Si deve a Bruno Migliorini (Migliorini 1975) l’introduzione nella terminologia linguistica italiana dell’espressione parola d’autore (sul fr. mot d’auteur), per indicare un «termine coniato da una persona [...] artefice: il tedesco Übermensch, che deve la sua fortuna a Friedrich Nietzsche, fu calcato con superuomo da ➔ GabrieleD’Annunzio nella prefazione al Trionfo della morte (1894); cruciverba pare dovuto all’editore Valentino Bompiani sul modello dell ...
Leggi Tutto
Gli avverbi di quantità sono ➔ avverbi che esprimono in modo indefinito una quantità, sia essa numerabile o no. Essi aggiungono all’elemento che modificano un’informazione concernente la misura di una [...] Verga, Le storie del castello di Trezza)
(9) Il trotto fitto de’ suoi cavalli non gli sembrava a bastanza veloce (GabrieleD’Annunzio, Il piacere)
Lo si trova nella locuzione averne abbastanza (di) «non poterne più (di), non sopportare più»:
(10) Ero ...
Leggi Tutto
Eugenio Montale nacque a Genova nel 1896 da famiglia borghese e trascorse l’infanzia e l’adolescenza tra la città natale e Monterosso (nelle Cinque Terre). Non fece studi classici a scuola, ma fu sostanzialmente [...] inaugurata da ➔ Giovanni Pascoli; l’accostamento con parole di bassa frequenza, talora prelevate dal fastoso repertorio di ➔ GabrieleD’Annunzio, è privato comunque del compiacimento che era proprio di quest’ultimo (su problemi e aspetti del lessico ...
Leggi Tutto
Si dice nome commerciale o marchionimo il nome con cui è noto in commercio un determinato prodotto o il nome dell’azienda che lo produce. Con marchionimo può intendersi, restrittivamente, anche soltanto [...] eccezione La Rinascente, nome scelto da Gabrieled’Annunzio nel 1917 (➔ parole d’autore).
Tra i nomi di fantasia, formazione di nuovi lessemi prende il sopravvento e i nomi d’invenzione dominano negli ultimi decenni del XX secolo.
Le neoformazioni ...
Leggi Tutto
Gli avverbi temporali sono ➔ avverbi e locuzioni avverbiali (➔ avverbiali, locuzioni) che indicano il momento in cui si svolge un’azione indicata dal predicato, o quello in cui è dato registrare una certa [...] / tanto / troppo / parecchio stanno per «molto tempo»:
(24) Fa piacere, non è vero, Andrea?, rivedersi dopo tanto (GabrieleD’Annunzio, Il piacere)
(e) abbastanza significa «per un tempo sufficiente»:
(25) non hai sofferto abbastanza?
(f) appena vale ...
Leggi Tutto
I cultismi sono parole, forme o costrutti di tradizione colta, cioè elementi rari o poco ricorrenti rispetto alla media statistica della lingua comune. In quest’accezione essi rappresentano un elemento [...] : si pensi ad ➔ Alessandro Manzoni, e all’antimanzonismo programmatico e oltranzistico di un ➔ Giosuè Carducci o di un ➔ GabrieleD’Annunzio, non a caso due autori assai attratti dal cultismo, in tutte le sue forme. Si possono citare alcuni fenomeni ...
Leggi Tutto
Il punto (o punto fermo) è il segno d’interpunzione dotato del valore demarcativo più forte tra quelli che fungono da marche di confine sintattico.
Serve per indicare una pausa forte (intendendo con pausa [...] e dall’uso, vengono recuperate come «vezzo d’autore» da ➔ GabrieleD’Annunzio nel suo Libro segreto (1935) (Antonelli 2008 di cambiamento: fare punto, fare punto e a capo, mettere punto. D’altro canto, il punto «tende a invadere il campo di altri ...
Leggi Tutto
La sinestesia (dal gr. sýn «con, assieme» e aisthánomai «percepisco, comprendo»; quindi «percepisco assieme») è un procedimento retorico (➔ retorica), per lo più con effetto metaforico (➔ metafora), che [...] ), ➔ Giovanni Pascoli («La Chioccetta per l’aia azzurra / va col suo pigolio di stelle»: “Il gelsomino notturno”, vv. 15-16), ➔ GabrieleD’Annunzio («L’aspro vin di giovinezza brilla ed arde»: “Canto dell’ospite” VI, v. 5; «ne l’ombra i fonti parlano ...
Leggi Tutto
La litote (dal gr. litótēs «attenuazione, diminuzione, semplicità», reso in latino col termine deminutio «diminuzione») è una figura retorica (➔ retorica) che consiste nell’attenuare ciò che si enuncia [...]
felice appieno
chi su quel seno
non liba amor
(Francesco Maria Piave, Rigoletto, vv. 514-516)
e a ricorrere spesso in ➔ GabrieleD’Annunzio con un cumulo di diverse figure
Tal chiaritate
il giorno e la notte commisti
sul letto del mare
non lieti non ...
Leggi Tutto
Il termine enumerazione (dal lat. enumeratio «enumerazione») fa riferimento a un procedimento discorsivo, comune in ogni tipo di testo, sia scritto che orale, che prevede che un concetto generale venga [...] e serio come la visione (Zaccarello 2004).
Nella poesia italiana del Novecento il procedimento è largamente presente, da ➔ GabrieleD’Annunzio a ➔ Eugenio Montale, con molte possibili declinazioni (Beccaria 1975: 301-302; Mengaldo 1975). L’apparente ...
Leggi Tutto
dannunziano
agg. – Di Gabriele D’Annunzio (1863-1938), con riferimento alla sua opera di poeta e di prosatore, agli aspetti più appariscenti e spesso deteriori del suo stile (magniloquenza, preziosismi espressivi, esasperato estetismo, ecc.),...
pleiboi
(plei-boi), s. m. inv. (iron.) Conquistatore, dongiovanni. ◆ Tra i tanti suoi diversi personaggi, Vito ne ha scelti tre: «Il vigile, il pleiboi della Bassa e il postino della Casa del Popolo». Il Vigile riproporrà i monologhi scritti...