turbare
Alessandro Niccoli
Ha il significato fondamentale di " alterare " lo stato di ciò che è limpido e tranquillo, rendendolo fosco e agitato. In questo senso ricorre più frequentemente con riferimento [...] (ricorre l'infinito sostantivato 'l turbar); Pd XXVIII 83, con costrutto assoluto. Anche con riferimento alla luce eternamente serena della graziadivina: XIX 65 Lume non è, se non vien dal sereno / che non si turba mai. A proposito del mare agitato ...
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biscia
Angelo Adami
Propriamente indica il " serpe d'acqua ", ma è usato da D. come " serpente " in genere. Ricorre soltanto nella Commedia, quattro volte. In If IX 77 le anime dei dannati, immerse [...] essa serva soprattutto di ammonimento ai viventi sulla terra, sempre soggetti alla tentazione, ma anche nella condizione di poter essere prontamente liberati, mediante la preghiera, dalla graziadivina (rappresentata dall'intervento degli angeli). ...
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Rifeo
Giorgio Padoan
Eroe troiano, R. è noto solo per i pochi versi dedicatigli da Virgilio: nel momento estremo di Troia egli fu tra i pochi che si unirono a Enea in un tentativo supremo di difesa [...] errante / che Rifëo troiano in questo tondo / fosse la quinta de le luci sante?, v. 68), divenuto possibile per quella graziadivina che ora il beato R., può vedere direttamente, benché, in quanto anima creata, non possa discernerne fino in fondo la ...
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tralucere
Andrea Mariani
Il verbo, usato da D. cinque volte (quattro nella Commedia e una nelle Rime, sempre in rima), offre qualche difficoltà d'interpretazione. L'ampio studio di F. Brambilla Ageno [...] .
In Pg XIV 79 da che Dio in te vuol che traluca / tanto sua grazia, il Chimenz e il Porena spiegano t. come " trasparire ", pensando evidentemente alla graziadivina come a una luce che, penetrata in D., ne ‛ traspaia ' fuori rivelandosi alle anime ...
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parto
Bruna Cordati Martinelli
Antonietta Bufano
Due occorrenze, sempre nel significato proprio: una in Cv IV XXVIII 17 io sono per li parti vota (Marzia chiede a Catone di riprenderla nella sua casa, [...] nella visione di Dio, e tale visione è commisurata al merito prodotto dalla graziadivina e dal buon volere della creatura: del vedere è misura mercede, / che grazia partorisce e buona voglia (XXVIII 113).
Il significato del verbo si allontana ...
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perdonare
Alessandro Niccoli
La metà esatta delle occorrenze appartengono al Purgatorio, in evidente connessione con il motivo poetico e il registro concettuale dominanti nella seconda cantica: lo confermano [...] di due punte mortali, si rende piangendo, a quei che volontier perdona (III 120); i negligenti che, resi accorti dalla graziadivina, pentendo e perdonando, / fora di vita uscirono a Dio pacificati (V 55); s. Stefano che, in armonia con la narrazione ...
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sormontare
Andrea Mariani
Verbo comune nell'italiano medievale, compare in D. sei volte, di cui cinque in poesia (sempre in rima) e una nel Convivio. L'uso è assoluto (tre casi) o intransitivo; le testimonianze [...] dantesco: la preposizione ‛ su ', che già indica l'idea di un ‛ superamento ' della condizione umana (per merito della graziadivina), è unita all'espressione di sopr'a mia virtute, sicché l'intera frase, con la doppia insistenza sormontar-sopra e me ...
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lucerna
Antonietta Bufano
Nel senso proprio di " lume ", ma in contesto figurato, nelle parole di Catone: Chi v'ha guidati, o che vi fu lucerna, / uscendo fuor de la profonda notte / che sempre nera [...] la lucerna che ti mena in alto / truovi nel tuo arbitrio tanta cera...: qui l'accezione di " grazia illuminante ", " luce e graziadivina " s'impone nelle chiose dei commentatori antichi e moderni, non senza però qualche tentativo di rimanere in un ...
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modesto
Andrea Mariani
Tutti i commenti antichi mettono in evidenza lo stretto rapporto fra l'uso medievale, e quindi dantesco, dell'aggettivo e la base latina modestus, da modus. In realtà questa relazione [...] quasi per scrupolo e rispetto, dice forse; poteva figurarsela tale perché annunziava un prodigio che, per esser dono della Graziadivina, induceva l'angelo stesso a reverenza di adorazione... così come qui Salomone " (Casini-Barbi).
Infine in Cv III ...
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gradatio
Francesco Tateo
Definita nel De Ratione dicendi come la figura " in qua non ante ad consequens verbum descenditur, quam ad superius ascensum est " (IV 25 34), senza cioè un particolare accenno [...] sembra obbedire D., che usa la g. eccezionalmente e sempre in relazione con il più alto dei temi, ossia quello della graziadivina e della beatitudine dell'anima, sia nel poema che nella Monarchia, mentre l'evita nella prosa volgare. Lo schema della ...
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grazia
gràzia s. f. [dal lat. gratia, der. di gratus «gradito; riconoscente»]. – 1. Qualità naturale di tutto ciò che, per una sua intima bellezza, delicatezza, spontaneità, finezza, leggiadria, o per l’armonica fusione di tutte queste doti,...
divino
agg. [dal lat. divinus, der. di divus = deus «dio»]. – 1. a. Di Dio: la bontà, la misericordia, la giustizia, l’onnipotenza d.; la d. provvidenza. Con sign. più ampio, che ha la natura, l’essenza di Dio: le tre d. persone, la Trinità;...