VERRA, Valerio
Claudia Melica
– Nacque a Cuneo il 19 febbraio 1928 da Alfredo e da Maria Perotto.
Il padre era un ufficiale di Marina. Il fratello maggiore Aurelio divenne ufficiale del corpo militare [...] storia, ibid., pp. 25-37; P. Vinceri, La filosofia classica tedesca nell’interpretazione di V., in Metafisica e nichilismo: Löwith e Heidegger, interpreti di Nietzsche, a cura di C. Gentili, Bologna 2005, pp. 107-112; G. Bonacina, V. V. e il giudizio ...
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PSICOPATOLOGIA
Tullio BAZZI
Alberto GIORDANO
. La p. intesa nel significato etimologico del termine è la dottrina delle "malattie" della mente. Nell'ambito della medicina occupa, rispetto alla psichiatria, [...] che nella sua opera fondamentale (1942) e nei suoi numerosi studî di p. si è inspirato soprattutto alla filosofia di M. Heidegger; i suoi principali discepoli appartengono ai Paesi di lingua tedesca (R. Kuhn, M. Boss, ecc.), mentre in Italia questo ...
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. La critica letteraria (XI, p. 975). - Il lavoro critico ha seguitato a svolgersi dai capisaldi rappresentati dal pensiero del Croce (vedine le ultime formulazioni in Aesthetica in nuce, 1929, e in La [...] alcuni paesi: per esempio, l'Austria e la Germania, donde frattanto avevano mosso le teorie di S. Freud, e di M. Heidegger e K. Jaspers, destinate ad esercitare sì vasta influenza letteraria. Né ci sarebbe forse da meravigliarsi, se F. Gundolf e la ...
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Letteraria, critica e storiografia
Nino Borsellino
È insistente la denuncia di una crisi che sembra ormai chiudere quell'età della critica scandita in Italia, forse più che altrove, sulla durata di [...] .
Quali che siano i suoi parametri di giudizio, l'ermeneutica moderna, da F.D.E. Schleiermacher a W. Dilthey, M. Heidegger, H.G. Gadamer, P. Ricoeur, non ha mai omesso il riferimento alla parola e alla sua articolazione formale, al suo costituirsi ...
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I termini americanismo e antiamericanismo vengono usati in campo politico-sociale per indicare le opposte reazioni provocate dall'influenza americana, la cosiddetta americanizzazione, nonché dall'azione [...] , per es. in Germania dalla cultura nativista-conservatrice, ostile alla modernizzazione, di cui si fece interprete anche M. Heidegger con la sua critica alla cultura livellatrice e massificatrice degli Stati Uniti, o in Francia da autori come L.-F ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Storia e Politica (2013)
Lucio Gambi
Franco Farinelli
È davvero difficile, e forse impossibile, trovare, all’interno delle singole vicende disciplinari che hanno segnato nel secolo scorso la vita accademica e culturale del [...] politico sul mondo, la geografia civile (perfettamente consapevole di abitare l’«epoca dell’immagine del mondo» per dirla con Martin Heidegger) si era applicata alla lenta, ma nervosissima elaborazione di un’immagine, dunque di un mondo, più o meno ...
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MORANTE, Elsa
Nadia Setti
MORANTE, Elsa. – Nacque a Roma il 18 agosto 1912 da Irma Poggibonsi, maestra, ebrea modenese, e da Francesco Lo Monaco, siciliano, morto suicida nel 1943; padre anagrafico, [...] gli accostamenti ai pensatori fondamentali del XX secolo: Sigmund Freud, Otto Rank e Carl Jung, Friedrich Nietzsche, Martin Heidegger, Arthur Schopenhauer, Simone Weil (si vedano, in particolare: Per Elisa, 1990; nonché Bardini, 1999). D’altro canto ...
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CARLINI, Armando
Claudio Del Bello
Nacque a Napoli il 9 agosto del 1878 da Clemente e da Teresa Guglielmini, ma rimase completamente estraneo all'ambiente culturale napoletano dal momento che la sua [...] che costituiscono la prima parte del volume, testimoniano la suggestione che esercitò sul suo animo la lettura di Kierkegaard e Heidegger (dei quali nel volume commentò e tradusse molte pagine significative) con il senso drammatico che essi davano al ...
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SQUARZINA, Luigi
Paolo Puppa
– Nacque a Livorno il 18 febbraio 1922, figlio unico di Federico, originario di Lugo (dove il nonno paterno era stato provveditore agli studi), funzionario della Confindustria [...] pubblicitari, cascami di conversazione disimpegnata, una oralità ripetitiva, in terza persona, tra Theodor Adorno e Martin Heidegger. Ma un simile ardore neologistico siglava anche una sorta di processo omeopatico rispetto alle stesse avanguardie. In ...
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Conoscenza
Carlo Sini
Il termine indica l'atto del conoscere e, in particolare, il possesso o la presenza nella mente di un sapere già acquisito; è dal latino tardo cognoscentia, derivato di cognoscere, [...] ; ma questi sono a loro volta radicati nella 'carne del mondo' (M. Merleau-Ponty). L'esistenzialismo di M. Heidegger sviluppò ulteriormente queste premesse sia sottolineando il carattere emozionale e pratico, ovvero la 'cura', che sta alla base dell ...
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anonimia
anonimìa s. f. [dal gr. ἀνωνυμία; v. anonimo]. – 1. Mancanza del nome, il non portar nome. 2. Nella filosofia esistenzialista e in partic. nel pensiero di Martin Heidegger, la condizione di impersonalità in cui viene a trovarsi l’uomo,...
esistenzialismo
eṡistenzialismo s. m. [der. di esistenziale]. – Orientamento filosofico contemporaneo, sviluppatosi nella cultura europea nel periodo tra le due guerre mondiali, e incentrato su temi strettamente legati a un’analisi dell’esistenza...