Il problema dei libri di storia è che presentano sempre quella maiuscola: generali fanno guerre, attentatori le scatenano, bombe segnano la paura. Di chi ci finisce sotto, in mezzo e morto si fa sempre contorno: le pagine sono poche, mica si può parlare di tutti. Fortuna che poi, a volte, arriva qualcuno a sistemarla la storia, mettendo dentro tutto quel minuscolo che tanto ci riguarda e che mai ricordiamo, ...
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Si agghindano e conciano i corpi, li si camuffa sempre più spesso. C’è un tentativo di nascondimento, quando non di rimozione netta, volto – forse – ad un minor patimento possibile: quella «pelle più spessa» per evitare che si senta tutto e che Carlo Crosato invocava in una sua poesia celebre, cartolinata ad usum condivisionis e sempre poco conosciuta nella sua paternità (presente ne Il non detto, ...
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Gaia GiovagnoliChiedi se vive o se muoreMilano, Nottetempo, 2023 Esiste uno scoglio, un punto difficilmente aggirabile, dinanzi al quale la nostra generazione zoppica e si ammala: quello della natalità. L’idea del continuato, del nuovo nucleo di appartenenza e del vecchio da scavalcare segna un passo di non ritorno, un limite che porta ad accartocciarsi e chiamare trincea. Non è codardia o adolescenza ...
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Ricordo ancora quando in classe ho chiesto ai discenti di raccontarmi le loro parole, di introdurmi al loro linguaggio, quello che ascoltavo in modo clandestino al suonare della campanella o a tono di [...] , per il tramite dello scrittore Stefano Bonazzi, quanto arrivato da una scuola di Ferrara, l’istituto Luigi Einaudi, grazie alla volontà del docente Alessandro Moretti e della dirigente Marianna Fornasiero in un’ottica di comunicazione, appunto, di ...
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«Ca all’inizij ra storij er gia a fin ra storij p nuij»: non possiamo, nel parlare dell’amore oggi, non partire da una delle frasi che Geolier ha cantato sul palco dell’Ariston trattando la difficoltà [...] In All of us strangers e in Past Lives Adam e Nora, pur rimanendo stranieri e incomprensibili all’altro, sfuggono alla solitudine grazie al palliativo di una perpetua amicizia, la stessa che caratterizza la fine della storia nel brano dell’autore di ...
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Michele Orti ManaraCose da fare per farsi del maleRoma, Giulio Perrone editore, 2024 «Cosa fanno le persone quando non le stiamo guardando?» Parte da un’interrogazione non da poco Michele Orti Manara nelle sue Cose da fare per non farsi del male (Giulio Perrone Editore, 2024): opportuno è ripulire il campo dalle finzioni e dagli ammiccamenti, dalle pose sociali utili a perpetrare questo spettacolo ...
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Alessandro GazzoliEstranei. Un anno in una scuola per stranieriMilano, Nottetempo, 2024 La scuola: luogo del vorrei, dei sarà, del perenne forse. Delle possibilità infinite e delle sconfitte esemplari – e inaspettate. Se qualcuno vede retorica o lievito in queste prime righe non posso io, per quel qualcuno, non provare pietà, giacché vorrà dire che quel qualcuno a scuola sarà rimasto il tempo giusto ...
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Ce la si riempie bene, la bocca, di parole inopportune. Di salvagenti che possano tenere a galla la coscienza mentre tutto si avvia inesorabilmente ad affondare il tempo di una foto, di un pezzo che possa asservirsi alle narrazioni del contemporaneo – struggenti, strappalacrime, ma per l’attenzione dei quindici secondi che lo scrollante sia disposto a concedere. Le cose, al contrario, per essere fatte ...
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Marco AngeliniWilmo, ricordaillustrato da Livia TagliaferriSettimo Torinese (TO), Super Tramps Club, 2024 Si parla troppo dell’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa, troppo poco dell’irreversibilità [...] sbagliare senza che un errore, poi, ci sia.Mi ricorda, il Wilmo di Angelini, la rassegnazione gentile del Giuda di Graziano Gala («Accà, amico mio, nun esiste provvidenza: putimm pruvare a cagnare ’e cose, ma restamm sempre pupazzi», Sangue di Giuda ...
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«Questa è l’Italia del futuro: un paese di musichette mentre fuori c’è la morte» – nell’ascoltare il Malati di gioia di Sarafine riecheggia nella mente l’Aprea della terza stagione di Boris: assenza dei riferimenti, liquidità della vita e rincorsa di un evanescente issato a ragione d’esistere diventano il manifesto di una generazione chiamata a giocare partite paterne, materne e mai personali.È una ...
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grazia
gràzia s. f. [dal lat. gratia, der. di gratus «gradito; riconoscente»]. – 1. Qualità naturale di tutto ciò che, per una sua intima bellezza, delicatezza, spontaneità, finezza, leggiadria, o per l’armonica fusione di tutte queste doti,...
graziare
v. tr. [der. di grazia] (io gràzio, ecc.). – 1. a. Fare la grazia a un condannato, condonando intera la sua pena o commutandola in altra meno grave: il sovrano graziò il condannato a morte; dopo dieci anni di detenzione fu graziato....
Uno dei nomi del dottore della commedia dell’arte nel 16° sec. e nei primi decenni del 17°; è ricordato nella Fiera di Michelangelo Buonarroti il Giovane (1618). Lingua graziana, quella che i dottori, di solito bolognesi o ferraresi, usavano...
Monaco camaldolese (sec. 12º), forse originario di Chiusi (o di Ficulle), maestro nel monastero dei SS. Felice e Naborre a Bologna, autore di una grande raccolta di testi canonistici, tratti da numerose collezioni canoniche precedenti (pseudoisidoriano,...