La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] di ➔ Leon Battista Alberti, la normazione di una varietà di lingua d’area italiana (nella fattispecie, il fiorentino di ➔ Dante, ➔ Francesco Petrarca e ➔ Giovanni Boccaccio) segue di circa tre secoli la sua utilizzazione scritta, avviata nel Duecento ...
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Il saggio programmaticamente intitolato Dialettologia toscana (Giacomelli 1975) inaugura una serie di ricerche che applicano i metodi della dialettologia allo studio delle parlate in un territorio generalmente [...] si oppone a buona parte della Toscana. Rispetto al fiorentino, molte varietà presentano una diversa distribuzione delle vocali medie ), Profilo del dialetto aretino, in Il vocabolario aretino di Francesco Redi, a cura di A. Nocentini, Firenze, Elite, ...
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di Bruno Moretti
Il termine mistilinguismo è usato correntemente come sinonimo di plurilinguismo sia per i casi in cui in una comunità sono presenti due o più lingue, sia per i discorsi prodotti da un [...] polifilesco, a partire dall’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, per sfociare nel pedantesco della commedia fase milanese e quella romana, attraverso il «pianerottolo» fiorentino del Primo libro delle favole), mettendo in gioco materiali ...
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Il termine koinè (meno diffusa la variante grafica coinè) proviene dal greco koinē´, femminile dell’agg. koinós «comune» accordato con diálektos s.f. «lingua», indicante la lingua letteraria usata dai [...] verso un paradigma, cortigiano da una parte e fiorentino dall’altra. I casi meglio studiati sono Giancarlo (1992), Le Marche, in Bruni 1992, pp. 462-506.
Bruni, Francesco (a cura di) (1992), L’italiano nelle regioni. Lingua nazionale e identità ...
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Le interrogative dirette sono frasi indipendenti (come negli esempi 1 e 2) o principali (es. 3) che contengono una domanda:
(1) hai dormito bene?
(2) quando vieni?
(3) pensi che Carlo abbia ragione?
Nella [...] proprio segnale d’interrogatività. Tale costruzione, normale nel fiorentino parlato e scritto del Trecento, venne accolta in modo far proprio il modello offerto dalla lingua di ➔ Dante, ➔ Francesco Petrarca e ➔ Giovanni Boccaccio, e declinò dall’uso ...
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Ludovico Ariosto (Reggio Emilia 1474 - Ferrara 1533) trascorse quasi tutta la vita a Ferrara. Frequentò la società letteraria della corte estense, che stimolò i suoi primi esperimenti letterari in latino [...] di stampa (Fahy 1989), con adeguamento al fiorentino contemporaneo.
Per la seconda revisione Ariosto poté mal che mi flagella
dove è evidente l’allusione alle parole della Francesca di Dante:
Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la ...
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Lo studio dell’italiano a scuola si affermò tra la fine del Cinquecento e il Settecento (Manacorda 1980; Marazzini 1985; De Blasi 1993; Matarrese 1993: 21-40) con un processo che modificò l’iter della [...] 1967) in risposta alla propensione all’uso affettato del fiorentino, anche popolare, o di altre varietà toscane.
In E. Becchi, Firenze, La Nuova Italia, pp. 73-87.
Bruni, Francesco (1984), L’italiano. Elementi di storia della lingua e della cultura, ...
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D'OVIDIO, Francesco
Lucia Strappini
Nacque da Pasquale e da Francesca Scaroina il 5 dic. 1849 a Campobasso, da dove la famiglia si trasferì nove anni dopo a Napoli. Qui compì gli studi secondari nel [...] del D. si concretizza nella ipotesi di adottare come norma il fiorentino, secondo l'indicazione manzoniana, ma corretto dalla lingua della tradizione letteraria: "il fiorentino odierno si dovrà perciò tener sempre come un vivo specchio d'italianità ...
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Con speciale riferimento all’Europa medievale romanza, si indica con il nome di scripta il sistema, diverso da una zona all’altra, con cui si rende nella scrittura la lingua: tali forme di realizzazione [...] di ‹k› per l’occlusiva velare sonora /g/ nel primo testo volgare fiorentino, i Conti dei banchieri del 1211: Uki «Ughi», teckiaio «teghiaio» ( del 1178-1182 alla Lettera di Federico Gonzaga a Francesco Gonzaga redatta a Mantova il 4 dicembre 1525. ...
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Contrariamente a ciò che avviene per altre lingue (per es., francese, tedesco, inglese), non è abituale periodizzare l’italiano. Tuttavia il concetto di italiano antico, opposto a quello di italiano moderno [...] prefazione di C. Segre, Firenze, Le Monnier.
Petrarca, Francesco (1964), Canzoniere, testo critico e introduzione di G. Contini, annotazioni di D. Ponchiroli, Torino, Einaudi.
I testi fiorentini antichi sono raccolti nel corpus TLIO (Versione ItalNet ...
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fiorentino
agg. e s. m. [lat. Florentīnus, agg. di Florentia «Firenze»; cfr. la forma latineggiante Fiorenza del nome della città, frequente nell’uso poet. (anche in Dante) e in quello dialettale di varie parti d’Italia]. – 1. agg. Di Firenze,...
santo
agg. e s. m. (f. -a) [lat. sanctus, propr. part. pass. di sancire «sancire, rendere sacro», in rapporto etimologico con sacer «sacro», essendo anche questo connesso con sancire]. – 1. agg. a. In origine, equivalente di sacro, riferito...