Il termine neologismo giunse in Italia dalla Francia, dove néologisme, formato non più tardi del 1735 su elementi del greco classico significanti «nuova parola», completati dal suffisso -isme (it. -ismo), [...] due secoli dopo, mentre ➔ Vincenzo Monti rimproverava alla quarta edizione della Crusca la ottica, psicologia, ecc.), ➔ Giacomo Leopardi dovette fronteggiare l’accusa di dall’Elenco del sig. Bernardoni di Giovanni Gherardini.
Su una linea liberale si ...
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Poiché il Risorgimento ebbe come esito l’Unità nazionale, la connessione con i fatti linguistici risulta immediata, in quanto gli eventi politici, conclusi con la formazione del Regno nel 1861 e con lo [...] , Luigi Angeloni, Giovanni Antonio Ranza. L ’ mari che l’accerchiano e per gli altissimi monti che fascianlo, che sole le isole son meglio Sepolcri di ➔ Ugo Foscolo); anche nella canzone di ➔ Giacomo Leopardi All’Italia:
O patria mia, vedo le mura ...
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Col termine burocratese si indicano, con accezione negativa, lo stile comunicativo e il linguaggio inutilmente complicato utilizzati da amministrazioni e istituzioni pubbliche nelle comunicazioni (prevalentemente [...] uffici, e l’anno successivo Vincenzo Monti, nella Prolusione al suo corso di .
Melis, Guido & Tosatti, Giovanna (2001), Il linguaggio della burocrazia italiana CLUSF, pp. 5-9 (1a ed. Milano, Giacomo Agnelli, 1876).
Zorzi Calò, Daniela (1995), La ...
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Il termine classicismo, che appare all’inizio dell’Ottocento, deriva dell’aggettivo sostantivato classico, a sua volta prosecuzione del lat. classicus, nell’accezione di «autore eccellente, da imitare». [...] e amplissime aperture, di ➔ Giacomo Leopardi.
Lo schieramento classicista si presenta Crusca (1817-1826), diretta da Monti, ma cui collaborarono, oltre a Perticari italiane di fine Ottocento, quella di Giovanni Moise (1878) e la Sintassi italiana ...
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MANZONI, Giacomo
Fabio Zavalloni
Nacque a Lugo, in Romagna, il 24 ott. 1816 da Giambattista, proprietario terriero appartenente a una distinta famiglia dell'aristocrazia locale, e da Caterina Monti, [...] per terminare studi più che ventennali, curando l'edizione della traduzione di D. Albanzani del De claris mulieribus di Giovanni Boccaccio (Bologna 1881), e dando alle stampe i tre tomi degli Annali tipografici dei Soncino, contenenti la descrizione ...
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Giosuè Carducci nacque a Valdicastello (Lucca) il 27 luglio 1835. Dopo gli studi presso gli Scolopi di Firenze e la Normale di Pisa, insegnò dapprima in alcune scuole toscane (S. Miniato a Monte, Pistoia) [...] ottocentesco di ➔ Cesarotti, ➔ Monti e Perticari; cfr. Tomasin 1861-1968, Firenze, Sansoni.
Devoto, Giacomo (1975), Giosuè Carducci e la tradizione (1a ed. Firenze, Sansoni, 1960).
Nencioni, Giovanni (1987), Sulla lingua poetica di Giosuè Carducci, ...
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Francesco Guicciardini nacque a Firenze, il 6 marzo 1483, da importante famiglia fiorentina. Dottore in legge nel 1505, nel 1511 fu ambasciatore in Spagna. Tornato a Firenze all’inizio del 1514, nel 1516 [...] re con tanto esercito avesse passato i monti? […] in che sbigottimento si ridurrebbe per i testi di lingua.
Leopardi, Giacomo (1991), Zibaldone di pensieri, a cura di lingua, pp. XL-LXXXIX.
Nencioni, Giovanni (1988), La lingua del Guicciardini, in Id ...
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Una lingua possiede generalmente un corredo di parole ritenute a vario titolo proibite o sconvenienti (dette usualmente parolacce), utilizzate a volte, in chiave metaforica, come ➔ insulti o imprecazioni, [...] non aver usato un cazzo di medicamenti», Giacomo Leopardi) cacacazzi o cacacazzo; cappella; parola dolce si arrende», Monti), coglioneria, coglionare («non mi perdio: «perdio, s’è freddo! si gela!», Giovanni Verga), per Giove, per la Madonna (o per ...
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Le congiunzioni coordinative (o coordinanti) sono parole funzionali invariabili il cui compito è quello di collegare tra loro due o più elementi linguistici (principalmente sintagmi o frasi; i cosiddetti [...] che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude (Giacomo Leopardi, “L’Infinito”, in Idilli)
E può coordinare sintagmi vede la campagna, i monti, gli alberi, il cielo, e non già muri, quei tristi muri anneriti! (Giovanni Verga, Storia di una ...
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L’iperbato (dal gr. yperbatón «trasposto», in lat. transgressio «superamento») è una figura retorica che consiste nell’inserire tra due o più parole collegate sintatticamente uno o più segmenti di discorso, [...] 1971: 284).
Così, ➔ Giacomo Leopardi, memore di Torquato Tasso e Giuseppe Parini, di ➔ Vincenzo Monti e Ugo Foscolo, come dei una nuova vitalità dell’iperbato, in particolare con ➔ Giovanni Pascoli, nei cui testi la figura si presenta sia nel ...
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trasfigurazione
trasfigurazióne (ant. transfigurazióne) s. f. [dal lat. transfiguratio -onis]. – L’atto, il fatto di trasfigurare, di trasfigurarsi; mutamento di figura o di aspetto o di espressione: molte di queste donne, accorgendosi de...