PETRONIO, Giuseppe
Nicolò Mineo
Critico letterario, nato a Marano (Napoli) il 1° settembre 1909. Dopo aver studiato a Reggio Calabria, Napoli e Roma, avendo come maestri F. Torraca e G. Gabetti, fu [...] importanti personalità della cultura degli anni Trenta iniziando una intensa attività critica, con scritti su Tasso, Leopardi, Manzoni, Verga, Ariosto, i Crepuscolari, Boccaccio. L'opera più importante, Il Decameron: saggio critico (1935), era ancora ...
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MARIANI, Gaetano
Giuseppe Antonio Camerino
Critico letterario, nato a Roma il 7 gennaio 1923, morto ivi il 30 giugno 1983. Professore di Storia della letteratura italiana moderna e contemporanea dal [...] revisionano notevolmente i canoni romantici della narrativa e della poesia, i saggi di Ottocento romantico e verista, da A. Manzoni ad A. Fogazzaro, attraverso I. Nievo, G. Verga, F. De Roberto, C. Pascarella e altri, mostrano quanto complessa e ...
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PUCCIANTI, Giuseppe
Guido Mazzoni
Letterato, nato a Pisa il 13 giugno 1830, morto a Marina di Pisa il 1° ottobre 1913. Laureato in lettere nella sua città nativa, fu eccellente maestro e poi preside [...] (v., II, p. 966), a quella giovanile brigata carducciana; ma sin da principio se ne staccò, senza avversarla, come manzoniano e favorevole all'arte straniera e talvolta imitatore del Prati (Liriche, Pisa 1871; Versi, Firenze 1873 e 1878; cfr. inoltre ...
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Lirici del Settecento - Introduzione
Mario Fubini
Due poeti che il lettore cercherà invano in questo volume vanno considerati quasi i poli della nostra raccolta: Metastasio e Parini. Ne son rimasti [...] italiana in esametri»); e se ne liberava parecchi anni dopo il Manzoni con un motto arguto: «Molto rumore per nulla». Ma pose la questione nei suoi retti termini fu sin dal 1824 Giuseppe Montani sulla «Antologia», con un raffronto tra Orazio e il ...
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Narratori dell'Ottocento e del primo Novecento
Aldo Borlenghi
Nella prima metà dell'Ottocento nasce in Italia, e decade, la passione per il romanzo storico. Romanzi ambientati nel passato, più o meno [...] per intendere il fatto in cui sembrò più irrigidirsi il manzonismo: il modello della lingua. Vale, anche qui, quanto dell'85: nel '72 era avvenuto un delitto: una sessantaduenne, Giuseppa Puglisi, era l'amante di un uomo più giovane di lei di ...
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Giandomenico Romagnosi, Carlo Cattaneo, Giuseppe Ferrari: Opere
Ernesto Sestan
Che cosa significhi Gian Domenico Romagnosi nella storia della cultura italiana è rimasto alquanto nel vago, anche dopo [...] Questo, spenti da poco Foscolo e Leopardi, vivente Manzoni.
Ma il punto più notevole di distacco da Romagnosi civile. La sua posizione, come, del resto, anche quella di Giuseppe Ferrari, è singolare dopo il '49: mentre tanto per i moderati ...
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Realismo
Corrado Maltese
Mario Verdone
di Corrado Maltese e Mario Verdone
REALISMO
Realismo e neorealismi di Corrado Maltese
sommario: 1. Il realismo e le sue varianti: a) gli estremi concettuali del [...] César, Rotella, Tinguely, Christo, Klein, Raysse, Manzoni e altri) e il movimento iperrealista, considerato da D., Il tetto, L'oro di Napoli (ispirato dai racconti di Giuseppe Marotta) - e Amidei, che fu il più assiduo collaboratore di Rossellini ...
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Giacomo Leopardi: Opere, Tomo II – Introduzione
Sergio Solmi
Nel primo tomo delle Opere abbiamo offerto il Leopardi, per così dire, rivolto al pubblico, vuoi effettivamente, vuoi intenzionalmente. [...] interesse per i maggiori incontri fattivi, valga per tutti quello col Manzoni. Il 31 agosto 1832, da Firenze, scrive a Paolina: e propiziatorie. Tanto che fa spicco la confidenza a Giuseppe Melchiorri circa il proprio «metodo» di poetare, per cui ...
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Poeti minori dell'Ottocento. Tomo I
Luigi Baldacci
Una strana impressione potrebbe fare al lettore (e intendiamo anche quello più avvertito) sentir dire che questa poesia minore dell'Ottocento, presa [...] 'esperienza secolare, la retorica romantica si presentava, nel Manzoni per primo, con i caratteri della più recente improvvisazione altronde neppure a poeti di più antica formazione, quali Giuseppe Revere, era restata ignota, se appunto gli ultimi ...
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L'esperienza letteraria
Alberto Guasco
«Generazioni ne ho vedute molte...»
I confini di un problema
«Uomini, persone: generazioni ne ho vedute molte succedersi o variare da quelle originarie e via via [...] »17. O anche direttamente, contemplando nel corpo di Gesù, come Giuseppe Centore, la «torcia esangue / blasonata di sputi / e di anche il male»51, centocinquant’anni dopo se stesso, Manzoni/Pomilio giunge a scrivere all’amico Fauriel/lettore:
« ...
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essere1
èssere1 v. intr. [lat. esse (volg. *essĕre), pres. sum, da una radice *es-, *s- che ricorre anche nel sanscr. ásti «egli è», gr. ἐστί, osco est, ant. slavo jestŭ, ecc.; il perf. fui da una radice *bhū- che ricorre nel sanscr. ábhūt...
terzo
tèrzo agg. num. ord. e s. m. [lat. tertius, der. di tres «tre»]. – 1. agg. a. Che, in una sequenza ordinata, occupa il posto corrispondente al numero tre, viene cioè dopo altri due (in cifre arabe 3°; in numeri romani III): il mio t....