Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] ’altro di meça Italia, così questo, che è di tutta Italia, si chiama volgare Italiano [= lat. vulgare latium] (GianGiorgioTrissino, De la volgare eloquentia, c. 13v).
L’idea di un volgare illustre comune (già problematica in ➔ Dante) rappresenta ...
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La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] l’indirizzo classicista di Fortunio e di Bembo, ma quello cosiddetto italianista, che ha il suo capostipite in ➔ GianGiorgioTrissino e il suo testo esemplare nella Grammatichetta da lui pubblicata a Vicenza nel 1529: una grammatica del volgare ...
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La lingua del testo teatrale è un tipo di ➔ lingua scritta in cui gioca un ruolo primario la dimensione dell’oralità: il testo si realizza infatti nel divenire di un evento, lo spettacolo teatrale, caratterizzato [...] , lingua dell’) la tragedia, sia quella composta sul modello greco, come la Sofonisba (1514-1515) di ➔ GianGiorgioTrissino, sia quella composta sul modello latino, come l’Orbecche (1541) di Giambattista Giraldi Cinzio, restaurò il canone tragico ...
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Niccolò Machiavelli nacque a Firenze il 3 maggio 1469. Sulla sua formazione dà notizie il Libro dei Ricordi del padre Bernardo, dottore in legge. Il 19 giugno 1498 divenne segretario della seconda cancelleria [...] secondo profilo, in un teatrale contraddittorio col ➔ Dante del De vulgari eloquentia come riproposto da GianGiorgio ➔ Trissino (ma con molta probabilità non conosciuto direttamente), si illustra, sulla scorta del Comento dantesco di Cristoforo ...
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L’alfabeto italiano è l’insieme dei segni grafici o ➔ grafemi (o in termini usuali, lettere) che servono a trascrivere la lingua italiana. L’alfabeto italiano prosegue l’alfabeto della lingua latina, che [...] grafia (cfr. Maraschio 1994: 211). Questi tentativi attraversano tutta la storia della lingua italiana: si pensi che nel Cinquecento GianGiorgioTrissino propone di indicare con ε la e aperta e con ω dapprima la o aperta poi la o chiusa (ritenendo ...
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Lionardo Salviati (1539-1589) fu uno dei protagonisti della ➔ questione della lingua del Cinquecento. Appartenente a un’illustre famiglia fiorentina le cui vicende si intrecciano con quelle dei Medici [...] ➔ grafia e ➔ pronuncia, senza peraltro rinnovare radicalmente l’alfabeto com’era stato proposto da ➔ GianGiorgioTrissino, Claudio Tolomei e Giorgio Bartoli.
Se per quanto riguarda il ➔ lessico Salviati pensa che sia necessario riprendere quanto più ...
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Il termine classicismo, che appare all’inizio dell’Ottocento, deriva dell’aggettivo sostantivato classico, a sua volta prosecuzione del lat. classicus, nell’accezione di «autore eccellente, da imitare». [...] . La prima, che risaliva alla polemica (1703) tra Gian Giuseppe Orsi e il padre gesuita francese Dominique Bouhours, in cinquecentesca del De vulgari eloquentia da parte di GianGiorgioTrissino e oggetto ora di rinnovata attenzione da parte ...
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Le articolazioni labiali sono prodotte con l’intervento attivo di almeno un labbro e possono essere sia consonantiche sia vocaliche (➔ fonetica articolatoria, nozioni e termini di). Nel caso delle consonanti, [...] nei volgari rispetto al latino (cfr. la proposta nel Polito, 1525, in Maraschio 1993: 217). La proposta di ➔ GianGiorgioTrissino di distinguere ‹u› vocale da ‹v› consonante si afferma in seguito (Migliorini 1966: 419). Tra le scritture volgari era ...
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Torquato Tasso (Sorrento 1544 - Roma 1595) affrontò nella sua opera il più ampio ventaglio di generi testuali, sia in prosa che in versi. Sono in prosa i ventisei Dialoghi di vario argomento (la nobiltà, [...] liberata – titolo imposto dal curatore Angelo Ingegneri ed esemplato sul modello dell’Italia liberata dai Goti di GianGiorgioTrissino.
Il successo fu clamoroso: nuove edizioni si moltiplicarono a getto continuo ma, nel contempo, ricominciarono le ...
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I grafemi sono le unità grafiche elementari, non suddivisibili ulteriormente, che servono a riprodurre nello scritto i suoni di una lingua. Il termine, modellato sulla serie fonema, morfema, ecc., contiene [...] fonetica basate sull’introduzione di nuovi grafemi, con l’intento di sanare le incoerenze dell’➔alfabeto italiano. Se nel Cinquecento GianGiorgioTrissino proponeva l’uso di ‹ʃ› per la s sonora e di ‹ω› ed ‹ε› per distinguere le varianti aperte di ...
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