Procedimento caratteristico della polifonia dei sec. 14°-16°, consistente nel canto e nel moto parallelo di due voci che lo accompagnano formando accordi di terza e sesta. Conosciuto anche come discanto [...] come tecnica di improvvisazione su un canto dato, fu usato da G. Dufay (1430 ca.), che lo qualifica come faux-bourdon. – di alternare versetti intonati secondo l’originaria melodia gregoriana e versetti dove tale melodia è armonizzata a 3 o 4 voci. ...
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Musicista (n. forse a Bologna 1745 - m. Londra 1806); si stabilì a Londra (1772 circa), dove ebbe successo come violinista-compositore (1774) e violinista (1777). Autore di varie sonate, duetti, divertimenti, [...] di Litanie a 4 voci, ma soprattutto di Sei Concerti per violino, dove è presente la forma degli scomparsi concerti violinistici di G. Pugnani e che si ispirano a quello stile "galante" o "sentimentale", che è il presupposto immediato del mozartismo. ...
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Musicista (Roma 1679 - Dublino 1751). Studiò il violino con A. Corelli. Nel 1751 andò a Londra, dove G. F. Haendel gli affidò la direzione della propria orchestra. Fu anche virtuoso di viola d'amore e [...] inventò una "viola marina", usata da Haendel. Compose 12 Concerti grossi e 24 Sonate a violino e violone o cembalo. Anche il fratello Prospero (Roma 1690 - Londra 1760) fu buon musicista, diresse la Castle society of music e compose musica. ...
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Strumento musicale a fiato, di forma simile alla tromba, perfezionata con 3 pistoni, di ottone o nichel. Molto in voga nel 17° e 18° sec., si trova ancora impiegata in alcune composizioni di G. Rossini, [...] F. Mendelssohn, R. Wagner e G. Verdi. Per metonimia, suonatore di cornetta in una orchestra o in una banda.
Altro nome del corno dogale, il caratteristico copricapo dei dogi di Venezia. ...
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Musicista (Cividale del Friuli 1820 - ivi 1883); studiò con G. B. Candotti. Dal 1846 sacerdote, fu organista e maestro di cappella alla Collegiata della sua città, rifiutando la direzione di cappelle di [...] Venezia, Milano, Roma, Parigi. Compose circa 300 lavori di genere sacro o religioso, fra i quali emergono l'oratorio La resurrezione di Cristo (1864), la Messa ducale (1869), un Miserere (1881). ...
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Musicista (Bologna 1637 - ivi 1695). Figlio d'un organaro, studiò composizione con G. Carissimi, A. M. Abbatini e O. Benevoli. Fu organista a S. Apollinare in Roma e (1659) a Bologna a S. Petronio, ove [...] diventò poi (1674) maestro di cappella. Pubblicò dal 1681 al 1691 molte composizioni chiesastiche e oratoriali, e nel 1693 presentò a Bologna l'opera Amilcare ...
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Danza in ritmo ternario e movimento moderato, in voga nel 17° sec., e componimento strumentale o vocale-strumentale sei-settecentesco, ispirato alla danza, in ritmo ternario (raramente binario), composto [...] di variazioni su di un basso ostinato di 8 o 4 misure. Esempi insigni ne diedero G. Frescobaldi, T.A. Vitali, J.S. Bach, G.B. Lulli, J.-P. Rameau. ...
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Componimento vocale o strumentale, generalmente in forma di canzone, in misura 6/8 o 12/8 e movimento calmo e cullante, ispirato al dondolio della barca e al cadenzare della voga. Se ne hanno esempi in [...] W.A. Mozart, G. Rossini, F.D. Auber,J. Offenbach, F. Schubert, S. Mayr, F. Chopin, G. Verdi. ...
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Compositore fiammingo (Anversa o Cambrai 1430 circa - prob. Soignies 1485 circa). Fu maestro di coro ad Anversa e poi segretario di G. Dufay. Scrisse messe, mottetti, canzoni, che rivelano l'influenza [...] della scuola di J. van Okeghem. Tra le messe si ricorda in partic. la Dum sacrum mysterium, sul tema profano L'homme armé ...
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Breve aria d’opera, frequente nel melodramma ottocentesco, di movimento vivace, talvolta con variazioni. Di solito si trova alla fine di un duetto, di una scena o di un concertato (per es. «Sempre libera [...] degg’io» dalla Traviata di G. Verdi). ...
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g, G
(gi, ant. o region. ge ‹ǧé›) s. f. o m. – Settima lettera dell’alfabeto latino, derivata, come la lettera C, dal Γ (gamma) greco. In origine, il segno C rappresentava la consonante occlusiva velare sonora ‹ġ› come in greco il Γ, ma nello...
d.o.c.g.
(o D.O.C.G.). – In enologia, sigla, abbrev. di denominazione di origine controllata e garantita, usata anche in funzione di agg.: vini d.o.c.g.; un barolo d.o.c.g. (v. denominazione, e cfr. anche d.o.c.). È usata anche la grafia senza...