giottéschi, artisti Collaboratori ed epigoni trecenteschi di Giotto. Fin dal secondo-terzo decennio del 14° sec. nuclei di a.g. si formarono nei centri più importanti d'Italia. Il gruppo evidentemente [...] . Anche nella Napoli angioina, dove Giotto aveva lavorato negli ultimi anni, si assistette al fiorire di lavori di sensibilità giottesca, come appare evidente negli affreschi di S. Lorenzo e di S. Pietro a Maiella. Di notevole importanza fu anche ...
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Pittore (Fabriano 1315 circa - ivi 1373). Formatosi a Fabriano su forme giottesche e senesi, fu poi in rapporto con le maestranze riminesi operanti nelle Marche. A Firenze, dove dal 1346 risulta iscritto [...] alla Compagnia di S. Luca, subì l'influenza di B. Daddi (dittico, Berlino, Staatliche Museen) e dell'Orcagna (affreschi con storie di s. Orsola, Fabriano, S. Domenico; trittico, 1365, Roma, Pinac. Vaticana). ...
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ALLEGRETTO di Nuzio (A. Nuzi)
Alessandro Marabottini
Nato a Fabriano intorno al 1315-20. La sua prima attività pittorica è ignota: si suppone formato nell'ambiente locale su forme giottesche e senesi [...] di seconda mano, in rapporto con l'anonimo frescante di San Biagio in Caprile e con le prime maestranze riminesi operanti nelle Marche. Nel 1346 A. risulta iscritto a Firenze alla Compagnia di San Luca: ...
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Pittore senese (fine sec. 13º). Il nome è tratto dal luogo di conservazione di una Maestà (chiesa dei SS. Salvatore e Cirino di Abbadia Isola, presso Colle di Val d'Elsa), che alcuni critici considerano [...] opera giovanile di Duccio, altri di un seguace di questo, attento anche alle novità giottesche. Gli sono attribuiti dipinti nel Museo Arcivescovile di Utrecht, nella pinacoteca di Siena, ecc. ...
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Pittore fiorentino attivo nella prima metà del sec. 14º, la cui personalità è stata definita solo nel 20º secolo. Ricordato da L. Ghiberti come uno dei più significativi allievi di Giotto ma confuso da [...] che hanno fatto pensare anche a probabili contatti con A. Lorenzetti e che sono state determinanti nella formazione dei giotteschi della seconda metà del secolo. A M. sono concordemente assegnati l'affresco con l'Incoronazione della Vergine (ora nel ...
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GIOVANNI da Milano (Giovanni di Iacopo di Guido da Caversaccio, presso Como; perciò fu detto anche G. da Como)
Pietro Toesca
Pittore. Nel 1350 era a Firenze; nel 1363 è segnato nell'Arte dei medici e [...] chiaroscurare, appreso dalle opere di Simone Martini. E negli affreschi di S. Croce si distinse profondamente dai contemporanei giotteschi per colorire nutrito, per salda corporeità, per senso di spazio - affatto sviato sugli esempi di Taddeo Gaddi ...
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CORTESE, Leonardo
Sisto Sallusti
Nacque a Roma il 20 maggio 1915 da Luca, impresario teatrale e giornalista, e da Bjeatrice Arena. Fratello di Guglielmo, che diverrà impresario e organizzatore teatrale [...] estiva del 1938. Ma già prima R. Simoni l'aveva notato in un suggestivo spettacolo in piazza a coronamento delle celebrazioni giottesche preparato da S. D'Amico e T. Pavlova: Il mistero della Passione da laudi dei disciplinati umbri (sagrato di S ...
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GIOTTO
A. Tomei
Pittore e architetto fiorentino, nato, secondo la tradizione, a Vespignano nel Mugello intorno al 1267, attivo tra la fine del Duecento e la prima metà del Trecento.Artista-simbolo dell'intero [...] ; F. Todini, Un'opera romana di Giotto, Studi di storia dell'arte 3, 1992, pp. 9-54; M. Boskovits, Restaurata la croce giottesca di San Felice in Piazza, AC 81, 1993, pp. 133-137; A. Conti, Giotto e la pittura italiana nella prima metà del Trecento ...
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IACOPO Landini detto del Casentino
Pittore, nato a Firenze nel 1297, morto a Pratovecchio nel 1358 o 1368. Fti nel 1339, assieme con Bernardo Daddi e altri pittori fiorentini, tra i fondatori della corporazione [...] della sua scuola; altri elementi sono desunti dal maestro di S. Cecilia. Dalla grandiosità e monumentalità di forme e composizioni giottesche I. del C. si volge, più tardi, a una maniera più morbida, cadendo sotto l'influsso di Bernardo . Daddi.
Bibl ...
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Pittore fiorentino (m. 1366); fu scolaro di Giotto (secondo Cennino Cennini lavorò con Giotto per 24 anni). La sua personalità si distingue da quella del maestro già nella Madonna col Bambino di Castiglione [...] gli affreschi con storie di Giobbe nel Camposanto di Pisa (1341-42). Dopo il 1340 si nota un ritorno alle forme giottesche (tavola di S. Lorenzo alle rose, presso Firenze, Madonna col Bambino da Poggibonsi, cappella Segni, in S. Lucchese, 1355, oggi ...
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giottesco
giottésco agg. (pl. m. -chi). – Di, o relativo a, Giòtto di Bondone, illustre pittore fiorentino comunem. noto come Giotto (c. 1267-1337): gli affreschi g. nella cappella degli Scrovegni, a Padova; l’influenza g. sui pittori del...
derivazione1
derivazióne1 s. f. [dal lat. derivatio -onis, der. di derivare «derivare1»]. – 1. L’atto, l’operazione, il fatto di derivare o di essere derivato, e il modo o il processo attraverso cui si deriva (nel sign. trans. e intr. di derivare1):...