È parola e, in parte, anche concetto introdotto nel linguaggio filosofico da Leibniz per superare la difficoltà, messa in evidenza da Locke, di percezioni di cui si è inconsapevoli (Nuovi saggi sull'intelletto [...] Dio stesso (Monadologia, § 30). In verita, quindi, in Leibniz non si trova distinto quel duplice valore (psicologico e gnoseologico) che l'appercezione ha poi assunto. Come sempre, Leibniz assurge dai puri dati psicologici alla loro natura metafisica ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Luigi Catalani
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Circa il problema della conoscenza, il pensiero medievale ha elaborato vari modelli [...] a uomo e produce l’individualità della conoscenza.
Il modello percettivo aristotelico tra XII e XIII secolo
Se il modello gnoseologico prevalente tra il XII e il XIII secolo è quello di matrice aristotelica, l’influsso della dottrina avicenniana è ...
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Gòrgia di Leontini. - Sofista greco (circa 483 - circa 375 a. C.). Fu il più notevole rappresentante dell'antica sofistica dopo Protagora, e insieme il creatore dell'arte retorica. Convinto che l'uomo [...] pratica convinzione che giova alla causa sostenuta dall'oratore: concezione di cui è evidente la parentela col relativismo gnoseologico di Protagora. Di qui la valutazione entusiastica del potere della parola e del λόγος, "grande dominatore, che col ...
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SENSO COMUNE
Guido Calogero
COMUNE È uno fra i termini filosofici che hanno maggiormente mutato di valore attraverso l'evoluzione storica. La sua origine è nella denominazione di κοινὴ αἴσϑησις ("sensazione [...] la tradizione medievale, perde sempre più il suo carattere propriamente psicologico per accentuare in compenso quello gnoseologico, onde appare come consapevolezza universale di ogni esperienza sensibile. S'intende quindi come esso debba diventare ...
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modello
Termine pluridisciplinare che ha assunto un’amplissima gamma di significati nella tecnologia, nelle arti, in matematica e in varie discipline scientifiche. In generale, un m. rappresenta la ricostruzione [...] di Platone ha in mente e imita nell’atto di plasmare le forme geometriche del cosmo materiale vivente. In senso gnoseologico, la trascendenza degli archetipi o modelli ideali è riaffermata in altri testi platonici, che definiscono le idee come puri m ...
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I filosofi, a cominciare dal tardo stoicismo, designano col termine di consensus gentium il criterio di verità per il quale una tesi appare come vera in quanto in essa convengono, al di là delle singole [...] principio che la verità potesse fondarsi sul consenso dei più. Da allora il concetto di consenso, abbandonando il terreno gnoseologico, tese a limitare la sua portata al campo politico e giuridico. Per consenso nell'accezione giuridica, v. contratto ...
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Ogni cosa che il soggetto percepisce come diversa da sé ed esterna, quindi tutto ciò che è pensato, in quanto si distingue sia dal soggetto pensante sia dall’atto con cui è pensato (per lo più contrapposto [...] , quella dell’o., cioè, e delle percezioni corrispondenti. Una complessa concezione dell’o. tesa a superare le difficoltà gnoseologiche tradizionali è quella kantiana: l’o. diventa per I. Kant o. fenomenico, prodotto dall’interazione tra categorie e ...
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LOGICA
Guido Calogero
. Il termine di "logica" λογικὴ τέχνη, ἀρετή "arte abilità logica": oppure τὸ λογικόν, sottinteso μέρος τῆς ϕιλοσοϕίας "la sezione logica della filosofia") entrò nell'uso specialmente [...] di verità e diverse solo in fatto di valore pratico, il grande Protagora si era in realtà messo al disopra di ogni gnoseologia; ma la concezione logico-retorica, sua e di altri grandi sofisti, della possibilità di rovesciare con l'oratoria la sorte ...
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Supposizione di fatti (o situazioni, sviluppi di un’azione ecc.) ancora non realizzati ma che si prevedono come possibili o si ammettono come eventuali, oppure spiegazione, fondata su indizi e intuizioni, [...] era che un asserto provvisoriamente assunto per dedurre, insieme ad altri asserti gnoseologicamente non problematici (gli assiomi), certe conseguenze. Tale svilimento gnoseologico delle i. doveva perdurare nella filosofia scolastica, che tendeva a ...
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SENSAZIONE
Guido Calogero
In generale, sensazione significa ogni modificazione di contenuto avvertito da una consapevolezza come prodotto da uno stimolo, interno o esterno, ma comunque indipendente [...] del sentito. Ma l'instabilità che così appare costitutiva della conoscenza sensibile, fa sì che essa venga pienamente svalutata dalla gnoseologia di Platone, tutta orientata verso l'ideale eleatico per cui non c'è conoscenza vera se non dell'eterno e ...
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gnoseologico
gnoṡeològico agg. [der. di gnoseologia] (pl. m. -ci). – Relativo alla gnoseologia: problema gn.; dottrina gnoseologica. Più genericam., che riguarda la conoscenza, conoscitivo: validità gnoseologica. ◆ Avv. gnoṡeologicaménte,...
gnoseologia
gnoṡeologìa s. f. [dal lat. mod. gnoseologia, termine coniato dal filosofo ted. A. G. Baumgarten (1714-1762) con il gr. γνῶσις -εως «conoscenza» e -λογία «-logia»]. – Termine usato (in una partizione ormai desueta della filosofia...