Filologo e critico letterario (Savona 1913 - Venezia 2004). Un ramo della famiglia discende dall'abate Stoppani (1824-1891), e porta vivo il senso di quella missione, che fu del cattolicesimo liberale [...] a coronamento dell'imponente scrutinio dei testimoni (Tradizione delle opere di G. Boccaccio, vol. I, 1958, vol. II, 1991). Umanesimo civile, sin dall'edizione di Un trattato inedito di Ermolao Barbaro: il De coelibatu liber, 1952, e 1969, e poi dell ...
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I primi testi volgari d’area italiana sono tradizionalmente considerati i Placiti capuani (marzo 960 - ottobre 963): un debutto tardo rispetto a quello francese (i Giuramenti di Strasburgo, primo documento [...] di Claudio Terenziano e quelle su ostraka di Rustio Barbaro (II sec. d.C.); e, tipo testuale ; it. reggia; lat. iam > it. già;
(c) la palatalizzazione di [k] e [g] davanti a vocale anteriore (per es., lat. gentem > it. gente [ˈʤɛnte]);
(d) gli ...
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Con la metafora dell’immagine di una lingua ci si riferisce ai giudizi e alle opinioni che su questa lingua sono prodotti da parlanti di altre lingue. Si tratta di giudizi intuitivi, non fondati su fatti [...] che conserva maggiore affinità con l’antica lingua.
Secondo l’inglese G. Delamothe, in The French alphabet (1595), la lingua latina aveva suo genitore»; il che mostrerebbe anche che un popolo barbaro come gli italiani dopo la mescolanza con i Goti ...
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Il melodramma è un genere teatrale nato in Italia a cavallo tra Cinquecento e Seicento che, sulla base della riflessione teorica sulla musica (e sul suo rapporto con la poesia) svolta nel tardo Rinascimento, [...] tormento d’amore è sempre fiero, l’amato che non riama è barbaro, la chiesa è un tempio, la casa le soglie, ecc. Si librettista, in Storia dell’opera italiana, a cura di L. Bianconi & G. Pestelli, Torino, EDT, vol. 4º (Il sistema produttivo e le ...
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Col termine burocratese si indicano, con accezione negativa, lo stile comunicativo e il linguaggio inutilmente complicato utilizzati da amministrazioni e istituzioni pubbliche nelle comunicazioni (prevalentemente [...] Pavia, non si limitava a inveire contro «il barbaro dialetto nelle pubbliche amministrazioni, ove penne sciaguratissime propagano Società di Linguistica Italiana (Malta 3-5 novembre 1995), a cura di G. Alfieri & A. Cassola, Roma, Bulzoni, pp. 269- ...
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Melchiorre Cesarotti (Padova, 1730 - Selvazzano, presso Padova, 1808) fu uno dei maggiori rappresentanti dell’Illuminismo italiano in campo linguistico. Nacque e studiò a Padova, dove divenne insegnante [...] Omero del Nord. I temi preromantici (i soggetti barbarici e primitivi, l’ammirazione per la natura selvaggia , in La parola al testo. Scritti per Bice Mortara Garavelli, a cura di G.L. Beccaria & C. Marello, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2 voll ...
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Vincenzo Monti nacque ad Alfonsine di Fusignano (Ravenna) nel 1754. Dal 1778 risiedette a Roma, dove cominciò la carriera letteraria; nel 1797 si trasferì a Milano. Durante il regime napoleonico ebbe numerosi [...] lunghi affanni (Feroniade I, 1), lungo studio (ivi, 64), barbaro costume (ivi, 61), aure amiche (ivi, 72). In tanto tempo».
Leopardi, Giacomo (1991), Zibaldone di pensieri, a cura di G. Pacella, Milano, Garzanti, 3 voll.
Monti, Vincenzo (1817-1826), ...
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La definizione di lingua pedantesca si basa sul fatto che proprio la lingua presiede alla costituzione della figura del Pedante in diverse commedie (e di differente area regionale) del Cinquecento (➔ Umanesimo [...] su cui si appoggiava entrò in crisi dopo Ermolao Barbaro e della soluzione di lingua avanzata (nonostante l’impasto Torino, UTET.
Colonna, Francesco (1964), Hypnerotomachia Poliphili, a cura di G. Pozzi & L.A. Ciapponi, Padova, Antenore, 2 voll.
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Il termine barbarismi designa spregiativamente fin dall’antichità le parole (e, più generalmente, gli elementi morfologici, sintattici e stilistici) considerate estranee allo spirito e alla forma di una [...] includevano «tutti gli idiomi del mondo avendo i barbarismi in conto di eleganze»); di un uso pienamente p. 894 (1a ed. 1961).
Pulci, Luigi (1908), Vocabolista, a cura di G. Volpi, «Rivista delle biblioteche e degli archivi» 19, pp. 9-15.
Romagnoli, ...
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VENEZIE, TRE
Roberto ALMAGIA
Claudia MERLO
Giuseppe CARACI
Raffaello BATTAGLIA
Giuseppe FIOCCU
Carlo BATTISTI
Arnaldo FERRIGUTTO
Alfredo BONACCORSI
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M. T. D.
. L'espressione Tre Venezie è [...] che così risorge e si allea a quelle costruzioni barbariche che nel Veneto, centro di alcuni dei più R. Cattaneo, L'architettura in It. dal sec. VI al Mille circa, Venezia 1888; G. Bettini, Padova e l'arte crist. d'Oriente, Atti del R. Ist. veneto, ...
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barbaro
bàrbaro agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. barbărus, gr. βάρβαρος]. – 1. Straniero, nel senso in cui i Greci e i Romani dicevano barbaro chiunque non fosse greco o romano, e nel senso in cui il Rinascimento opponeva il concetto di barbaro...
persóna s. f. [lat. persōna, voce di origine prob. etrusca, che significava propr. «maschera teatrale» e poi prese il valore di «individuo di sesso non specificato», «corpo», e fu usata come termine grammaticale e teologico]. – 1. a. Individuo...