Per variazione diamesica si intende la capacità di una lingua di variare a seconda del mezzo o canale adottato, sia esso scritto (grafico-visivo) o parlato (fonico-acustico) (➔ lingua parlata; ➔ lingua [...] hanno canonizzato gli usi scritti, prendendo il fiorentino trecentesco come base (➔ italiano standard). A di Roma e Consiglio Nazionale delle Ricerche, pp. 105-127.
Sabatini, Francesco (1997), Prove per l’italiano ‘trasmesso’ (e auspici di un ...
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PETROCCHI, Giorgio
Guido Lucchini
PETROCCHI, Giorgio. – Nacque a Tivoli il 13 agosto 1921 da Giuseppe e Valeria Vanni. Laureatosi in giurisprudenza all’Università di Roma nel 1942, fu bibliotecario [...] 85), secondo cui il ms. era «un rappresentante anziano di quel gruppo del Cento che è invece d’officina fiorentina, scaturisce dall’opera scrittoria di Francesco di Ser Nardo, e nulla ha a che fare con la tradizione espressa dal codice [Landiano]» (G ...
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Ogni lingua ha al suo interno differenziazioni collegate con fattori sociali ed extralinguistici ed è articolata in varietà. Le varietà di lingua rappresentano le diverse attualizzazioni, ognuna distinta [...] i vak] «le mucche»), ecc. I dialetti del Nord, e anche il fiorentino (➔ toscani, dialetti), hanno un sistema, a volte complesso, di pronomi ➔ of Italy, London - New York, Routledge.
Sabatini, Francesco (1985), “L’italiano dell’uso medio”: una realtà ...
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ASCOLI, Graziadio Isaia
Tristano Bolelli
Nacque a Gorizia il 16 luglio 1829 da Leone Flaminio ed Elena Norsa. Figlio di ricca famiglia di mercanti (e mercante nella giovinezza egli stesso), non conobbeil [...] non aveva tanto bisogno di una indiscriminata accettazione del fiorentino parlato quanto di "energia operosa" a cui riconosceva benemerenze civili, si ricordano la discussione con Francesco Brioschi per l'indipendenza dell'Accademia scientifico ...
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Per monolinguismo si intende l’uso di un solo codice o varietà linguistica, e più specificamente nell’uso letterario di un unico registro stilistico o modulo espressivo omogeneo e selezionato da parte [...] ).
Colpisce la connotazione sociolinguistica, in direzione del fiorentinismo più arcaico come quello di Cacciaguida (Par. XV primi, e quivi eran da sezzo», Sennuccio del Bene e Francesco degli Albizi, dall’altro, «fra tutti il primo Arnaldo Daniello ...
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Il termine connettivo indica in linguistica ciascuna delle forme invariabili (congiunzioni, locuzioni, ecc.), che indicano relazioni che strutturano ‘logicamente’ i significati della frase e del testo [...] verità: l’elaborazione letteraria trecentesca del dialetto fiorentino ha fornito alla nostra lingua le strutture di un atto linguistico, per es. di domanda (34 b.):
(34) a. Francesca è in casa, perché la luce della cucina è accesa
b. che ore sono? ...
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Lionardo Salviati (1539-1589) fu uno dei protagonisti della ➔ questione della lingua del Cinquecento. Appartenente a un’illustre famiglia fiorentina le cui vicende si intrecciano con quelle dei Medici [...] le virtù naturali né un’illustre tradizione letteraria;
(b) il fiorentino da questo punto di vista ha le carte in regola e non e a un’edizione parziale del I volume degli Avvertimenti).
Sabatini, Francesco et al. (a cura di) (2008), Una lingua, una ...
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Il termine classicismo, che appare all’inizio dell’Ottocento, deriva dell’aggettivo sostantivato classico, a sua volta prosecuzione del lat. classicus, nell’accezione di «autore eccellente, da imitare». [...] ). Quali modelli di uniformità stilistica per il volgare, identificato con la letteratura fiorentina del Trecento, erano additati, come è noto, per la poesia le rime di Francesco Petrarca e per la prosa le parti più distesamente narrative (non quelle ...
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Pietro Bembo nacque a Venezia il 20 maggio 1470 da una grande famiglia patrizia. Studiò greco dal 1492 al 1494 a Messina alla scuola di Costantino Lascaris, quindi filosofia a Padova e a Ferrara. A Ferrara [...] edizione critica a cura di A. Gnocchi, Firenze, Società editrice Fiorentina.
Bembo, Pietro (2008), Le rime, a cura di A. Donnini, Roma, Salerno Editrice, 2 voll.
Fortunio, Giovanni Francesco (1999), Regole grammaticali della volgar lingua, a cura di ...
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Luigi Pirandello (Girgenti [Agrigento] 1867 - Roma 1936) è uno scrittore nutrito di cultura glottologica, dialettologica e filologica (Spampinato 1996; Sgroi 2009a). Si laureò infatti a Bonn nel 1891 con [...] si può dire che il suo modello non è il fiorentino colto parlato proposto da ➔ Alessandro Manzoni (Sgroi 2009b). È gli occhi alla fitta penombra, [in essa dovrebbe] scorgervisi appena Francesco Venzi, in piedi, a spiare, dall’apertura della tenda, ...
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fiorentino
agg. e s. m. [lat. Florentīnus, agg. di Florentia «Firenze»; cfr. la forma latineggiante Fiorenza del nome della città, frequente nell’uso poet. (anche in Dante) e in quello dialettale di varie parti d’Italia]. – 1. agg. Di Firenze,...
santo
agg. e s. m. (f. -a) [lat. sanctus, propr. part. pass. di sancire «sancire, rendere sacro», in rapporto etimologico con sacer «sacro», essendo anche questo connesso con sancire]. – 1. agg. a. In origine, equivalente di sacro, riferito...