Universo
Margherita Hack
L'Universo ha una struttura gerarchica: stelle singole, sistemi binari, ammassi aperti e globulari e materia interstellare costituiscono una galassia; le galassie sono membri [...] e un altro. Con l'entrata in funzione, attorno al 1917, del primo dei grandi dall'inizio dell'espansione, e derivabile indirettamente con il calcolo fino . 1040-1041.
Smoot 1992: Smoot, George F. e altri, Structure in the COBE differential ...
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elettrostatica
elettrostàtica [Comp. di elettro- e statica] [EMG] La parte dell'elettrologia che studia i fenomeni elettrici derivanti da cariche di valore costante e in posizione fissa: per i fenomeni [...] il potenziale elettrostatico: v. elettrostatica nel vuoto: II 385 f. ◆ [EMG] Legge fondamentale dell'e.: v. elettrostatica anzidetto; se, come generalm. accade, la funzione potenziale è continua, derivabile e con le derivate continue, la soluzione ...
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MODELLI, Teoria dei (App. III, 11, p. 139)
Giulio Supino
Alberto Pasquinelli
Aldo Marruccelli
In questi ultimi 15 anni (1960-75) la t. dei m. si è sviluppata secondo due ordini di idee del tutto opposti. [...] di L e sia U′(α) una struttura per L′; tralasciando alcune relazioni e funzioni di U′(α) si ottiene una struttura U′(α) per L. Si dice a S, tale che in T sia derivabile l'equivalenza
Analogamente, un simbolo funzionale f ∈ S è definibile in termini di ...
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armonico
armònico [agg. (pl.m. -ci) e s.m. Der. del gr. harmonikós, da harmózo "accordare"] [LSF] Termine inizialmente proprio dell'arte musicale, dall'accez. relativa alle corde di alcuni strumenti [...] a.: (a) lo stesso che campo solenoidale, in quanto derivante da un potenziale a. (v. oltre); (b) talora ciascuno dei termini dello sviluppo dell'analisi a. di una funzione data (anche armonica s.f.). ◆ [RGR] Coordinate a.: v. relatività generale: IV ...
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minimo
mìnimo [agg. e s.m. Der. del lat. minimus "il più piccolo", superlativo di parvus "piccolo"] [LSF] (a) agg. Oltre che come superlativo di piccolo, si usa spesso in contrapp. a massimo. (b) Sostantivato, [...] (x₀); x₀ è detto minimante per la f(x); si dice m. assoluto della funzione nel detto intervallo il m. (se esiste) dei valori assunti in esso dalla funzione; in ogni caso, se la f(x) è derivabile, condizione sufficiente perché un punto sia un punto di ...
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multiplo
mùltiplo [agg. e s.m. Der. del lat. multiplus, da multus "molto"] [LSF] Non semplice, costituito da più enti semplici. ◆ [MTR] Unità di misura di una grandezza pari a un certo numero di volte [...] molteplicità del punto) si annullano; anche, punto singolare. ◆ [ALG] Radice m.: di ordine n, di un'equazione f(x)=0, ove f(x) è una funzione continua e derivabile, una radice a dell'equazione tale che quest'ultima è divisibile per (x-a)n ma non per ...
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rappresentabile
rappresentàbile [Der. di rappresentare (→ rappresentazione) "che è suscettibile di rappresentazione"] [ALG] [FAF] Funzione r.: nella logica matematica, è tale una funzione di una o più [...] x₁,..., xn+1), tale che per ogni sostituzione di valori numerici k₁,..., kn+1 rispettiv. alle variabili x₁,..., xn+1, la formula P(k₁,..., kn+1) è derivabile in S se kn+1= f(k₁,..., kn), e, se altrimenti, è derivabile la negazione di P(k₁,..., kn+1). ...
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funzione
funzióne s. f. [dal lat. functio -onis, der. di fungi «adempiere»]. – 1. Attività svolta abitualmente o temporaneamente in vista di un determinato fine, per lo più considerata nel complesso di un sistema sociale, burocratico, ecc....
derivata
s. f. [da derivato, part. pass. di derivare1]. – Concetto fondamentale nell’analisi matematica e nelle sue applicazioni che esprime, date due grandezze l’una funzione dell’altra (per es., in fisica, lo spazio percorso e il tempo impiegato...