Sublimazione
Giovanni Fioriti
La sublimazione (derivato del latino sublimare, "innalzare a grandi onori, ad alte cariche" e, ancora, "esaltare, elevare spiritualmente, rendere sublime") in fisica e [...] , "la gioia ci sembra 'più fine e più elevata' [...] la sua intensità è minore: non scuote la nostra esistenza corporale" (Freud 1930, trad. it., p. 571). Rimane un certo inappagamento del desiderio che può essere inteso come il prezzo da pagare alla ...
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Complesso
Lucio Pinkus
Nel senso più generale di "insieme, totalità", il vocabolo discende dal latino complexus, derivato del verbo complecti, "stringere, abbracciare, comprendere". Nell'accezione psicoanalitica, [...] (1916-17), sia in una lettera a S. Ferenczi del 1897, riportata da E. Jones (1953-57) nella biografia di Freud, osservava come lo sforzo di costruire una sorta di catalogo, quasi un dizionario dei complessi esistenti, seguendo l'approccio tipicamente ...
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Invidia
Gustavo Pietropolli Charmet
Introduzione
Dal punto di vista del sentire comune, e nell'opinione generale, l'invidia è sempre stata considerata un vizio, e tra i più deplorevoli. Sappiamo inoltre [...] dato e a lei no. L'ipotesi definitiva di Freud è che la bambina consideri "dapprima l'evirazione come bambini, in Opere, vol. V, Torino 1972, pp. 447-465).
Freud, S., Vorlesungen zur Einführung in die Psychoanalyse (1916-1917), in Gesammelte Schriften ...
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aggressività In psicologia, stato di tensione emotiva generalmente espresso in comportamenti lesivi e di attacco. Il problema dell’a. ha assunto crescente importanza per le scienze naturali e umane.
In [...] che il soggetto umano tende a distruggere altre cose o persone per sfuggire alla tendenza verso l’autodistruzione. In Freud, il concetto di a. non trova, dunque, una definizione univoca: le idee si precisano successivamente, nei programmi di ricerca ...
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Termine introdotto dal medico statunitense G.M. Beard nel 1869 per indicare facile esauribilità ed eccitabilità del sistema nervoso centrale. La n. passò poi con S. Freud nell’ambito delle nevrosi. I sintomi [...] sono numerosi e vaghi: cefalea gravativa, tensiva, a casco, prevalentemente nucale, senso di debolezza muscolare, ‘tirature’ in varie parti del corpo, astenopia, cardiopalmo, psichestesie e malesseri vaghi, ...
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teoria dell’attaccamento
Teoria elaborata dallo psicoanalista inglese John Bowlby negli anni Ottanta del secolo scorso per spiegare il legame madre-figlio. Agli inizi del XX sec., Freud sosteneva che [...] il bambino forma un legame d’amore con la madre perché impara ad associare la presenza della madre con il soddisfacimento del bisogno fondamentale di essere allattato; secondo Bowlby, invece, il bambino ...
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Ansia, depressione, stress
Umberto Galimberti
Ansia
Il termine ansia è spesso assimilato a quello di angoscia perché la distinzione terminologica è reperibile solo nelle lingue di origine latina. In [...] scacco dalla domanda di Nicodemo: ‘Può egli ritornare per la seconda volta nel ventre di sua madre e venir partorito?’» (Der Gegensatz Freud und Jung, 1929; trad. it. in Opere, 4° vol., 1969-2007, p. 363). In realtà Jung non ha affrontato in maniera ...
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In psichiatria, p. endogena è la spinta che deriva da un qualsiasi fenomeno e meccanismo psichico (per es., affettivo o istintivo), indipendentemente da ogni sollecitazione esteriore.
In psicanalisi, il [...] a punto di partenza orale, anale, fallico, clitorideo ecc.). Nella prima formulazione (1905) della teoria delle pulsioni, Freud distinse due gruppi di p. primordiali: quelle sessuali e quelle dell’Io (o dell’autoconservazione). Molto più tardi (1920 ...
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(o isterismo) Forma di nevrosi, variamente intesa dalla psichiatria classica e dalla psicanalisi. Il termine corrisponde per la prima a poco più di un concetto clinico, per la seconda a una particolare [...] indotte dalla suggestione. Come Charcot, la validità del concetto nosografico di i. quale forma morbosa fu sostenuta da S. Freud, le cui concezioni sull’i. hanno dato origine alla corrente di pensiero della psicanalisi.
Secondo questa scuola nell’i ...
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L’insieme delle cognizioni intellettuali che, acquisite attraverso lo studio, la lettura, l’esperienza, l’influenza dell’ambiente e rielaborate in modo soggettivo e autonomo diventano elemento costitutivo [...] e – seppure in maniera meno esplicita – nella sociologia contemporanea. In Totem und Tabu (1912-13), per es., S. Freud ha affrontato il problema dell’origine della c. umana, sulla base del postulato del parallelismo tra ontogenesi e filogenesi, tra ...
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freudiano
〈froid-〉 agg. – 1. a. Appartenente o relativo al medico austriaco Sigmund Freud (1856-1939), fondatore della psicanalisi, e alle sue dottrine: gli scritti f.; l’interpretazione f. dei sogni; le teorie f. dell’inconscio, degli istinti...
psicanalisi
psicanàliṡi (o psicoanàliṡi) s. f. [dal ted. Psychoanalyse, comp. di psycho- «psico-» e Analyse «analisi», termine coniato da S. Freud nel 1896. Per coerenza con il criterio costantemente seguito in quest’opera, registriamo e definiamo...