L’ordine degli elementi di una struttura sintattica (come un sintagma o una frase) è un parametro cruciale negli studi linguistici, principalmente in quelli di tipologia. A partire dalla struttura della [...] venire
(Dante, Il Fiore CLXXXVIII, 5-7)
b. Calandrino, se la prima gli era paruta amara, questa gli parve amarissima (GiovanniBoccaccio, Dec. VIII, 6)
c. Quelli che moiono, bisogna pregare Iddio per loro, e sperare che anderanno in un buon luogo ...
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Si intendono per volgari medievali d’Italia le varietà linguistiche diverse dal latino scritte in Italia nel medioevo e nel primo Rinascimento prima dell’imporsi del fiorentino, chiamato ben presto toscano [...] Bembo, che appoggiava la lingua letteraria all’uso degli autori fiorentini del Trecento, soprattutto ➔ Francesco Petrarca e ➔ GiovanniBoccaccio, spezza il filo che le lingue cortigiane mantenevano con la lingua parlata, e dunque anche con i volgari ...
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Il vocabolario è uno dei pochi prodotti culturali che si siano sviluppati in autonomia in epoca moderna (cfr. Auroux 1992: 33). È vero che dizionari e glossari esistevano già in epoca classica, simili [...] italiana, cfr. Olivieri 1942 e 1943; Poggi Salani 1986). Liburnio fa riferimento a ➔ Dante, ➔ Francesco Petrarca e ➔ GiovanniBoccaccio, i tre autori che in quanto «tre fontane» dell’eloquenza erano scaturigine di buona lingua. Però Le tre fontane si ...
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La più antica grammatica italiana che si conosca è trasmessa, anonima, dalle prime carte del codice Reginense Latino 1370 della Biblioteca Apostolica Vaticana (nota perciò come Grammatichetta vaticana; [...] di modelli, identificati in primo luogo nella poesia di ➔ Francesco Petrarca e nella prosa più elevata del Decameron di ➔ GiovanniBoccaccio (non in tutta l’opera, dunque), e solo in maniera subordinata in Dante, autore macchiato, agli occhi del ...
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L’enigma (dal gr. áinigma «discorso coperto») è una forma letteraria tradizionale nella quale un testo, normalmente in versi, fa allusione in modo più o meno criptico a un tema nascosto che il destinatario [...] della parola indovinello sia riferita a questa variante licenziosa del gioco. Si tratta di un cenno che ➔ GiovanniBoccaccio fa, nel Corbaccio, alla trecentesca Canzone (o Novella) dello Indovinello, dove indovinello sta per il membro maschile ...
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Assumiamo convenzionalmente che l’età umanistica e rinascimentale coincida con i secoli XV e XVI. È questa l’epoca, in Italia come negli altri paesi dell’Europa occidentale, dell’emergere delle lingue [...] una tradizione letteraria illustre inarrivabile, che si riassume in volgare nei nomi di ➔ Dante, ➔ Francesco Petrarca e ➔ GiovanniBoccaccio e in latino nel movimento umanistico, fondato dallo stesso Petrarca, che ha rinnovato la cultura di tutta l ...
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La predicazione è stata lo strumento di comunicazione di massa che più a lungo e capillarmente ha operato in Europa e in Italia, importante sia come veicolo di conoscenza religiosa e orientamento morale, [...] . È una tecnica che punta a coinvolgere e ammonire (anche a divertire e distrarre, come denunciavano ➔ Dante e ➔ GiovanniBoccaccio), più che a spiegare e approfondire.
Sono dunque due tecniche oratorie diverse, anche se spesso concomitanti, l’una ...
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La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] di una varietà di lingua d’area italiana (nella fattispecie, il fiorentino di ➔ Dante, ➔ Francesco Petrarca e ➔ GiovanniBoccaccio) segue di circa tre secoli la sua utilizzazione scritta, avviata nel Duecento.
Per Dante le regole sono estranee al ...
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di Bruno Moretti
Il termine mistilinguismo è usato correntemente come sinonimo di plurilinguismo sia per i casi in cui in una comunità sono presenti due o più lingue, sia per i discorsi prodotti da un [...] di un uso ludico dei dialetti da parte di un’aristocrazia culturale che aveva ormai optato per il toscano). Anche ➔ GiovanniBoccaccio, già nell’Epistola napoletana (diretta a Franceschino de’ Bardi attorno al 1339 e firmata «Jannetta de Parisse») e ...
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Il participio è un modo non finito del verbo (➔ modi del verbo), suddiviso in una forma detta passata (amato) e una presente (amante), entrambe continuazioni dirette delle forme equivalenti latine (amatus [...] avevano tutto perduto e tutto salvato (Deledda 1950: 184)
Nelle fasi antiche della lingua italiana, fino a ➔ GiovanniBoccaccio, il complemento ➔ oggetto si colloca spesso prima del participio (➔ italiano antico). Tale tendenza si perde nel secolo ...
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mondo2
móndo2 s. m. [lat. mŭndus (voce d’incerta origine), che designò dapprima la volta celeste e i corpi luminosi che la popolano, poi la Terra e i suoi abitanti, assumendo poi, nel linguaggio della Chiesa, anche un sign. più ristretto,...