Pronuncia è il termine correntemente usato, anche dai non specialisti, per designare il modo di articolare i suoni di una lingua (si parla infatti di pronuncia della erre, di difetto di pronuncia, ecc.) [...] ambigua: l’assenza di accento grafico è all’origine della diffusione di forme quali mòllica e còncime; parimenti, il rapporto non biunivoco tra grafema e fonema è alla base di oscillazioni quali tr[e] ~ tr[ɛ], n[o]me ~ n[ɔ]me, [ʣ]aino ~ [ʦ]aino, na[s ...
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Le lettere doppie (dette anche geminate, dal lat. gemino «raddoppio») sono la rappresentazione grafica delle consonanti che, in posizione intervocalica, vengono pronunciate al grado intenso, cioè con energia [...] momento che quindici consonanti dell’alfabeto italiano possono comparire come lettere doppie in determinate parole, è possibile aggiungere ai grafemi dell’alfabeto italiano (i ventuno tradizionali e i cinque non autoctoni: ‹k, j, y, x, w›) anche i ...
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Al termine grafia (dal gr. graphḗ «scrittura») corrispondono, in realtà, due accezioni diverse: la prima si riferisce al ductus, cioè alle peculiarità dei caratteri della scrittura (tipologia, collegamenti [...] per rendere i nuovi suoni del volgare erano principalmente tre: combinazione di due o più lettere latine, uso di grafemi marginali nell’alfabeto latino (come, per es., ‹k›, frequente in alternativa al nesso ‹ch› nella resa dell’occlusiva velare ...
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I nessi -cie e -gie in posizione finale di parola occorrono, nella maggior parte dei casi, nelle forme plurali dei nomi in -cia e -gia (in parole come superficie o effigie questi nessi sono però singolari). [...] -cia e -gia sono preceduti da consonante (provincia → province, quercia → querce, frangia → frange), oppure dei nomi in cui i grafemi ‹c, g› dei nessi -cia e -gia concorrono alla resa grafica di un suono intenso (goccia → gocce, spiaggia → spiagge ...
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Le affricate sono articolazioni consonantiche, sorde o sonore (➔ consonanti). Dal punto di vista fonetico, sono considerate come occlusive nelle quali il rilascio dell’occlusione sia particolarmente lento [...] ., ‹z›, ‹tz›, ‹cz›, ‹zi›, ‹ç›, ‹ti›) talvolta corrispondenti anche a foni diversi dalle affricate.
Le affricate postalveolari corrispondono ai grafemi ‹c, g›, benché essi si realizzino con affricate davanti a i ed e, ma con occlusive velari (/k/ e /g ...
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Le consonanti laterali sono così chiamate in quanto, per produrle, la lingua assume una particolare conformazione che permette la fuoriuscita dell’aria dai suoi lati (➔ fonetica articolatoria, nozioni [...] , è reso nella ➔ grafia italiana con il trigramma ‹gli›. Tale grafia è comunque ambigua in quanto in alcune parole i grafemi che lo compongono possono essere realizzati come un unico suono (come in sogliola [ˈsɔʎːola]), come due suoni (come in agli ...
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I fonemi di ogni ➔ sillaba formano una struttura analizzabile in tre parti: l’attacco, il nucleo e la coda. Il nucleo, costituito sempre da una sola vocale, è l’elemento cruciale, necessario e sufficiente [...] ]).
(e) Una sequenza di due consonanti, generalmente, si separa (sal.to, ser.pen.te), così come si separano le coppie di grafemi che rappresentano le cosiddette consonanti doppie, ovvero intense (bal.lo, non.no, goc.cia, piog.gia, paz.zo, raz.zo, ot ...
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Le semivocali sono suoni di tipo vocalico che, nei dittonghi (➔ dittongo) e nei trittonghi (➔ trittongo), si combinano alle ➔ vocali propriamente dette. Una suddivisione più fine oppone le semivocali alle [...] a quelli che indicano le vocali chiuse: p‹i›eno come ‹i›rto, g‹u›anto come ‹u›nto. In più, il grafema ‹i› svolge una funzione diacritica nei digrammi e trigrammi ‹sci› + vocale (sciame); ‹ci + a, o, u› (cialda, ciottolo, ciuffo) e, talvolta, ‹ci ...
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Ogni lingua si articola in sillabe, per effetto dell’alternarsi di foni consonantici e vocalici (➔ fonetica; ➔ consonanti; ➔ vocali). I secondi sono caratterizzati da maggior sonorità intrinseca e maggior [...] /mpstf/ alla fine di przestępstw «crimine [genitivo plur.]» (per paradosso, la grafia è qui ingannevole, con rispettivamente 5 grafemi consonantici iniziali e 4 finali). È importante comunque comprendere che non è la struttura sillabica a regolare la ...
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I foni velari sono così chiamati in quanto, per produrli, la parte posteriore (postdorso) della lingua crea un diaframma con il palato molle o velo palatino (da qui il termine velare). Tale termine si [...] [ˈkɛːna] per cena e [ˈkɛːlo] per cielo (cfr. Loporcaro 2009).
Diversamente dal latino classico, in cui i grafemi ‹c› e ‹g› corrispondevano sempre a consonanti occlusive, in italiano la loro realizzazione dipende dal contesto: vengono realizzati come ...
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grafema
grafèma s. m. [der. del gr. γράϕω «scrivere», sul modello di fonema] (pl. -i). – Nella terminologia linguistica, la minima unità grafica di un sistema alfabetico o sillabico o ideografico, ecc., cioè un segno che in un determinato...
grafemica
grafèmica s. f. [der. di grafema, sull’esempio dell’ingl. graphemics]. – In linguistica, studio delle unità funzionali di un sistema grafico.