DIRUTA, Agostino
Arnaldo Morelli
Nacque a Perugia probabilmente nell'ultimo decennio del sec. XVI.
Nipote e discepolo di Girolamo Diruta - come egli stesso dichiara nelle sue Sacrae cantiones (Venezia [...] . Dopo questa data abbiamo notizia soltanto di una sua occasionale presenza a Narni, dove diresse le musiche per la festa del patrono S. Giovenale il 3 maggio 1656.
Morì dopo il 3 maggio 1656. R. Sabatini indica nel luglio 1656 la sua data di morte e ...
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avarizia
Ettore Bonora
. Nella distribuzione delle pene del Purgatorio D. si attenne alla gerarchia dei vizi capitali tradizionale nel Medioevo, che aveva avuto la sua più autorevole sanzione da Gregorio [...] , Boezio (ricordato per una citazione sull'a. anche in Cv IV XIII 13), Cicerone, Seneca, Orazio, Giovenale. Tale connotazione psicologica restò implicita nella rappresentazione della lupa della selva infernale, della quale viene sottolineata l ...
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Pietro Mangiadore
Nicolò Mineo
Il più famoso maestro di sacra dottrina della seconda metà del sec. XII, assieme a Pietro Lombardo, trasse l'attributo di Comestor o Mangiadore probabilmente dalla passione [...] fonti sono, oltre alla Bibbia, i padri e anche certi autori profani, dall'ebreo Giuseppe alla Sibilla, a Ovidio, Giovenale, Lucano. Nel commento non sono infrequenti notizie di archeologia biblica e di filosofia classica nonché notazioni di carattere ...
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ACCOLTI, Benedetto, il Vecchio
Armando Petrucci
Nacque ad Arezzo nel 1415 da Michele, di nobile famiglia aretina ed allora professore di diritto a Firenze, e da Margherita Roselli. Studiò diritto a [...] , esemplato sull' bis ovidiano. Il Flamini ha anche riconosciuto in un brano moraleggiante dell'A. una chiara derivazione da Giovenale, ma in genere il poeta più imitato dall'aretino fu Dante.
Più importante la sua opera di scrittore in latino ...
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poeta [plur. anche poete]
Antonio Lanci
Sostantivo ad alta frequenza, usato per indicare sia i p. antichi, cioè i p. ‛ regolari ' (cfr. VE II IV 3), sia i moderni, i poete volgari (Vn XXV 4), detti [...] ancora a Stazio si allude in IV XXV 6, 8 e 10); IV XXVI 11 e 14 (Virgilio), XXVIII 13 (Lucano), XXIX 4 e 5 (Giovenale), XXX 4 Esopo poeta. Tuttavia, in If XXIX 63 secondo che i poeti hanno per fermo (detto della testimonianza degli autori antichi, in ...
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BATTAGLI, Marco
Ottavio Banti
Nacque a Rimini, nella contrada di S. Agnese, nel primo decennio del sec. XIV, da Pietro, di famiglia oriunda da Borgazzano che si era inurbata nella seconda metà del sec. [...] lascia da ogni parte quasi trasudare il volgare su cui è coniato, è tuttavia ricco di citazioni di classici (Orazio, Ovidio, Giovenale, Orosio, Tito Livio, Svetonio, ecc.) e di autori medievali, che stanno a dimostrare in lui una assai vasta e varia ...
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L'araba Aswān, in copto Suan, è l'antica Suenet (la Συήνη dei Greci), capoluogo della più meridionale delle provincie d'Egitto verso il Sūdān. La città attuale contava, secondo i risultati preliminari [...] è tuttora molto importante militarmente come presidio contro le incursioni dei Blemî - i progenitori degli attuali Bisciari - e ospita Giovenale, inviato da Domiziano a coprire una carica, che era al tempo stesso un esilio. Sede di un vescovo copto ...
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Classica, Cultura
Manlio Pastore Stocchi
. Nella Firenze ancor priva di uno Studium generale (che ebbe solo nel 1349) D. non poté seguire un corso regolare di studi superiori. D'altra parte affiora [...] D. possono in qualche caso essere citati di seconda mano: per esempio Cv IV XXIX 4 attesta una conoscenza diretta di Giovenale; pure, citando genericamente il poeta in Cv IV XII 8 insieme con altri scrittori latini che hanno biasimato le ricchezze, D ...
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Orosio, Paolo
Antonio Martina
L'autore degli Historiarum adversus paganos libri VII (nato a Tarragona, Spagna, verso la fine del sec. IV, e morto in data sconosciuta nell'Africa del nord), opera che [...] di Dante. Giustamente però in questo caso già alcuni commentatori antichi (Pietro, e Benvenuto che chiama in causa Giustino) richiamano Giovenale X 362 (cfr. Moore, Studies in D. I 257). Alcuni dei moderni (cfr. Torraca, e Toynbee in " Bull. " II ...
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fortuna
Federigo Tollemache
Voce frequente nelle opere volgari (2 occorrenze nella Vita Nuova, 3 nelle Rime, 7 nel Convivio, 10 nell'Inferno, 3 nel Purgatorio, 5 nel Paradiso, 7 nel Fiore, 2 nel Detto), [...] e per influsso greco, f. ha comunemente il significato di " caso ". L'uso frequente del termine in Seneca, Giovenale e Tacito riflette la mentalità comune. Plinio il Vecchio, in particolare, ci ha lasciato una descrizione vivacissima della popolarità ...
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satira
sàtira s. f. [dal lat. satŭra, femm. dell’agg. satur «pieno, sazio» e per estens. «vario, misto» (anche, con valore negativo, «confuso»), secondo antiche interpretazioni connesso con la lanx satura, il piatto di primizie offerto ritualmente...
studentato s. m. Alloggio in cui abitano gli studenti fuori sede, in genere durante il periodo universitario. ◆ Da Prati a Centocelle, e poi Eur, Primavalle, San Giovanni, Garbatella. Sempre a Roma occupate anche tutte le sedi della facoltà...