(XIV, p. 132; App. III, i, p. 564; IV, i, p. 714; v. equazioni differenziali, App. V, ii, p. 131).
Il concetto generale di e. in matematica è trattato nella voce equazioni del vol. XIV dell'Enciclopedia [...] cui queste esistono la v verifica l'e. di Hamilton-Jacobi-Bellman λv(x)+H(x,∇v(x))=0, dove H(x, p)=supa∈A[−f(x, a)∙p−L(x, a)]. Per dare un significato preciso a questa e. si può ricorrere alla nozione di soluzioni di viscosità, che permette inoltre ...
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VETTORE
Roberto Marcolongo
Matematica. - Le grandezze, che si incontrano in geometria, in meccanica, in fisica, si possono distinguere in due classi. Le une - quali, ad es., le lunghezze, le aree, i [...] Barycentrische Calcül, 1827), G. Bellavitis (Metodo delle equipollenze, 1832), H. Grassmann (Ausdehnungslehre, 1844 e 1862) e R. W. Hamilton vettoriale sono le seguenti: a × b (Gibbs); Vab (Heaviside, Ferraris), [a, b] (Lorentz e autori tedeschi), ecc ...
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GRUPPO (XVII, p. 1012)
Ugo AMALDI
Nell'ultimo quindicennio le teorie classiche dei gruppi hanno ricevuto scarsi apporti di risultati generali. Fra questi, nel campo dei gruppi continui, spetta un rilievo [...] di approfondita analisi critica ha condotto a riconoscere per il concetto di gruppo citati particolarmente E. Wigner, J. v. Neumann, H. Weyl, F. Hund, W. Heitler, Fr. e all'identità del gruppo di Lorentz corrispondono l'identità e un'altra ...
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La seconda rivoluzione scientifica: matematica e logica. Geometria differenziale
Jeremy Gray
Geometria differenziale
La geometria differenziale è lo studio dei problemi geometrici mediante i metodi [...] metrica indefinita, la metrica di Lorentz-Einstein della relatività speciale. C Lie dipendono da certe sottoalgebre massimali h dell'algebra di Lie, che in F, e che è uno spazio di parametri associato a ogni punto di B. Vi è quindi lo spazio totale ...
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BURALI FORTI, Cesare
Evandro Agazzi
Nacque ad Arezzo il 13 ag. 1861 da Cosimo e da Isoletta Guiducci. Dopo aver compiuto gli studi medi nel collegio militare di Firenze, s'iscrisse nel dicembre 1879 [...] volume dedicato a questo argomento: Introduction à la géométrie différentielle,suivant la méthode de H. Grassmann. In seguito, egli estenderà le applicazioni alla meccanica dei continui, all'ottica, alla teoria delle trasformazioni di Lorentz, all ...
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campo
campo [Der. del lat. campus "estensione di terreno"] [LSF] Termine per indicare, con aderenza al signif. letterale, un'estensione di spazio caratterizzata da ben definite proprietà fisiche, sia [...] vettore intensità magnetica H). ◆ [GFS] C. magnetico crostale o indotto: v. magnetismo terrestre: III 538 a. ◆ [ spinoriale: un c. che si trasforma come uno spinore sotto il gruppo di Lorentz. ◆ [MCQ] C. stocastico: v. campi, teoria quantistica dei: ...
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forza
fòrza [Der. del lat. fortia, da fortis "forte"] [MCC] In termini elementari, la causa capace di modificare lo stato di quiete o di moto di un corpo; come tale, cioè in relazione alle modificazioni [...] velocità è dato dalla f. (f. di Lorentz), qv╳B, che un campo magnetico B . Tale idea fu realizzata da H. Hertz la cui Meccanica (1894 F. di contatto: in ambito macroscopico e in contrapp. a f. a distanza, f. che si desta al contatto fra corpi, ...
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induzione
induzióne [Der. del lat. inductio -onis, dal part. pass. inductus di inducere "indurre" (→ induttivo)] [FAF] Procedimento logico, opposto a quello della deduzione, per cui dall'osservazione [...] polo magnetico, è stata definita in termini elettrodinamici, a partire dalla forza di Lorentz: v. magnetostatica nel vuoto: III 600 b. Si H) e come tale compare nelle equazioni di Maxwell dell'elettromagnetismo (v. elettrodinamica classica: II 283 a ...
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Faraday Michael
Faraday 〈fèrëdi〉 Michael [STF] (Newington Butts 1791 - Hampton Court 1867) Assistente di H. Davy (1813), soprintendente del laboratorio della Royal Institution di Londra (1821), dal 1824 [...] fatto che la forza di Lorentz presente nella parte del disco rotante nel campo magnetico dà luogo a un campo elettromotore indotto Ei e si sostituisce al galvanometro una pila, il disco prende a rotare e il dispositivo, che allora ha il nome di ...
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invariante
invariante [agg. e s.m. Comp. di in- neg. e del part. pres. di variare] [LSF] (a) Generic., che non varia, che resta costante. (b) Specific., di ente, grandezza o anche di espressione, esprimente [...] a (o un insieme A) si dice i. rispetto a un gruppo di trasformazioni H se ogni operazione di H muta in sé l'elemento a (o l'insieme A [RGR] I. relativistico: i. rispetto alle trasformazioni di Lorentz: per es., v. elettrodinamica classica: II 290 b e ...
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forza
fòrza s. f. [lat. tardo fŏrtia, der. di fortis «forte1»]. – 1. In generale, la qualità o la condizione d’esser forte, e insieme anche la causa che dà la possibilità d’esser forte. Con riferimento all’organismo umano: a. F. muscolare,...
trasformazione
trasformazióne s. f. [dal lat. transformatio -onis, der. di transformare «trasformare»]. – 1. L’atto, l’azione o l’operazione di trasformare, il fatto di trasformarsi o di venire trasformato, che comporta un cambiamento, per...