Il termine deriva dal gr. apóstrophos «rivolto altrove, indietro», da apostrépho «volgo indietro o in senso contrario». Apóstrophos (o -us) compare nel latino tardo, con significato unicamente grammaticale. [...] si trovano grafie come un’huomo (Migliorini 1957: 222). In questo secolo è significativo il contributo dato al conguaglio grafico dai correttori di stamperia come Lodovico Dolce, che nelle sue Osservationi dedica all’apostrofo (il «rivolto» che «si ...
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Per alfabeto fonetico si intende l’insieme dei simboli impiegati per la rappresentazione grafica dei suoni di una lingua. La sua prerogativa essenziale è quella di associare in modo univoco un solo segno [...] il capovolgimento di lettere già esistenti (per es., ɐ ə ʌ ʍ ɥ). Ampia è la lista dei diacritici, ovvero segni grafici che consentono di affinare la codifica e di raggiungere un alto grado di accuratezza; il loro uso è pertanto richiesto nella ...
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Giacomo Leopardi (Recanati 1798 - Napoli 1837) ricevette nell’infanzia un’educazione tradizionale, affidata a istruttori ecclesiastici. L’analisi linguistica degli scritti del periodo 1809-1810 non a caso [...] in linea generale che nelle Operette (ma anche nella prosa argomentativa dello Zibaldone) l’arcaismo non investe né la resa grafica (per es., il nesso ‹ns› in instituto), né la fonetica (per es., il tipo scuopre / cuopre costante in prosa), né ...
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QUI O QUI?
La grafia corretta di questo avverbio di ➔luogo è qui, senza accento. Tranne nei pochi casi in cui è necessario distinguerli da forme omofone (➔monosillabi accentati e non accentati), i monosillabi [...] vanno scritti senza l’accento grafico.
Storia
Fino alla fine dell’Ottocento e ai primi del Novecento era diffusa anche la forma accentata
Quì la bramata pace, ed il riposo / lieto godrai (G. Leopardi, Poesie giovanili)
Quì però, del nemico, non si ...
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QUA O QUA?
La grafia corretta di questo avverbio di ➔luogo è qua, senza accento. Tranne nei pochi casi in cui è necessario distinguerli da forme omofone (➔monosillabi accentati e non accentati), i monosillabi [...] vanno scritti senza l’accento grafico.
Storia
Fino alla fine dell’Ottocento e ai primi del Novecento era diffusa anche la forma accentata
Quà una batteria di parole amorose, là una batteria di sospiri (C. Goldoni, Il cavaliere e la dama)
Tasta di ...
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FARE, COMPOSTI DEL VERBO
I composti del verbo fare (assuefare, liquefare, rarefare, rifare, stupefare, tumefare ecc.) seguono la coniugazione del verbo fare
assuefaceva, liquefaccio, rifacesti, stupefatto
Nella [...] 3a persona singolare dell’indicativo presente, dall’accentazione ➔tronca, bisogna usare sempre l’accento grafico
assuefà, liquefà, rifà, stupefà
I verbi ➔disfare, soddisfare presentano alcune forme diverse ...
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L’➔accento della lingua italiana è di tipo espiratorio, in quanto fa emergere il nucleo vocalico della ➔ sillaba accentata con una maggiore emissione di fiato. In una catena fonica si distinguono così [...] [kapiˈtano] e capitano [ˈkapitano]: per disambiguare le due parole nello scritto, si potrà ricorrere a un ► accento grafico (capitàno, càpitano), così come avviene per la parola tronca capitanò [kapitaˈno] («comandò, guidò», passato remoto del verbo ...
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La dieresi è un fenomeno fonetico, di interesse soprattutto per la metrica (➔ metrica e lingua), per cui la vocale e la semiconsonante di un ➔ dittongo sono eterosillabiche (cioè si pronunciano in due [...] , essa è indicata dall’omonimo segno (la dieresi), costituito da due puntini che si scrivono sopra il primo elemento grafico del dittongo ‹ ̈›.
Nel parlato la dieresi può essere generata da una pronuncia più lenta e scandita. Nello scritto si ...
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I nomi dei giorni della settimana sono: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica. I nomi dei giorni da lunedì a venerdì sono di genere maschile e, in quanto tronchi, invariabili. [...] .
In calendari, agende, tabelle orarie, ecc., i nomi dei giorni e dei mesi si abbreviano (quasi sempre senza il punto per non appesantire la grafica) in lun., mar., mer., gio., ven., sab., dom. oppure l., m. o ma., m. o me., g., v., s., d.; gen., feb ...
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L’italiano ammette che parole diverse si combinino stabilmente tra loro (➔ polirematiche, parole) per dare luogo sia a significati dati dalla somma degli elementi (ferro da stiro), sia a traslati (vicolo [...] cieco). La combinazione può arrivare fino all’➔univerbazione, cioè alla fusione in un unico elemento (fonico e grafico), il cui impiego può anche prescindere dalla conoscenza del senso degli elementi costitutivi: francobollo, pomodoro, ecc.
Le ...
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-grafico
-gràfico [dal gr. -γραϕικός; v. -grafia]. – Secondo elemento compositivo con cui sono formati gli aggettivi derivati dai sostantivi in -grafia o in -grafo. È usato però anche per la formazione di aggettivi isolati (per es. astrografico,...
grafico
gràfico agg. e s. m. [dal lat. graphĭcus agg. «che riguarda la scrittura o il disegno», gr. γραϕικός, der. di γράϕω «scrivere, disegnare»] (pl. m. -ci). – 1. agg. a. Che concerne la scrittura: forma g.; varianti g. di una parola; segni...