Le frasi finali devono il nome al loro uso più qualificante: l’espressione del fine (o scopo). Tuttavia, la relazione tra frasi finali e fine non è biunivoca: da un lato, il fine è una relazione concettuale [...] conflitto tra progetti ed eventi raggiunge il grado estremo in costrutti come (23) (Gruppo di Padova 1979). Qui la finale esprime presta a due commenti. In primo luogo, il fatto che un fine possa motivare un atto di parola non espresso si giustifica ...
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In ambito linguistico e letterario, con purismo si intende ogni dottrina e atteggiamento critico-normativo, a carattere tradizionalista, che rifiuta e condanna con intransigenza ➔ neologismi, tecnicismi, [...] nome delle precedenti indicazioni, la prima espressione di purismo può essere individuata nelle idee – «io ho creduto che il suo perfetto grado sia stato dal 1348 al 1420 o quello il Settecento, che nel giudizio polemico di Cesari era degno della mitra ...
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Carlo Goldoni (Venezia 1707 - Parigi 1793) trascorse parte della fanciullezza a Venezia, e l’adolescenza e la giovinezza in varie sedi. Compì studi disordinati e concluse quelli di diritto. Avvocato a [...] tra La donna di garbo, la prima commedia scritta per di deittici, di espressioni comuni, di segmentazioni e dislocazioni, in una sintassi mossa, con frasi brevi e legami impliciti in gradodi va precisato, il suo giudizio nasceva da una competenza ...
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Niccolò Tommaseo (Sebenico 1802 - Firenze 1874) iniziò i suoi studi a Spalato, in seminario, per proseguirli a Padova, dove si laureò in legge nel 1822 e si dedicò all’approfondimento e al perfezionamento [...] a Milano con l’idea di fondare una rivista. Il progetto non si concretò.
Nel primo periodo milanese (1824-1825) l gradodi sperimentalismo (cfr. Marini 1998; Tellini 2000).
L’importanza di Fede e bellezza, non solo nel complesso degli scritti di ...
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Il contesto può essere definito in generale come l’insieme di circostanze in cui si verifica un atto comunicativo. Tali circostanze possono essere linguistiche o extra-linguistiche. Per riferirsi alle [...] sera è tornata prima del solito
solo se si sa cosa faceva Francesca di solito e se si è in gradodi costruire ipotesi sul senso rivolti sullo sfondo di dati contestuali quali per es. «il locutore non osa esprimere il suo giudizio negativo o la sua ...
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Le comparative sono frasi subordinate che introducono un paragone rispetto a un termine (detto comparato o primo termine di paragone) della frase reggente o principale. La frase comparativa, normalmente [...] propriamente dette (o comparative digrado) dalle comparative di analogia: le prime stabiliscono con la principale una corrisponde a un giudizio negativo sul soggetto, ecc.) dietro la struttura comparativa; si tratterebbe insomma di un elemento che ...
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Nella lingua quotidiana, il termine mitigazione, applicato a un evento o a uno stato, ha un presupposto negativo: quel che viene mitigato è un fenomeno atmosferico avverso (ad es., i rigori dell’inverno, [...] base dell’idea di mitigazione è l’idea di adattamento: la prima è una è così, ad es., che si determina il grado in cui un atto linguistico è diretto o indiretto e avverbiali di limitazione, ad es. secondo me, a mio giudizio; formule di negoziato, ...
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Il superlativo è insieme al comparativo (➔ comparativo, grado) un grado degli ➔ aggettivi e degli ➔ avverbi, che segnala che la proprietà espressa dall’aggettivo o dall’avverbio è intensificata al massimo [...] fortemente affettiva e la fiducia incondizionata nel giudizio espresso (Rainer 2003). Molto meno comuni di riferimento:
(6) estremo, infimo, intimo, primo, postumo/postremo, supremo/sommo, ultimo
In latino questi aggettivi rappresentavano il grado ...
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Per modalità si intende l’insieme delle risorse linguistiche (parole, espressioni, ma anche elementi morfologici, ecc.) che manifestano il modo, ovvero l’atteggiamento del parlante rispetto all’enunciato [...] primo luogo gli avverbi modali, che esprimono l’impegno del parlante sul gradodi verità dell’enunciato (come forse o certamente) o il gradodi incerto lo stato di cose su cui verte l’enunciato, impegnando il parlante in un giudizio su quanto ...
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BIONDELLI, Bernardino
Tullio De Mauro
Nacque a Verona il 14 marzo 1804. Dopo avere insegnato matematica, storia e geografia nelle scuole di Verona e di altre città del Veneto, si stabilì nel 1839 a [...] il diverso grado e modo giudizio che G. I. Ascoli (Studi critici, I, Milano 1861, pp. 1142) dette d'una raccolta di scritti del Biondelli. Ma, a una considerazione pacatamente storica, ormai possibile e doverosa, appare chiaro che il B., ben primadi ...
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giudizio
giudìzio (ant. giudìcio, iudìcio) s. m. [dal lat. iudicium, der. di iudex -dĭcis «giudice»]. – 1. a. L’attività logica del giudice, consistente nell’applicare le norme di legge al fatto da lui accertato: g. di fatto, se le questioni...
memòria s. f. [dal lat. memoria, der. di memor -ŏris «memore»]. – 1. a. In generale, la capacità, comune a molti organismi, di conservare traccia più o meno completa e duratura degli stimoli esterni sperimentati e delle relative risposte. In...