Scrittore francese (Brest 1878 - Huelgoat, Finistère, 1919). Inviato come medico a Tahiti, scoprì e studiò le ultime opere di Gauguin e scrisse il romanzo Les immémoriaux, denuncia del colonialismo in [...] Polinesia, che pubblicò nel 1907 (trad. it. 1983) con lo pseud. di Max Anély. Nel 1909 partì per la Cina, dove soggiornò a più riprese prendendo parte a importanti spedizioni archeologiche. Dall'incontro ...
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Poeta e pittore polacco (Cracovia 1869 - ivi 1907). Salvo un soggiorno a Parigi (1890-94), dove risentì l'influenza dell'arte di Puvis de Chavannes e di Gauguin, che conobbe personalmente, visse a Cracovia. [...] Dapprima si dedicò prevalentemente alla pittura: allievo di J. Matejko, collaborò con lui agli affreschi della chiesa di S. Maria (1889-90), lavorò poi alle policromie del presbiterio e alle vetrate della ...
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Scrittore austriaco (Vienna 1908 - Salisburgo 1979). Autore discreto e alieno alle sperimentazioni, ha scritto per lo più romanzi: Adam geht durch die Stadt (1936), Peter Halandt (1937), Mit dem Ende beginnt [...] per bambini Aufruhr in Salzheim (1954) e Salzheimer Zirkus (1956), Ein Maler namens Vincent (1957), Das ferne Land des Paul Gauguin (1959) e Narr des Glücks (1962). Ha scritto anche liriche (fra cui la raccolta Das junge Jahr, 1934) e racconti ...
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Orientamento artistico che si diffuse nei primi decenni del Novecento, avendo come centro d’irradiazione la Germania, come reazione al naturalismo e all’impressionismo. Si concretizzò in diverse correnti, [...] della vita interiore. Trovando le premesse nell’arte di personalità come J. Ensor, E. Munch, V. van Gogh, P. Gauguin, e con significativi riferimenti all’arte popolare, alle culture primitive e all’espressione musicale, l’e. ebbe come importanti ...
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Termine, usato per la prima volta (1872-73) dal critico P. Burty, per indicare l’interesse per il Giappone e l’influenza della sua arte sui movimenti artistici europei tra la metà del 19° sec. e la Prima [...] e spaziali delle xilografie giapponesi. I primi ripresero le linee rapide e il taglio asimmetrico del quadro, mentre P. Gauguin e i Nabis furono interessati al colore, steso in campiture piatte che esaltavano (come nelle stampe di Utamaro o di ...
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Scrittore danese (Rislev 1902 - Roskilde 1956), visse lungamente a Parigi a contatto con l'espressionismo figurativo e col surrealismo di Aragon e di Éluard. La sua poesia rappresenta uno sforzo coerente [...] ", 1948), ad approfondire i temi dell'angoscia metafisica e del nulla. Come traduttore (di Anouilh, Giraudoux, Camus) e come critico di artisti francesi (Delacroix, Cézanne, Gauguin), ha svolto un'attività di primo piano nella cultura danese moderna. ...
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simbolismo Corrente artistica e letteraria sorta in Francia e diffusasi in Europa sullo scorcio del 19° sec. caratterizzata, in opposizione al realismo e al naturalismo, dalla tendenza a non rappresentare [...] P. Puvis de Chavannes, con le sue vaste e semplificate composizioni allegoriche e simboliche (L’Età dell’Oro) cui guarderanno anche P. Gauguin e i Nabis; alla sua lezione sono legati artisti come J. Cazin, H. Martin, C. Maurin, A. Séon. Uno stretto ...
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Scrittore e critico americano, nato a Plainfield (N.J.) il 16 febbraio 1886. Laureatosi all'università Harvard nel 1908, fece poi un soggiorno in Europa.
Esordì con uno studio sulla civiltà americana, [...] ; The world of Washington Irving, 1944; The times of Melville and Whitman, 1947, ecc. Il B. ha anche tradotto opere di P. Gauguin, F. Amiel, R. Rolland ed altri scrittori europei.
Bibl.: G. B. Munson, V.W.B., his sphere and his encroachments, in Dial ...
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Romanziere e commediografo inglese (Parigi 1874 - Cap Ferrat, Costa Azzurra, 1965). Rimasto orfano all'età di dieci anni, trascorse un'infanzia infelice nel Kent, presso uno zio sacerdote. Di questo periodo [...] constant wife (1926); For services rendered (1932); tra i romanzi: The moon and sixpence (1919, che narra la fine del pittore Gauguin a Tahiti); The painted veil (1925); Cakes and ale (1930); The narrow corner (1932); The razor's edge (1944); Then ...
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nabi
‹nabì› s. m. e agg., fr. [dall’ebraico, propr. «profeta»]. – Nome (per lo più usato al plur., nabis) adottato da un gruppo di pittori (M. Denis, P. Bonnard, A. Maillol, F. Valloton, É. Vuillard, ecc.) riunitisi a Parigi nel 1888 intorno...
espressionismo
s. m. [der. di espressione]. – 1. Movimento artistico nato e affermatosi in Germania al principio del sec. 20°, con l’intento di contrapporsi sia all’impressionismo francese sia al naturalismo conformista dell’epoca guglielmina;...