Con francesismi si intendono i prestiti dal francese (i francesismi veri e propri, per la fase più antica della lingua detti anche, raramente, oitanismi dall’uso di designare il francese antico come lingua [...] ). Il superlativo relativo con il doppio articolo (la cosa la più bella), il costrutto partitivo (bere del caffè), la frasescissa (è da ieri che sto meglio) e le perifrasi aspettuali per il passato immediato venire + infinitiva (vengo di dire ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] »] (Calvino, I racconti, p. 6)
Inoltre, l’infinito retto da a, svolge la funzione di relativa (➔ relative, frasi) in una frasescissa (➔ scisse, frasi):
(54) dovrei essere io a portarle il latte (Pratolini, Cronache di poveri amanti, p. 44)
(55) Ai ...
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La negazione di frase è una risorsa che segnala che la situazione descritta in una frase non sussiste: in altri termini, essa inverte il valore di verità di una frase dichiarativa. In italiano, dove essa [...] . Giovanni è andato a Nizza non per lavoro: ci è andato in vacanza
(c) L’inserzione del costituente in una frasescissa negativa (➔ scisse, frasi):
(11) c. non è per lavoro che Giovanni è andato a Nizza: ci è andato in vacanza
Anche il soggetto della ...
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Le frasi causali sono frasi subordinate che esprimono la causa (➔ causalità, espressione della) o il motivo dell’evento codificato nella principale; più in generale, esse rientrano tra le costruzioni sintattiche [...] : 1078)
Per poter essere anteposta alla propria reggente, la causale introdotta da perché dev’essere «inserita in una frasescissa oppure focalizzata in modo contrastivo» (Mazzoleni 2009: 1075; diversa è la situazione nell’italiano antico: cfr. § 5 ...
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A rigore, la lingua letteraria è definita e distinta da quella non letteraria soltanto dal fatto di essere scritta (anche se è esistita ed esiste una letteratura solo orale) e dalle finalità estetiche, [...] (➔ che polivalente, dislocazione del tema a destra o a sinistra con richiamo pronominale, frasescissa, concordanza a senso, ecc.; ➔ dislocazioni; ➔ scisse, frasi), da tempo (a volte da sempre) presenti nella sintassi dell’italiano come delle altre ...
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Si definiscono dialettismi (o dialettalismi) parole (ma anche locuzioni, forme e costrutti) di origine dialettale inseriti in contesti di italiano. I dialettismi più numerosi (e più studiati) riguardano [...] , di origine settentrionale, poi generalizzatosi; è stata sostenuta, ma non comprovata, l’origine galloitalica della frasescissa (➔ scisse, frasi; Sornicola 1991: 52).
Diversa la situazione dall’Unità in poi, e soprattutto dal secondo dopoguerra ...
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«Quasi per un paradosso, proprio quando gli accademici hanno cominciato a occuparsene, il fumetto ha smesso, almeno in Occidente [...], di essere un fenomeno popolare per diventare con poche eccezioni [...] colloquiali: allegro, vecchio mio!, che gli prende?; la mimesi del tratto orale dell’interruzione: il pollo che ...; la frasescissa con che temporale: è la prima volta che) e senza rinunciare a certe strutture proprie dello scritto scolastico: la ...
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Le frasi finali devono il nome al loro uso più qualificante: l’espressione del fine (o scopo). Tuttavia, la relazione tra frasi finali e fine non è biunivoca: da un lato, il fine è una relazione concettuale [...] nell’espressione.
Il costrutto (28) non ammette né la riformulazione con il propredicato farlo (31) né la frasescissa (32), che trattano la frase indipendente Rosa non mi ha convinto come se esprimesse l’azione principale:
(31) * Rosa non mi ha ...
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Le frasiscisse (o semplicemente scisse; ingl. cleft sentence: Jespersen 1937; fr. phrase cliveé) sono costrutti sintattici composti da due unità frasali, una principale e una subordinata, aventi la funzione [...] ieri
(26) – Chi è quel signore? – È un notaio che ho conosciuto ieri
Nel parlato accade anche che la frasescissa sia realizzata in due distinte unità prosodiche (Panunzi 2009): la principale è realizzata in un’unità tonale potenzialmente autonoma e ...
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L’italiano di Milano si può definire come una sottovarietà galloitalica dell’➔ italiano regionale settentrionale (che esclude cioè l’italiano regionale del Triveneto). La sua fisionomia va collegata ai [...] al sostrato dialettale (il tipo [che], cos’è che: che cos’è che è; cos’è che è sporgente?). La frasescissa ricorre anche in forme ibride (ovvero, con ristrutturazioni multiple, che sommano alla scissione una dislocazione: la spada quant’è che è ...
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statuto2 s. m. [dal lat. tardo statutum, forma neutra del part. pass. statutus di statuĕre «stabilire»]. – 1. ant. Ciò che è stato stabilito, disposto, deliberato, e che perciò può acquistare valore di legge o comunque di norma: sì s’innoltra...