L’opera in volgare di Francesco Petrarca (Arezzo 1304 - Arquà 1374) si esaurisce nelle 366 liriche d’amore che compongono i Rerum vulgarium fragmenta (indicato più comunemente, a partire dal Quattrocento, [...] editoriali come glossari, rimari, grammatiche e poetiche. Se i grandi poeti cinquecenteschi (Bembo stesso, ma di più Giovanni Della Casa, Giovanni Guidiccioni, Galeazzo di Tarsia) riuscirono a contemperare dialetticamente l’imitazione del modello con ...
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Niccolò Machiavelli nacque a Firenze il 3 maggio 1469. Sulla sua formazione dà notizie il Libro dei Ricordi del padre Bernardo, dottore in legge. Il 19 giugno 1498 divenne segretario della seconda cancelleria [...] fu rimesso in libertà grazie all’amnistia per l’elezione di Giovanni di Lorenzo de’ Medici a papa (col nome di Leone quadro non si deve, per il condizionamento retrospettivo di Bembo o di Salviati, qualificare come plebee le scelte linguistiche ...
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La virgola (dal lat. virgula(m) «piccola verga») è un segno di interpunzione, costituito da una linea curva con la testa al livello basso della riga, che ha una varietà di funzioni. Indica una pausa breve, [...] 2008: 94), e poi, sempre grazie alla collaborazione tra Bembo, Manuzio e Griffo, con le edizioni di Petrarca del 1501 tanta poesia del Novecento («e grave grave grave m’incuora»: Giovanni Pascoli, “L’ora di Barga”), e nella narrativa contemporanea ...
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In ambito linguistico e letterario, con purismo si intende ogni dottrina e atteggiamento critico-normativo, a carattere tradizionalista, che rifiuta e condanna con intransigenza ➔ neologismi, tecnicismi, [...] stretto).
Non va invece considerata purista la dottrina di Bembo (Prose della volgar lingua, 1525), se non per amp; P. Trifone, Roma, Salerno Editrice, pp. 51-72.
Boine, Giovanni (1912), Purismo, «La Voce» 18 luglio 1912.
Castellani, Arrigo (2010 ...
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L’alfabeto italiano è l’insieme dei segni grafici o ➔ grafemi (o in termini usuali, lettere) che servono a trascrivere la lingua italiana. L’alfabeto italiano prosegue l’alfabeto della lingua latina, che [...] figura grandiosa, libera da falsi intellettualismi e portatrice di valori autentici.
Bembo, Pietro (1971), Prose e rime, a cura di C. degli accademici della Crusca (1612), Venezia, Giovanni Alberti (ristampa anastatica Firenze, Licosa, 1974 ...
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Il concetto di standard in linguistica identifica una ➔ varietà di lingua soggetta a codificazione normativa (➔ norma linguistica), e che vale come modello di riferimento per l’uso corretto della lingua [...] tre corone fiorentine (➔ Dante, ➔ Francesco Petrarca e ➔ Giovanni Boccaccio) e alla supremazia economica e culturale raggiunta in quell’ standardizzazione dell’italiano è l’opera di ➔ Pietro Bembo, Prose della volgar lingua, pubblicata a Venezia nel ...
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L’uso letterario del dialetto va considerato in rapporto alla scrittura nella lingua letteraria comune, così come la stessa nozione di dialetto è complementare a quella di lingua. Nella storia linguistica [...] di corte e popolo cittadino.
Tra le Prose di Bembo (1525) e il Vocabolario della Crusca (1612), si & Marcato 2006).
Grazie al contatto con la letteratura italiana, Giovanni Meli, trasponendo la poetica dell’Arcadia in siciliano, in una lirica ...
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CITTADINI, Celso
Gianfranco Formichetti
Nacque il 1º apr. 1553 a Roma da nobile famiglia che vantava tra i propri avi Cecco Angiolieri; il padre Francesco era procuratore della corte romana dove si [...] perfetta sintonia con il rilancio petrarchesco che il Bembo aveva vivificato, compose una serie di madrigali e dall'autorità di Dante, Petrarca, Boccaccio, Castelvetro, Giovanni e Matteo Villani. In questo lungo capitolo conclusivo vengono ...
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Per variazione diamesica si intende la capacità di una lingua di variare a seconda del mezzo o canale adottato, sia esso scritto (grafico-visivo) o parlato (fonico-acustico) (➔ lingua parlata; ➔ lingua [...] , le Prose della volgar lingua, di ➔ Pietro Bembo, del 1525) e lessicografiche (la prima edizione del Pisa, Pacini, 2 voll., vol. 1º, pp. 495-517.
Nencioni, Giovanni (1976), Parlato-parlato, parlato-scritto, parlato-recitato, «Strumenti critici» 10, ...
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Per monolinguismo si intende l’uso di un solo codice o varietà linguistica, e più specificamente nell’uso letterario di un unico registro stilistico o modulo espressivo omogeneo e selezionato da parte [...] omogeneità della lingua viene data dall’attività dei grammatici. Giovanni Francesco Fortunio dai Fragmenta – e dai Trionfi – stabilità e uniformità della lingua. L’edizione delle Rime di Bembo nel 1530 (e anche quella delle Rime di Sannazaro, raccolte ...
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inorare
v. tr. [comp. di in-1 e oro, sul modello del lat. inaurare: v. inaurare], ant. – Ricoprire d’oro, ornare di fregi d’oro; dorare. ◆ Part. pass. inorato, anche come agg., dorato: il Senato fece porre una statua di rame inorata nella...
principio
princìpio s. m. [dal lat. principium, der. di princeps -cĭpis nel sign. di «primo»: v. principe]. – 1. a. L’atto e il fatto di cominciare, inizio: il p. di una azione, di un’impresa; il p. di una nuova vita; dare p., avviare, intraprendere...