Scrittore bizantino (sec. 7º), fratello adottivo di s. GiovanniDamasceno. Scrisse canoni molto ammirati dai Bizantini, e un commento alle poesie di s. Gregorio Nazianzeno. ...
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Teologo (Novara fine sec. 11º - Parigi 1160), chiamato dai posteri magister sententiarum. Il suo scritto principale, i Libri Sententiarum, il testo teologico più diffuso nel Medioevo, gli fruttò una celebrità [...] forse di origine vittorina), ma anche da Abelardo, da Anselmo di Laon, da Ugo di S. Vittore e da GiovanniDamasceno (conosciuto nella traduzione latina di Burgundio Pisano). P. organizza la materia in quattro libri (divisi in capitula, mentre il ...
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Denominazione con cui si indica solitamente l’Impero Romano d’Oriente, da Bisanzio antico nome della capitale Costantinopoli.
Storia
L’antagonismo fra Occidente latino e Oriente ellenistico prese corpo [...] sue forze nella lotta contro i musulmani; dal 726 lo agita il moto iconoclasta, contro il quale si leva dapprima GiovanniDamasceno, la figura di maggior rilievo, notevole, oltre che per la vasta opera teologica, come poeta liturgico, e poi Teodoro ...
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Componimento poetico-musicale, cantato da coro e spesso accompagnato da strumenti. Caratterizzato da una struttura strofica, l’i., già nella musica greca e poi nel canto liturgico cristiano, era destinato [...] da numerosi autori, quali Balas, Severo di Antiochia ecc. Ricchissime sono l’innografia bizantina (basti pensare a s. GiovanniDamasceno), armena, copta. In Occidente si considera quale più antico autore di i. (ma è suo contemporaneo Mario Vittorino ...
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Uomo che ha generato uno o più figli, considerato nella sua relazione con i figli stessi. Si dice anche di persona che abbia per legge autorità e mansioni paterne: p. adottivo, per adozione; p. putativo, [...] Occidente, con s. Gregorio Magno, o, al più, con s. Isidoro di Siviglia (7° sec.) e, in Oriente, con s. GiovanniDamasceno (8° sec.). I P. che godono di maggiore autorità sono chiamati anche dottori: in Oriente, s. Basilio, s. Gregorio Nazianzeno, s ...
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Dottrina che si oppone, in modo contraddittorio, diretto e immediato, a una verità rivelata e come tale proposta a credersi dalla Chiesa. Non può invece dirsi eretica una posizione dottrinale, che si limiti [...] ), Filastrio di Brescia (Diversarum haereseon liber), s. Agostino (Liber de haeresibus), s. Vincenzo di Lérins (Commonitorium) e Teodoreto (Haereticorum fabularum compendium); nel 7° e 8° sec., s. Germano di Costantinopoli e s. GiovanniDamasceno. ...
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Filosofo inglese (Stradbrook, Suffolk, 1175 - Lincoln 1253). Fautore di un ritorno al platonismo agostiniano, risulta centrale nella sua fisica e metafisica la dottrina della luce e il concetto di illuminazione [...] Lincoln (1235). Conoscitore del greco, tradusse in latino varie opere (tra cui il De fide ortodoxa di GiovanniDamasceno, gli scritti dello pseudo-Dionigi con gli scoli di Massimo Confessore, opuscoli pseudoaristotelici, l'Ethica Nicomachea e parte ...
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Religione
Nella Chiesa cattolica, d. della Chiesa sono scrittori illustri per santità di vita e ortodossia, ma soprattutto per la loro scienza nelle cose sacre. Il titolo è attribuito con decreto del [...] Poitiers (1851), a s. Alfonso de’ Liguori (1871), a s. Francesco di Sales (1877), a s. Cirillo di Gerusalemme e a s. Cirillo Alessandrino (1882), a s. GiovanniDamasceno (1890), a Beda (1899), a s. Efrem Siro (1920), a s. Pietro Canisio (1925), a s ...
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Nel cristianesimo, l’unione sostanziale della natura umana e della natura divina realizzata in Cristo: il dogma è intimamente connesso con quello della Trinità, con il quale è proposto come uno dei «due [...] integre le proprie caratteristiche, confluiscono in un’unica persona.
Sviluppi medievali e moderni
Da Leonzio di Bisanzio a s. GiovanniDamasceno, a s. Tommaso, Duns Scoto e gli scolastici si discute sulla convenienza dell’i., la sua necessità, il ...
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Umanista e teologo (Étaples 1455 circa - Nérac 1536).
Considerato talora fautore del luteranesimo, talora rivalutato nei suoi intenti di riformatore cattolico, è uno dei più caratteristici esponenti di [...] allargò ai primi tempi cristiani e alla patristica greca: tradusse e commentò lo Pseudo-Dionigi, Ignazio, Policarpo, GiovanniDamasceno, Basilio, Gregorio di Nazianzo; ristampò opere di filosofi e mistici medievali (Riccardo di S. Vittore, Raimondo ...
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patrologia
patrologìa s. f. [comp. del gr. πατήρ -τρός «padre» e -logia]. – 1. Lo studio storico, letterario, dottrinale delle opere dei Padri della Chiesa e, più ampiamente, degli scrittori cristiani dall’età sub-apostolica sino a Gregorio...