. 1909 da Luigi e Rosa Mongini. Rimasto in tenera età orfano del padre, un ufficiale di carriera morto durante la prima guerra mondiale, compì i suoi studi [...] preparazione della tesi, tra il 1930 e il 1933, era stato in Germania, dove aveva seguito a Friburgo le lezioni di M. Heidegger e aveva conosciuto N. Hartmann. Si segnalò nel mondo degli studiosi dapprima con una serie di saggi apparsi tra il 1938 e ...
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Architettura
Orientamento (detto anche decostruttivismo) emerso nella produzione architettonica degli ultimi due decenni del 20° sec. nel panorama sia statunitense sia europeo. Pur non trattandosi di [...] classico di F. de Saussure e C. Lévi-Strauss, e in qualche modo anche nella filosofia di F. Nietzsche e M. Heidegger. Diversamente dalle metodologie tradizionali, il d. si propone non di stabilire quali siano i significati e il senso globale di un ...
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Cacciari, Massimo. - Filosofo e uomo politico italiano (n. Venezia 1944); professore emerito di estetica presso l'univ. di Venezia, deputato del PCI (1976-83), fu sindaco di Venezia dal 1993 al 2000, nell'ambito [...] sulla crisi del pensiero dialettico della tradizione hegeliano-marxista, studiando autori (F.W. Nietzsche, L. Wittgenstein, M. Heidegger, F. Kafka) e culture (in particolare quella viennese e mitteleuropea tra Ottocento e Novecento) che ha ritenuto ...
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Psichiatra svizzero (Kreuzlingen 1881 - ivi 1966), fondatore della scuola antropoanalitica (Daseinsanalyse). Inizialmente condivise con il maestro E. Bleuler l'interesse per la psicologia sperimentale [...] presenza) si può considerare scaturita sostanzialmente dal suo incontro con Sein und Zeit (1927) di Heidegger: pur costruitasi lentamente attraverso diversi apporti culturali, la Daseinsanalyse si enuncia soprattutto in termini heideggeriani. Il ...
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anonimia
anonimìa s. f. [dal gr. ἀνωνυμία; v. anonimo]. – 1. Mancanza del nome, il non portar nome. 2. Nella filosofia esistenzialista e in partic. nel pensiero di Martin Heidegger, la condizione di impersonalità in cui viene a trovarsi l’uomo,...
esistenzialismo
eṡistenzialismo s. m. [der. di esistenziale]. – Orientamento filosofico contemporaneo, sviluppatosi nella cultura europea nel periodo tra le due guerre mondiali, e incentrato su temi strettamente legati a un’analisi dell’esistenza...